L'8 luglio 2017 poteva rappresentare l'inizio di qualcosa di stupendo per Abdelhak Nouri. Il talentuoso centrocampista classe '97 stava per vivere la svolta della sua carriera: dopo un sontuoso anno nello Jong Ajax, sarebbe entrato in pianta stabile nella prima squadra dei Lancieri, provando a giocarsi le proprie carte e mettere in mostra il suo talento. E invece, quel giorno è stato quello che l'ha strappato al calcio per sempre: durante l'amichevole contro il Werder Brema, si è accasciato al suolo, andando in arresto cardiaco. Nouri è stato rianimato a lungo (usando anche il defibrillatore), ma il suo cervello è rimasto per troppi secondi senza ossigeno, e ha riportato danni irreversibili. Sono stati mesi di apprensione, questi, per i giocatori dell'Ajax e per i grandi ex, che hanno sempre avuto un pensiero per ''Appie'' Nouri (Kluivert, Diks, Younes hanno preso la numero 34 per onorarlo), e ora possono tirare un piccolo sospiro di sollievo.
Quando ormai tutti avevano smesso di scrivere nelle speranze di un minimo recupero del talento ajacide, sono arrivate le dichiarazioni della famiglia a riaccendere un piccolo lumicino. Nouri si è svegliato il 5 agosto scorso, e come conferma il fratello ai microfoni di NL Times, riconosce i familiari: ''Se guardiamo le sue condizioni pregresse, ora va molto meglio. Il suo stato neurologico è molto migliorato negli ultimi mesi. Riusciamo a metterlo sulla sedia a rotelle, prima non era possibile - prosegue il fratello di Appie -. Ha sofferto alti e bassi, ma a livello di coscienza e comunicazione va molto meglio. Ci riconosce sempre. E se gli diciamo ''apri la bocca'' o ''alza il sopracciglio'' lo fa''. Piccoli e grandi miglioramenti, viste le condizioni di Nouri, che riesce a compiere movimenti limitati: ''C'è sempre qualcuno vicino a lui, non deve subire un declino fisico. Abdelhak è bloccato a letto, riesce a muovere solo la testa e siamo con lui 24 ore al giorno: lo rassicuriamo, sente voci che conosce''. La famiglia ora vorrebbe riportarlo a casa: ''Sappiamo dargli le medicine e il cibo, potremmo essere in grado di farlo, qualora tornasse a casa''. E ora, Abdelhak Nouri dovrà continuare la sua durissima battaglia.