Commento Strandja 2023, presenti ori olimpici ed europei. Quattro podi azzurri. Osteggiato Jalolov, pro dal 2018, forfait degli avversari.
di Giuliano Orlando
Si è concluso lo Strandja n. 74 a Sofia (Bulgaria), uno dei tornei più importanti non solo europei, presenti 36 nazioni (229 atleti) e 28 Paesi (141 atlete). Numeri importanti, accentuati dalla presenza di fior di campioni, dagli uzbeki campioni olimpici, Dusmatov (51) oro a Rio 2016, argento iridato 2017 e dal gigante Jalolov (m. 2.01), professionista dal 2018 (11 Ko), oro a Tokyo 2021, oro mondiale 2019, a Gonzales (USA) campione del mondo in carica (80), oltre a ben cinque campioni d’Europa, nessuno dei quali ha vinto il torneo. L’Italia si è presentata con 12 maschi e 3 donne. Sorpresa piacevole del calabrese Vincenzo Lizzi negli 86 kg. campione italiano, ma privo di esperienza internazionale. L’azzurro ha battuto l’australiano McAllister e in semifinale il polacco Niedzwiecki, che aveva destato sensazione costringendo alla resa l’uzbeko Sobirov uno dei favoriti. Con una condotta garibaldina, Lizzi ha tenuto sotto scacco il polacco vincendo 5-0. Non ha potuto disputare la finale causa infortunio e non sarebbe stato impossibile arrivare all’oro. Nell’altra seminale, l'uzbeko Abdullaev ha finito il match sull'orlo del KO, senza difesa contro il georgiano Kushitashvili, poco elegante ma molto resistente. Comunque, un argento importante. L’altro podio maschile l’ha conquistato con merito il sardo Federico Serra (54) bronzo europeo lo scorso anno in Armenia, che ha confermato miglioramenti ulteriori, permettendosi di battere prima il russo Galanov, bronzo mondiale 2017, 34 anni, passato come altre decine di ex-sovietici con la Serbia. Federico lo ha dominato e nei quarti ha compiuto il capolavoro, superando il francese Bennama, ovvero il campione d’Europa in carica, tenendolo sotto pressione per tutto il match. Contro l’uzbeko Mirzakhalilov, campione nazionale ha giostrato alla pari anche se un solo giudice su cinque ha avuto il coraggio di vederlo vincitore. A sua volta l’asiatico si vedrà punito da una giuria che definirla casalinga è farle un complimento, in finale contro il bulgaro Radev. Lo stesso regalo che ha offerto a Diaz, cubano nazionalizzato bulgaro, che aveva nettamente perso dal mancino kazako Assylkulov, una spanna sopra l’avversario, dato sconfitto 4-1 da giudici senza pudore. Compreso l’italiano Marco Celli. La Bulgaria è nota per i verdetti casalinghi, quindi niente di nuovo sotto il sole e non sorprende abbia vinto quattro ori maschili e tre femminili. Probabilmente anche Mayweather avrebbe parecchi problemi a vincere! Gli altri dieci azzurri sono usciti prima del podio. Battuti da avversari più esperti e quotati. Forse Baldassi (57) non aveva perduto con l’Indiano Hussam, mentre la delusione è stato il pugliese Malanga (63,5), battuto all’esordio dal brasiliano Reis, non certo un fenomeno. Esposito (48), Sciacca (54), Salerno (60), Di Lernia (63.5), Lombardi (67) Salvati e Magri (71), Angeloni (67) dopo aver eliminato il romeno Mustet si è infortunato. Decisamente migliore il bilancio delle tre azzurre. La viterbese Melissa Gemini (75) titolata europea nelle giovanili ha confermato grinta e buona condizione, ma anche l’incapacità di scendere almeno nei 70 kg. Nei medi regala non poco e dopo aver battuto la veterana tedesca Schonberger ha lottato alla pari con la polacca Wojcik, che la sovrastava fisicamente. Quando si metterà in testa di scendere, potrebbe essere troppo tardi. Angela Carini (66) dopo aver dominato la McCane (USA) molto scorretta e battuto nettamente la quotata polacca Rygielska - capace di superare la turca Surmeneli il fenomeno della categoria (mondiale e oro a Tokyo) agli ultimi europei - trovava la tedesca Muller origini nord africane, bene in linea, ma inferiore al volume offensivo dell’azzurra. L’evidente superiorità veniva ignorata e la Muller data vincitrice. Per capire l’assurdità del verdetto, la più incredula era proprio la tedesca. Nei 60 kg. rientrava sul ring, la milanese Rebecca Nicoli, ferma da oltre 7 mesi per interventi vari. Una vera odissea che l’atleta della FFOO ha sopportato con grande stoicismo e a Sofia con una condizione che non poteva certo essere al top, ha vinto due incontri, a spese della tedesca Buchner e dell’ostica svizzera Jenni che si era imposta alla bulgara Mehmedova. In semifinale ha incrociato la brasiliana Ferreira, già iridata e vincitrice del torneo. L’azzurra ha tenuto botta e si è tolta lo sfizio di vincere il terzo round (5-0) finendo ad una incollatura della rivale, che in finale ha dominato la cinese Yang. Lo staff azzurro, nonostante l’ottima prova ha deciso di mandare ai mondiali la romana Alessia Mesiano, che ha fatto il percorso pre-iridato. Il mondiale si disputa a New Dehli (India) a marzo e il risultato sarà molto importante per tutte le azzurre. A quel punto ci auguriamo che l’eventuale scelta nei 60 kg. abbia la conclusione con un confronto diretto tra le due, per designare la titolare alla preolimpica di Cracovia in Polonia, dal 22 giugno al primo luglio, chiamati Giochi Europei ma gestiti dall’IBA. Nel frattempo la stessa Nicoli dovrebbe svolgere attività agonistica per migliorare la condizione atletica. Il ct. Emanuele Renzini ha convocato 10 azzurre in preparazione ai mondiali. Questo dice il comunicato ufficiale e questi i nomi. Bonatti (48), Sorrentino (50), Charaabi (52), Savchuuuk (54), Testa (57), Mesiano e Bonatti (60), Canfora (63), Carini (66) e Gemini (70).
Detto dell’Italia, il torneo ha visto l’Uzbekistan maschile mettere sul ring tutte le sue forze iscrivendo ben 27 atleti e 6 atlete, un vero esercito in guantoni. Il bilancio rispetta le previsioni, con 7 ori, 4 argenti e 5 bronzi maschili, ben 16 podi, contro i 7 della Bulgaria (4-1-1) premiata dai giudici, uno oro a testa a USA con Gonzales (80) iridato in carica e il Brasile con Machado (92) al quale ha aggiunto quello femminile. L’egemonia Uzbeka ha vietato a molte altre nazioni l’oro. Ci hanno provato invano India, Kazakistan, Italia, Turchia, Ecuador e Argentina. Un medagliere che comprende ben 19 Paesi, ma solo quattro all’oro. Per Georgia, Polonia, Irlanda, Azerbajan, Australia, Danimarca e Grecia niente finali. Mentre tra le donne, Bulgaria e Irlanda si sono aggiudicate tre ori e testa, la prima con almeno due regali, mentre la terra del quadrifoglio ha vinto con supertitolate come la Harrington, la Broadhust e la Desmond. Un oro a Francia, Cina, Polonia e Canada che ha riconfermato la Thibeault, oro mondiale a Istanbul. A sorpresa l’australiana Greentree sull’indiana Anupama e la francese Moulai sulla greca Gainnakopoulou, d’un soffio. La polacca Kaczmarska, brevilinea tosta e veloce ha dominato la quotata azera Rzayeva. La cinese Hu Meiyi ha offerto ottima boxe (50) battendo l’altra indiana Anamika, L’India è stata la grande delusa al femminile. La Bulgaria, grazie al suo presidente riesce ad organizzare diversi tornei internazionali e lo Strandja è il fiore all’occhiello, con tante medaglie più o meno meritate. Evidentemente gli alti costi vengono supportati dal Governo. Purtroppo in Italia, al di fuori qualche europeo minore, evento sporadico, da decenni (Torneo Italia) manca l’appuntamento di un torneo internazionale. A Sofia nei +92 si è iscritto l’uzbeko Bakhodir Jalolov, gigante di 2.02, 28 anni, oro mondiale 2019, oro olimpico 2021, ma anche professionista dal 2018 con i Duva, imbattuto con 12 ko su altrettanti incontri, residente negli USA, dove si allena con fior di campioni. Jalolov ha espresso il desiderio di voler prendere parte, dopo Toikyo, anche ai Giochi di Parigi. Richiesta corretta, perché una norma killer dell’allora AIBA di Wu, nel 2014 decise l’apertura ai pro ai Giochi, senza limitazioni. Tra i favorevoli anche l’ex presidente EUBC Franco Falcinelli, ignorando i guai che avrebbe generato, togliendo ai dilettanti l’unica opportunità dei Giochi e non di altre cinture come i professionisti. La protesta silenziosa a Sofia si è espressa col forfait di tutti gli avversari. Jalolov ha vinto senza combattere! A Sofia non si è visto il dottor Joannis Filippatos, presidente EUBC, presente al torneo per jr. e youth svoltosi ad Arad in Romania, dove sono stati premiati i vincitori con 500 euro a testa.
Giuliano Orlando