Uno è nato nel 1986, l’altro nel 1998. Uno è nato in provincia di Bologna, l’altro a Bologna città.
Eppure ci sono due cose, forse tre, che accomunano Marco Stefano Belinelli e Davide Moretti.
La prima è il giorno di nascita: 25 marzo. La seconda è che condividono la grande passione per la pallacanestro, nel ruolo di guardia il “Belo” e nel ruolo di play il giovane figlio d’arte (papà Paolo è stato valido giocatore ed è apprezzato allenatore).
La terza cosa che i due cestisti azzurri potrebbero avere in comune è la NBA. Marco Belinelli c’è già ed è uno dei giocatori europei più longevi quanto a presenze nel campionato di basket più bello del mondo. Anche Davide Moretti si trova negli Stati Uniti d’America. Per ora si diletta nel campionato universitario dove sta mettendosi in luce con la maglia dei Red Raiders della Texas Tech University.
Idealmente seduti uno di fianco all’altro pronti a soffiare sulle candeline della torta di compleanno, i due giocatori italiani guardano con prospettive diverse all’immediato futuro, ora brutalmente frenato dall’emergenza sanitaria causata dal diffondersi del contagio per corona virus.
In cuor suo, è logico pensare che Davide Moretti ricalcherebbe volentieri le orme di Marco Stefano Belinelli.
Nato a San Giovanni in Persiceto, comune dell’area metropolitana di Bologna, Belinelli ha dato tanto al basket e, pur ricevendo grandi soddisfazioni, è in credito con la buona sorte. Tiratore implacabile, giocatore dotato di una intelligenza superiore alla media e capace di “leggere” le situazioni di gioco trovando sempre la via migliore che porta al canestro, Marco Belinelli si è imposto anche per quell’indomito coraggio col quale, soprattutto con la maglia della nazionale italiana, ha saputo prendersi la responsabilità di caricarsi sulle spalle la sua squadra di appartenenza.
L’anno d’oro di una carriera molto importante e prestigiosa è senza dubbio il 2014, quello che ha permesso al “Belo” di mettersi al dito l’anello di campione del mondo, vincendo la NBA con la maglia dei San Antonio Spurs, una seconda pelle per il “point guard” italiano. Nello stesso anno del trionfo finale, Marco Belinelli ha conseguito alcuni dei suoi career high: record di punti in una partita, 32 segnati ai New York City il 2 gennaio. Record di rimbalzi catturati in una partita, 11 nel match disputato con i Boston Celtic il 12 febbraio. In più, la definitiva consacrazione: il trionfo nella gara del tiro da tre punti durante l’All Star Game di New Orleans grazie al 24-18 rifilato in finale a Bradley Beal. Mai nessuno italiano era mai riuscito in una simile impresa.
L’avventura di Marco Belinelli in NBA inizia nel 2007, diciottesima scelta assoluta al Draft: il funambolo bolognese è chiamato dai Golden State Warriors. Si ferma sulla Baia sino al 2009 prima di passare ai Toronto Raptors (2009-2010), ai New Orleans Hornets (2010-2012) e ai Chicago Bulls (2012-2013). Nell’estate del 2013 arriva alla corte di Greg Popovich, l’allenatore che più ha saputo esaltare le doti del giocatore italiano. Si ferma a San Antonio sino al 2015 e ci ritorna nell’estate scorsa dopo aver maturato esperienze con i Charlotte Hornets (2016-2017) e gli Atlanta Hawks che a metà stagione 2017-2018 lo inseriscono in una trade che lo fa arrivare ai Philadelphia 76ers.
E’ legata esclusivamente a Bologna, invece, l’esperienza cestistica italiana di Marco Belinelli che veste la casacca della Virtus nel 2002-2003 e poi passa alla Fortitudo con la quale vince lo scudetto nel 2004 e lo rivince nel 2005 anni in cui alza al cielo anche la Supercoppa italiana, evento che lo vede anche MVP al termine delle Final Four. Marco Belinelli, giusto per non farsi mancare niente, con 258 punti in 154 partite è il quarto marcatore all time della nazionale italiana.
Una strada ricca di successi, quindi. Ed è quella che si augura di percorrere anche Davide Moretti che sta gettando basi solide per ritagliarsi uno spazio nel basket che conta. Nato nel settore giovanile di Pistoia. l neo ventiduenne, dopo aver mosso i primi passi in DNB nella Stella Azzurra Roma, ha esordito in Serie A il 26 ottobre del 2014 con la maglia di Pistoia nella partita giocata con la Vanoli Cremona. Nello stesso anno si cuce addosso il primo scudetto della sua carriera, laureandosi, sempre con Pistoia, Campione d’Italia Under 17. Passato a Treviso dove gioca in Serie A2, nel 2016 si regala una bella soddisfazione con la maglia della nazionale Under 18 con la quale vince la medaglia di bronzo ai Campionati Europei giocati in Turchia. Davide Moretti decide di dare una svolta alla sua vita e il 10 giugno del 2017 entra a far parte della Texas Tech University. Impiega poche partite per diventare da comprimario a punto di riferimento. Nel 2019 è tra i protagonisti (ottiene il suo high score segnando 21 punti ad Arkansas) della squadra che raggiunge, da seconda la Big 12 Conference qualificandosi per la March Madness. Tenendo la media di 12 punti a partita, Davide prende per mano i Red Raiders e li porta sino alla finale con Virginia. L’azzurro non sbaglia nulla, firma 15 preziosissimi punti ma questo non basta per evitare la sconfitta all’overtime. Solo un episodio, però: di altri, con un fine ben più lieto, Davide Moretti ne vivrà sicuramente.