Dopo tre stagioni, il fenomeno portoghese lascia la Juventus e torna al Manchester United: l’euforia del primo anno si è trasformata in tristezza, soprattutto per il modo in cui Ronaldo ha abbandonato. Si può parlare di fallimento?
134 partite, 101 goal, 22 assist, capocannoniere della stagione 2020/2021, primo calciatore in Italia a segnare almeno 100 goal in 3 anni, unico giocatore nella storia a diventare capocannoniere nei tre maggiori campionati europei, record di reti segnate in una singola stagione con la maglia bianconera, record del maggior numero di partite consecutive a segno in Serie A, 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Supercoppe italiane, 13esimo marcatore all-time della Juventus: questi sono solo alcuni tra le statistiche e i record raggiunti da CR7 nei tre anni in cui ha vestito la maglia bianconera.
Luglio 2018: in una calda giornata d’estate c’è l’annuncio ufficiale che ha dell’incredibile, la Juventus ufficializza l’acquisto di Cristiano Ronaldo dal Real Madrid, colui che più volte ha spezzato le ambizioni europee del club torinese; il tutto porta a pensare solo ad una cosa: la Juventus sarà la favorita n.1 per la conquista della Champions League ma, non è così semplice, un calciatore da solo non può vincere nulla. La verità è una sola, la Juventus non è stata all’altezza di Cristiano Ronaldo; quello che avrebbe dovuto rappresentare il punto più alto della società negli ultimi anni si è rivelato, con il tempo, l’inizio di un declino che rappresenta la fine di un ciclo vincente. La società bianconera non è riuscita a creare attorno a CR7 una squadra competitiva e il cambio annuale della guida tecnica non ha di certo aiutato: molte volte, soprattutto nell’ultimo anno, Ronaldo è stato l’unico ad aver salvato più volte il risultato. In UCL il rendimento è stato molto al di sotto delle aspettative: il primo anno è stato di certo il migliore, indimenticabile la tripletta ai danni dell’Atletico Madrid davanti ad un Allianz Stadium gremito; gli ultimi due anni, invece, CR7 e compagni hanno toccato il fondo con la doppia eliminazione agli ottavi contro due modeste squadre, quali Lione e Porto. Proprio dopo l’eliminazione in coppa contro i dragoes, qualcosa si è rotto tra il club e il fenomeno portoghese: durante gli ultimi tre mesi in maglia bianconera è parso un essere estraneo a tutto l’ambiente, svogliato e poco presente nel gioco.
Agosto 2021: a cinque giorni dalla fine del mercato, nonostante la conferma da parte della dirigenza e di Allegri, Cristiano Ronaldo lascia la Juventus in un modo molto strano, senza rilasciare dichiarazioni, senza aver mai dato certezze sul proprio futuro (quella panchina ad Udine può essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso), un silenzio che ha fatto molto rumore e rotto proprio qualche giorno fa quando, in fretta e furia, lascia la Continassa e con il primo aereo se ne torna in Portogallo: un comportamento che lascia qualche dubbio sulla professionalità di uno dei giocatori più forti della storia. Possiamo dunque parlare di fallimento? A livello di risultati, direi di sì: nonostante i record personali, la squadra ha vinto meno rispetto agli anni precedenti e soprattutto, in Champions League, non si sono visti passi in avanti. Per la Juventus, ora sarà quasi impossibile sostituire nell’immediato uno come CR7, bisogna ripartire con un progetto di ricostruzione per il rilancio di un nuovo ciclo, anche senza il suo giocatore più carismatico. Onorati di aver avuto nel nostro campionato uno tra i giocatori più forti di sempre, il rammarico è quello di non aver goduto a pieno le sue qualità negli stadi causa COVID: Ronaldo è il passato e, come ha ribadito Allegri in conferenza, i giocatori passano, ma la Juve resta.
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