Il ciclismo si ritrova ad affrontare l'ennesimo caso di doping. Il comitato parlamentare d'inchiesta britannico, infatti, ha accusato Bradley Wiggins e il Team Sky di aver aggirato le regole antidoping nel corso del Tour de France del 2012 vinto proprio dal britannico. Il 37enne, stando al rapporto, avrebbe assunto il Triamcinolone, farmaco tra l'altro proibito, non per curare il suo asma, quanto per migliorare le proprie prestazioni, superando la linea etica. Un vero e proprio attacco diretto all'ex ciclista e al team inglesi.
Non si è fatta attendere la risposta di Wiggins: "Trovo triste che vengano fatte queste accuse - dice l'inglese - e cose che persone non hanno in realtà mai fatto vengano considerate fatti davvero accaduti. Respingo con forza l'accusa di doping e l'assunzione di farmaci al di fuori dell'uso terapeutico. Spero di poter dire la mia nei prossimi giorni". Si affida ad un comunicato, invece, il Team Sky: "Il rapporto contiene dettagli su cui abbiamo già discusso, ammettendo le nostre mancanze, assumendoci la responsabilità degli errori commessi e indicando, nel marzo dello scorso anno, i passi fatti per correggere questi comportamenti. Il rapporto, però, afferma che l'uso del farmaco da parte del team era dovuto a migliorare le prestazioni. Respingiamo le accuse, e ci riteniamo sorpresi e delusi da un attacco anonimo e malizioso, presentato inoltre senza alcuna prova e senza darci la possibilità di replicare. E' ingiusto sia per il team che per i corridori coinvolti".