Il CIO estromette in via definitiva l’IBA dai Giochi di Parigi. Per Kremlev un brutto KO.
di Giuliano Orlando
Non sono bastate le 400 pagine presentate dall’IBA per convincere il CIO a farsi riammettere nel circuito dei Giochi. Sarebbe stato clamorosa una decisione diversa, considerato che l’IBA nel corso degli ultimi due anni, ha giocato su un solo tavolo, quello delle decisioni che hanno ignorato i dettami del CIO. Nella lunga missiva l’IBA sostiene di aver soddisfatto tutti i criteri per tornare nel movimento olimpico. Ricorda che Parigi segna i 120 anni di presenza della boxe ai Giochi. Presenta il suo rapporto, orgogliosa di non aver nulla da nascondere, segnalando i progressi compiuti in tutti i settori. Identificandosi come un modello per le federazioni sportive. Sostiene inoltre non sussista una base giuridica per tenerla fuori dalle Olimpiadi.
Il Comitato Olimpico Internazionale, davanti al presidente, il tedesco Thomas Bach (nella foto con Papa Francesco), riunitosi in seduta straordinaria a Losanna, mercoledì 7 giugno, dopo aver preso attenta visione del rapporto non solo ha confermato la revoca dell’IBA dai Giochi ma l’ha definitivamente estromessa, avendo ritenuto che l’IBA: "Non è stata in grado di fornire gli elementi che avrebbero consentito la revoca della sua sospensione, nonostante le numerose possibilità avute, compresa la roadmap 2021-2023, per risolvere le varie preoccupazioni, offrendo l'evoluzione reale ed efficace richiesta”.
La decisione ufficiale verrà presa nella Sessione Speciale che si terrà il 22 giugno. In attesa di tale responso, restano operativi i precedenti provvedimenti, compresi i contributi congelati dal 2019. Sospensione a tempo indeterminato. Il che vuol dire che nell’ipotesi, non troppo campata in aria, come spiegherò più avanti, che il pugilato al momento escluso dai Giochi di Los Angeles 2028, dovesse rientrare, l’IBA resterebbe sempre fuori. Lo stesso CIO ha sottolineato che a Parigi la boxe è presente a pieno titolo.
Ricordo che l’IBA in riferimento ai Giochi Olimpici - a quel tempo si chiamava ancora AIBA - è stata esclusa dal CIO dal 2019, nonostante avesse presentato un dossier di 700 pagine a difesa del loro buon governo, perdendo da quel momento la qualifica e i contributi. Nello stesso tempo, il CIO conferma la disciplina sia a Tokyo che a Parigi, avvalendosi di una Task Force, che nel 2019 fu un vero disastro, eludendo la raccomandazione dell’allora presidente EUBC e in passato nei quadri di vertice dell’AIBA, Franco Falcinelli, che aveva suggerito di avvalersi di tecnici del settore al di fuori dell’AIBA.
Adesso cerchiamo di capire perché il CIO ha respinto la richiesta IBA di rientrare nell’alveo dei Giochi. Nel 2022, il CIO nel rispetto che ogni atleta ha diritto a prendere parte ai Giochi a titolo personale, consente a russi e bielorussi, questa opportunità. Come risposta, l’IBA apre alle due nazioni l’accesso a tutte le manifestazioni con bandiere e inno. Fin dal suo ingresso come sponsor dell’IBA, il CIO aveva apertamente fatto presente il dissenso, sempre ignorato e addirittura rafforzato con GAZPROM, la compagnia a livello mondiale con sede a Mosca, che gestisce stoccaggio, lavorazione e vendita di gas nel mondo. La società è di proprietà al 50% del governo russo, ovvero di Putin, il 17% della Banca Mellon con sede a New York, il resto frazionato tra piccoli azionisti. Recentemente si è scoperto che gestisce una società di sicurezza privata, che recluta mercenari, compresi quelli che combattono contro l’Ucraina. L’IBA nel contempo rifiuta ogni informazione relativa ai contributi di GAZPROMON, che il CIO assicura resterebbero riservate. Il 15 giugno il tribunale arbitrale dello sport del CIO (TAS), chiede all’IBA di indire nuove elezioni per la presidenza, non ritenendo le ultime a norma. Richiesta respinta. Nel frattempo Gazprom inonda di dollari l’IBA, si parla di 50 milioni nel 2023. L’ente a sua volta, per favorire la partecipazione, premia coloro che saliranno sul podio ai mondiali con cifre iperboliche. Alle donne 100.000 (oro), 50.000 (argento) e 25.000 (bronzi). Raddoppiate per gli uomini. Nonostante queste elargizioni, disertano i mondiali USA, Canada, G.B., Polonia, Rep. Ceca, Olanda, Ucraina, Svezia, Irlanda, Galles, Scozia, Norvegia, Svizzera e Lituania. L’IBA paga viaggio e soggiorno ad una quarantina di nazioni, in particolare africane, che si presentano con uno o due atleti. In tutti i tornei e ai vari campionati la situazione arbitri e giudici ha toccato i livelli più bassi. Per ovviare alla mancanza di ricambi e anche per fini elettorali, l’IBA attinge all’Africa e a nazioni di scarsa attività, col risultato di verdetti assurdi. Che l’IBA affermi il contrario è irrilevante, la realtà e ben diversa. Ci sono poi atteggiamenti provocatori, come è stato per il furto ai danni dell’italiano Aziz Mouhiidine nella finale mondiale contro Gadzhimagomedov. Verdetto guidato e imposto dall’IBA, per favorire il russo. Tra i giudici l’afgano Sultan Tamim, ha dato tutti e tre i round al russo e l’IBA lo ha premiato come il miglior arbitro e giudice dei mondiali. Facendo capire che a decidere è l’IBA e non il merito sul ring. Con questi esempi, Kremlev ha presentato un dossier affermando che il settore sta migliorando notevolmente! Ultima perla riferita a Cracovia. Prima minaccia squalifiche a raffica ad arbitri e giudici, presenti alla preolimpica, indica gli atleti che dovranno partecipare a Cracovia (scrivendo nomi a capocchia), dimenticando che l’IBA non c’entra nulla. La settimana scorsa offre al CIO la disponibilità di arbitri e giudici. A tutto c’è un limite e l’IBA lo ha superato ampiamente svariate volte. Adesso Kremelv si appella al TAS per capovolgere il verdetto, dimenticandosi che quando lo stesso tribunale gli aveva chiesto di indire nuove elezioni, aveva risposto picche. Al momento il KO subito dall’IBA riguarda Parigi, ma è un segnale molto forte in proiezione Los Angeles 2028.
Infatti in concomitanza con l’uscita definitiva dell’IBA da Parigi, il comitato britannico della boxe annunciava l’ingresso ufficiale nella World Boxing, l’ente nato pochi mesi addietro col chiaro scopo di svolgere una politica in sintonia col CIO e favorire la presenza della boxe a Los Angeles 2028. Al momento ne fanno parte gli USA, che ha lasciato l’IBA ad aprile, le Filippine, Svezia, Nuova Zelanda Olanda, Svizzera e appunto la Gran Bretagna che comprende Galles e Scozia. Il movimento pur muovendo i primi passi appare destinata al successo, erodendo il potere dell’IBA senza sparare subito a zero. Avere USA e Gran Bretagna alla guida non è secondario
Chi afferma che il CIO stia alla finestra ha capito ben poco delle strategie politiche. Intanto ha messo KO la Russia che ha un forziere stracolmo di dollari, ma è anche una scatola senza valore, mancando del giocattolo a cinque cerchi, la carta più importante. Può contare su alleati di rango come Cina, India, Kazakistan e Uzbekistan, che però non intendono rinunciare ai Giochi e quindi riducono di parecchio questa ferrea alleanza. L’idea IBA di Giochi bis è talmente strampalata che sembra averla rimessa nel cassetto delle stupidaggini. Molti interrogativi avranno risposta dopo le preolimpiche, anche se solo parzialmente. Sicuramente l’IBA darà colpi di coda forsennati prima di arrendersi. Le manifestazioni semiprofessionistiche sui 5 round, già avviate negli Emirati Arabi e in programma a Bangkok in agosto, come i Golden Belt Series servono a sbolognare un po’ di dollari che traboccano nelle casse dell’IBA, ma l’ente non ha la chiave per riportarla nell’ambito olimpico. La politica di Kemlev mi ricorda tanto quella di WU e Kim, scatenata nel 2014, quando al Congresso di JeJu in Corea del Sud, gridarono al mondo che il pugilato era di loro esclusiva competenza, dichiarando guerra alle sigle mondiali. Costringendo le 204 nazioni a stravolgere norme e regolamenti, per poi finire in un fallimento totale. Prezzo che stiamo pagando ancora oggi e che purtroppo molti dei dirigenti nostrani approvarono ciecamente. Al momento la FPI sta alla finestra, quindi osserva anche se in tempi non troppo lontani, seguirà la politica del CONI, che non è certo quelle predicata dall’IBA, sempre più isolata.
Il calendario delle prime selezioni pre Giochi, dopo l’Europa, (a Cracovia in Polonia dal 23 giugno a 2 luglio), scattano in Asia dal 23 settembre all’8 ottobre ad Hangzhou in Cina, quindi le Americhe a Santiago del Cile, dal 22 ottobre al 5 novembre. Chiude l’Oceania con i Pacific Games fissati dal 19 novembre al 2 dicembre nelle Isole Salomone. Per l’Africa l’appuntamento è ad Accra la capitale del Ghana, anche se non è stata ancora ufficializzata la data della manifestazione. Successivamente alle prime selezioni, verranno allestiti altri due tornei mondiali per assegnare i rimanenti posti vacanti. A questi appuntamenti ogni nazione potrà iscrivere un atleta nelle categorie dove è ancora assente. Alla Francia nazione ospitante, sono garantiti tre posti tra gli uomini e altrettanti tra le donne. La Universality Place dispone di 5 pass femminili e 4 maschili. Le categorie sono così stabilite, Fra parentesi i posti assegnati. Uomini: kg. 51 (16), 57 (18), 63,5 (20), 71 (20), 80 (18), 92 (16), +92 (16). Donne: kg. 50 (22), 54 (22), 57 (22), 60 (22), 66 (20), 75 (16). Gli uomini e le donne hanno lo stesso numero di presenze: 124 a testa. Con un netto calo maschile, a Tokyo erano 186, mentre le donne sono salite da 100 a 124. Nel totale il calo è stato di 38 atleti in meno e addirittura di 62 nei maschi, avendo perduto una categoria, acquistata dalle atlete.
Il torneo olimpico del pugilato inizia il 27 luglio 2024 e si conclude il 4 agosto con le finali. La sede prescelta è la North Paris Arena, nel Centro Sportivo Villepinte, Seine Saint-Denis. Mentre le finali si terranno sul campo Philippe Chatrier, nel Centrale del torneo di tennis Roland Garros. I biglietti costano da 24 a 150 euro per le fasi preliminari; da 65 a 210 euro per semifinali e finali
Giuliano Orlando