Nella prima semifinale della competizione tricolore femminile che, anche qui vedeva sfidarsi Inter e Juventus, termina 1-1 fra nerazzurre e bianconere nella gara di andata che si è disputata al “Konami Youth Development Centre”.
Risultato nel complesso giusto, ma che forse va un po' stretto alle milanesi che possono recriminare per alcune palle-gol malamente sprecate da Njoya e Chawinga che potevano dare un altro volto al match e un atteggiamento che ha soddisfatto sicuramente i supporters delle nerazzurre. Per la Juve invece, non sono bastati il gol e il predominio territoriale esercitato soprattutto nel primo tempo per avere la meglio di avversarie apparse in palla e volitive. Discorso rimandato al return-match che si disputerà sabato prossimo a Torino dove, ricordiamo, in caso di parità al termine dei 90’ regolamentari, si andrà avanti con tempi supplementari e calci di rigore.
Nelle battute iniziali, le due squadre si studiavano a vicenda, con le bianconere che provavano ad innescare la Gama e la Bonansea e le nerazzurre che facevano comunque buona guardia con la Van der Gragt pronta a chiudere tutti i varchi che si aprivano nella difesa, e la Merlo a mettere in moto la fase offensiva con il suo consueto dinamismo.
Ne usciva così una gara tattica e equilibrata, in cui le occasioni latitavano. Non a caso, infatti, bisognava aspettare il 21’ per annotare sul taccuino la prima azione da gol: diagonale insidiosissimo della Gama che terminava a lato non di molto, con la Piazza che comunque dava l’impressione di essere sulla traiettoria. Un paio di minuti dopo era però la Njoya – scattata sul filo del fuorigioco - a divorarsi un gol che sembrava già fatto sparando addosso alla Peyraud Magnin bravissima a uscire e a chiuderle la visuale. Davvero clamoroso, nella circostanza, l’errore della giocatrice del Camerun che poteva e doveva fare sicuramente di meglio, dal momento che era stata lasciata colpevolmente sola dalla difesa juventina.
L’implacabile legge non scritta del calcio “gol sbagliato, gol subito” trovava però puntuale applicazione quando Grosso al 29’, scagliava in rete dall’altezza del dischetto dopo una corta respinta della difesa nerazzurra, portando così in vantaggio le ospiti al primo tentativo verso la porta avversaria.
La reazione interista era immediata e la Peyraud Magnin doveva compiere il secondo grande intervento della giornata sulla Merlo, deviando in corner e mettendo fuori causa anche la Njoya pronta al tap-in vincente. Sul ribaltamento di fronte, la conclusione potente ma centrale della Salvai era disinnescata dalla Piazza in due tempi. L’Inter chiudeva in attacco la prima frazione di gioco, dimostrando di non demeritare: al 43’ Mikashi provava la sponda per Njoya ma l’estremo difensore bianconero faceva buona guardia bloccando a terra il pallone; un minuto dopo era la Thorgersen a non arrivarci di pochissimo, dopo l’ennesimo cross invitante scodellato nell’area bianconera dalla Merlo.
La ripresa si apriva con il gioco le campionesse d’Italia in carica in avanti alla ricerca del raddoppio e l’Inter che però ne rintuzzava i tentativi in maniera efficace, con un’accorta disposizione difensiva: la conclusione dal limite della Grosso (52’) era bloccata senza difficoltà dalla Piazza che si accartocciava a terra, sul secondo palo. Al 57’ la Njoya faceva ancora imprecare i propri tifosi, facendosi rimpallare la conclusione a rete dalla Salvai da ottima posizione.
L’Inter trovava campo e coraggio e al 62’ la bella conclusione al volo della Simonetti trovava la parata in volo plastico della Peyraud Magnin. Era il preludio al gol del pareggio, perché al 65’ la Merlo, con una bellissima conclusione a giro dai 18 metri, metteva fuori causa l’estremo difensore avversario che non poteva davvero nulla sulla traiettoria davvero imprendibile dell’attaccante nerazzurra. Sulle ali dell’entusiasmo, le padroni di casa continuavano a spingere, e qualche istante dopo era ancora la Merlo a provarci con una conclusione dal limite che sorvolava di poco la traversa. La difesa bianconera soffriva in particolare la verve della neo entrata Chawinga, capace con i suoi scatti a ripetizione di mettere in difficoltà la Gama che faceva fatica a contenerne l’esuberanza atletica. La Juve provava a rispondere (67’) con la Girelli che ci provava nel cuore dell’area nerazzurra, ma trovava l’opposizione della Mihashi. In un duro scontro di gioco, si facevano male la Van der Gragt e la Sembrant, che aveva la peggio visto che era costretta a disputare la restante parte di match con un vistoso turbante in testa.
La partita viveva di fiammate, con la Juventus in attacco per cercare il nuovo vantaggio e l’Inter pronta a pungere in contropiede con la Merlo e la Chawinga sempre pronte a scattare in velocità e a colpire. Come al’84’, quando Pandini conquistava palla a centrocampo e serviva un assist d’oro alla Chawinga che - sola davanti alla Peyraud Magnin - falliva clamorosamente il gol del sorpasso, aprendo troppo il piatto. La difesa delle campionesse d’Italia continuava a sbandare e qualche istante dopo era ancora la Chawinga ad avere la palla giusta, ma concludeva a lato da ottima posizione.
Nel finale la Juve provava a rialzare la testa e all’89’, un tiro cross della Gama era smanacciato con non poche difficoltà dalla Piazza: sulla respinta, la Pedersen colpiva a botta sicura ma trovava sulla sua strada l’opposizione della Simonetti che respingeva quasi all’altezza della fatidica linea bianca. Le bianconere reclamavano un tocco di mani, ma l’arbitro faceva giustamente cenno di proseguire. L’ultima occasione del match capitava alla Cantore in pieno recupero, ma il suo colpo di testa terminava debole fra le braccia della Piazza.
a cura di Francesco Montanino