Tra campo, mercato e futuro di Antonio Conte: in casa Inter c'è da fare i conti con l'amara delusione della finale di Europa League persa ma va chiarito se l'ex tecnico di Juve e Chelsea si siederà sulla panchina nerazzurra nella prossima stagione
Antonio Conte è fatto così, prendere o lasciare. E' un po' questo il jingle che si è sentito risuonare in maniera ridondante durante tutta la stagione dell'Inter. Il tecnico salentino ha sempre dimostrato in carriera di avere un carattere forte, un temperamento e un carisma ben oltre le righe in tutti i sensi. E ciò lo ha portato a diventare Antonio Conte un mastino da giocatore ma anche in panchina. Un vincente come dimostrato con i trofei vinti in bianconero e in quel di Londra, oltre agli evidenti progressi portati all'Italia durante gli Europei. Però c'è un'altra faccia di Antonio Conte, quello davanti alle telecamere dove i toni restano altrettanto forti senza peli sulla lingua. E non sempre non usare diplomazia porta benefici.
Nel primo anno di Conte all'Inter, sono tre le 'uscite' più forti: la prima a Dortmund, dopo il KO subito in rimonta con l'Inter avanti 2-0 all'intervallo prima di perdere 3-2. Nel post-gara, l'allenatore ha puntato il dito contro la scarsa esperienza dei suoi giocatori, prendendo a modello Barella "preso dal Cagliari" e Sensi "preso dal Sassuolo" come sintomo di poca attitudine ai match europei. La società ha sorvolato, non marciandoci sopra ma l'altra pesante dichiarazione è arrivata all'ultima giornata di campionato. La vittoria contro l'Atalanta aveva regalato all'Inter il secondo posto ma Conte, quella sera - era l'1 agosto -, si è esibito in un'accusa diretta alla dirigenza, parlando di "gente che sale sul carro" e di proprietà assente, con "il presidente Zhang è in Cina". Conte, però, guarda la realtà dal suo punto di vista, non tenendo conto del fatto che la società abbia acconsentito a tante richieste fatte da Conte un anno fa: l'addio di Perisic, Icardi e Nainggolan, gli acquisti di Lukaku, Barella, Sensi e Sanchez e un mercato di gennaio che ha portato in dote Young, Moses e soprattutto Eriksen, adoperato poco e male dal tecnico. Ieri, la terza (e ultima?) uscita: dopo aver perso la finale di Europa League contro il Siviglia, Conte ha ribadito che non farà passi indietro rispetto alla sua posizione, chiedendo di fatto una rivoluzione anche a livello societario. Altrimenti saranno prese altre scelte. E, da rimarcare, Conte ha ammesso che ci sarà tempo di programmare la prossima stagione per l'Inter "con o senza Conte". Una dichiarazione che sembra il preludio di un addio anche se la società non pare intenzionata ad esonerare il tecnico, con il quale, in un anno, non ha ottenuto trofei ma ha costruito le opportunità per raccoglierne in futuro. Dopo una brevissima vacanza di tre giorni, Conte e il presidente Zhang si incontreranno martedì, assieme alla dirigenza, per pianificare la prossima annata: con o senza Conte? Ancora tre giorni e poi il nodo Conte sarà sciolto. Ad oggi il tecnico pare più fuori che dentro all'Inter, e il nome di Allegri è sempre caldo.