Contro Eloyan per l’UE. Rigoldi la spunta soffrendo. Ora punta all’europeo. Vincono Lizzi, Hermi, Picardi, Tassi e Schengelia.
di Giuliano Orlando
DUEVILLE. Luca Rigoldi (27-2-2) non dimenticherà facilmente la serata del 5 agosto 2022, nella quale ha difeso con successo la cintura supergallo dell’Unione Europea sul ring di Dueville nella sua terra vicentina, battendo Geram Eloyan (8-4), un armeno-belga trentenne che lo ha fatto soffrire e non poco, pur avendolo battuto chiaramente al termine di dodici round roventi come la temperatura africana che ha fatto da contorno al match. Il match non si presentava facile e ben lo sapevano al suo angolo a cominciare dallo storico maestro Gino Freo, che non si era fatto ingannare dal record di 8 vittorie e tre sconfitte, ma mettendo a fuoco che delle otto vittorie, sette erano arrivare per KO. Il ring ha confermato quanto il destro dell’armeno fosse pericoloso, reso ancor più deleterio, visto che il colpo veniva rinforzato dalla susseguente gomitata, che ha causato a Rigoldi una ferita al sopracciglio sinistro a metà incontro. Scorrettezza reiterata, vista dall’arbitro olandese Robert Verowijs, che si è però limitato a numerosi richiami amichevoli, quando avrebbe dovuto renderli ufficiali. Detto questo, la vittoria di Rigoldi non è mai stata in dubbio, anche il giudice monegasco Iean Robert Laine, segnando 115-113 ha confermato la sua incapacità nel ruolo specifico. Volendo essere generosi con l’ospite si possono assegnare due round (4, 5 e 9) e due pari, prima e ultima, ma i punti per Rigoldi erano almeno cinque. Anche se per il giudice spagnolo (117-111) e l’austriaco (118-111) risultano di più e non sono certo uno scandalo. Perché incontro tanto sofferto? Due le ragioni principali: il caldo asfissiante che ha condizionato il rendimento di Rigoldi, la cui boxe generosa e dispendiosa (al temperamento non si comanda) ha pagato lo scotto, la seconda riguarda il destro di Eloyan, che l’italiano ha faticato ad evitare, mostrando meno mobilità delle gambe che in altre occasioni. Con tutto questo, il vicentino ha condotto in attacco le prime otto riprese, concedendo un minimo vantaggio solo nel quarto round, rallentando il ritmo ma riprendendosi nelle successive. La svolta nella nona, dove lo sfidante ha trovato il tempo giusto e ha messo a bersaglio pesanti destri, fino a far barcollare il campione. A quel punto Rigoldi è stato intelligente a cambiare tattica, boxando di rimessa, toccando e spostandosi lateralmente, mettendo a nudo il limite del rivale, lento di gambe e macchinoso in attacco. La tattica ha pagato bene, permettendo a Rigoldi di rinforzare il vantaggio fino alla fine. La sfida è stata violenta e al termine entrambi portavano i segni della battaglia, in questo caso verdetto di parità. Stando al ranking dell’EBU, l’italiano risulta lo sfidante ufficiale all’europeo di categoria. Al momento vacante, dopo la rinuncia forzata di Jason Cunningham (31-7), che il 2 luglio a Wembley è incappato in una sconfitta durissima contro il sudafricano Zolani Tete (30-4), grande talento anche se non più verde, 34 anni, attivo dal 2006, già iridato supermosca e gallo. L’inglese che difendeva sia il titolo del Commonwealth che l’Internazionale IBF e WBO, è finito clamorosamente KO al quarto round. In precedenza aveva conquistato l’europeo a spese del connazionale Gamal Yafai (19-2), alla prima difesa volontaria, dopo aver spodestato proprio Luca Rigoldi a Milano il 17 dicembre 2020 all’Allianz Cloude di Milano, riunione a porte chiuse. Sulla carta la sfida sembrava di tutta tranquillità, invece risultò un naufragio. Nella sua Manchester, Gamal venne letteralmente giustiziato da Jason Cunningham (31-7), 31 anni, che lo fece contare ben tre volte, battendolo largamente ai punti. Dopo due difese vincenti è toccato allo stesso Cunningham lo stesso destino di Gamal. A questo punto i cosfidanti sono il romeno di Costanza, Ionut Baluta (15-3), residente a Madrid in Spagna, 28 anni, longilineo di 1.79, attivo dal 2016, atleta che ha combattuto per l’Europa e anche a Dubai, da non sottovalutare, come dimostra la sconfitta discutibile a Londra il 30 aprile 2021, contro Michael Conlan e la vittoria lo scorso maggio su Bred Foster (14-2-2), per il WBC Internazionale in Inghilterra. L’altro è l’imbattuto inglese Liam Davies (12), 26 anni, pro dal 2018, mai uscito dall’Inghilterra. Importante l’ultima vittoria sul connazionale Marc Leach (18-2-1) per il titolo britannico. Il vincitore se la dovrà vedere poi con Rigoldi, che risulta il primo nella classifica EBU.
Interessante il robusto contorno, che ha preso il via con l’esordiente massimo leggero calabrese Roberto Lizzi (1), 20 anni e non 25 come nei comunicati, campione italiano dilettanti in carica, azzurro con la nazionale youth, brevilineo con ottimi fondamentali e grande agonista. Contro lo stagionato serbo Nikola Spasojevic (0-4), 35 anni, ha fatto vedere fin dall’avvio le grandi potenzialità, costringendo lo stagionato avversario subito in difesa, sotto le bordate del giovane calabrese, attivo e preciso alla corta distanza, col serbo contato al primo round e costretto alla resa nel secondo, sotto l’implacabile pressione di Lizzi. Considerata la categoria, nel giro di un anno è pronto per il titolo italiano.
Decisamente sottotono il mosca Francesco Barotti (9-3), 27 anni, ex tricolore nel 2018, poco attivo, fermo da oltre un anno, tenuto in scacco dal georgiano Spartak Schengelia (5-19-2) 31 anni, residente a Brescia dal 2018, che senza essere un fenomeno, ha tenuto l’iniziativa battendo chiaramente il toscano sui 6 round.
Ben diverso il rendimento del mancino Davide Tassi (14) ex tricolore piuma, 30 anni, pronto per una cintura internazionale. Il georgiano Bogdan Draskovic (4-15-1), 27 anni, pur inseguendolo, non lo ha mai trovato, andando a vuoto sugli spostamenti laterali e i rientri precisi di un Tassi in buona condizione.
Francamente il superleggero napoletano Gianluca Picardi (12-2), 30 anni, in attesa di battersi per l’aggancio tricolore, non mi ha convinto troppo, almeno per quanto visto nei tre round scarsi. L’avversario Maichol Escobar (10-29-2), 35 anni del Nicaragua ha tenuto botta nei primi due round. Nel terzo si è ferito al sopracciglio su un colpo e l’arbitro rilevata la gravità della ferita ha chiuso la sfida. Vittoria di Picardi.
Il passaggio nei medi, sembra abbia fatto bene a Yassine Hermi (10), 19 anni di Firenze, scoperto dal maestro Boncinelli dove è arrivato ai vertici nell’attività giovanile in azzurro, oltre che per tutta la prima parte da professionista. Da alcuni mesi è passato all’Accademia della stessa città, dove insegna Leo Bundu, a sua volta allievo di Boncinelli, che sta seguendo con profitto le orme del maestro. Hermi, contro il bosniaco Nikola Matic (19-39) 34 anni, ha sciorinato tutto lo scibile del suo vasto repertorio, offrendo al pubblico uno spettacolo di alta scuola. Matic è rimato sempre in difesa, cercando di limitare i danni, fino al quinto tempo, quando due perfetti ganci sinistri in rapida successione, lo hanno raggiunto al volto e costretto al tappeto. Vista la situazione, dall’angolo del bosniaco è volata la spugna, a chiudere una sfida a senso unico. Il procuratore Mario Loreni ha promesso a Hermi di farlo combattere prossimamente per un trofeo intercontinentale.
Giuliano Orlando