L'italiano Gianni De Biasi è stato uno dei protagonisti, suo malgrado, della serata da incubo di Belgrado, dove è stato interrotto il match tra Serbia e Albania, di cui è ct, a causa degli scontri dentro e fuori lo stadio di Belgrado per le solite questioni politiche ed etniche che da decenni infiammano il territorio dei Balcani. "Siamo reduci da un'esperienza traumatica. E' successo quello che non pensavamo potesse succedere", ha raccontato De Biasi.
L'allenatore italiano ha detto ancora: "Stavamo giocando bene. Purtroppo non siamo riusciti a terminare la partita dopo che i tifosi hanno invaso il campo. Quello che è successo con i tifosi entrati sul campo è la cosa più incredibile che poteva succedere. E' stata una situazione di grande pericolo. L'impianto di Belgrado era inadeguato per quel tipo di partita, quattro giocatori hanno subito lesioni non solo dall'aggressione dei tifosi, ma sono stati colpiti anche dal servizio d'ordine, un fatto di una gravità incredibile".
La nazionale albanese è atterrata in patria poco dopo le 3 del mattino e circa 5mila tifosi, molti dal Kosovo, si sono recati all'aeroporto di Tirana per festeggiare la squadra, dei "veri eroi". I tifosi, dopo l'iniziale ira, sono passati ai festeggiamenti per la semplice ipotesi di una condanna della Serbia da parte dell'Uefa e quindi dell'assegnazione all'Albania della vittoria a tavolino.