Dieci sfumature di Lega Pro: le migliori storie della stagione

Pubblicato il 16 maggio 2015 alle 13:12:21
Categoria: Notizie Lega Pro
Autore: Redazione Datasport.it

Raccontare un’intera stagione di Lega Pro in poche righe è impossibile, ma ci sono alcune vicende che meritano un approfondimento: perché il calcio non è fatto solo di tre punti, classifiche, promozioni e retrocessioni.

DALLA PROVINCIA ALLA RIBALTA NAZIONALE - Potremmo tessere le lodi della Giana Erminio, squadra di Gorgonzola capace di entrare nel mondo della Lega Pro dopo anni di dilettantismo lombardo e di tenersi il posto grazie ad un campionato di ottima fattura: il legame tra il presidente Oreste Bamonte e mister Cesare Albè va avanti da tantissimi anni, trovare nel calcio una sintonia del genere tra patron e guida tecnica è quasi utopico eppure la Giana ci dimostra che le favole possono esistere anche nel 2015. E pensare che ad inizio 2011 la squadra militava in Promozione: una cavalcata imperiale fino alla Lega Pro e l’aver realizzato a Gorgonzola uno stadio adatto alla categoria è un capolavoro (troppe società, in passato, si sono riempite la bocca con discorsi del genere senza però arrivare mai a nulla).

SQUADRA E MISTER, CHE UNIONE - Nel girone A, inoltre, hanno per certi versi commosso le storie di Giuseppe Scienza e Michele Marcolini, allenatori di FeralpiSalò e Real Vicenza. Quante volte abbiamo letto di squadre scollate e di giocatori in rotta con il proprio tecnico? Niente di tutto ciò alla Feralpi: Scienza non allenerà la squadra i prossimo anno e l’abbraccio dei giocatori dopo il gol segnato nell’ultima partita è una fotografia che parla più di qualsiasi altra cosa. E Marcolini? Esonerato dalla dirigenza a fine gennaio (nonostante una classifica buona), ma i giocatori l’hanno presa malissimo e, dopo aver disertato l’allenamento, hanno addirittura pubblicato una lettera per ringraziare il loro condottiero: “in un mondo in cui la gratitudine esiste solo a parole…lo ringraziamo per il rapporto lavorativo e umano…la scelta della società ci trova in disaccordo”. Lacrime e commozione al momento dei saluti, ma un mese dopo la società lo ha richiamato al timone della squadra.

CAPUANO, UN AMORE CHE PUO' FAR MALE - Merita un capitolo a parte la vicenda dell’Arezzo, ripescato in Lega Pro a campionato già iniziato: inserita nel girone del nord, la formazione amaranto ha saputo costruirsi in corso d’opera, trascinata da un allenatore più unico che raro come Eziolino Capuano. Fare bene con premesse così tumultuose è quasi impossibile, eppure i toscani hanno chiuso al nono posto e l’allenatore ha creato con la piazza un’empatia pazzesca (le corse di Capuano sotto la curva fanno già parte della storia: e pensare che contro il Monza il mister ha addirittura accusato un malore a causa dell’eccessiva agitazione).

SECONDA SCELTA? NO PROBLEM - E Tonino Asta? Anche la sua storia ha dell’incredibile. Dopo due anni stupendi a Monza il mister era libero sul mercato ma il Bassano Virtus, dopo la clamorosa vittoria dello scorso anno in Seconda Divisione ed il doloroso divorzio da Mario Petrone, aveva puntato su Stefano Vecchi per la conduzione tecnica della squadra. Quando Vecchi si è accasato all’Inter, i veneti hanno virato su Asta: una seconda scelta? Di sicuro nessuno, ad inizio anno, avrebbe inserito il Bassano nella rosa delle favorite per la promozione in B, e invece…

LA SCALATA DEL TUTTOCUOIO DI ALVINI - Della proposta di matrimonio di Gianluca Lapadula allo stadio ne abbiamo già parlato a parte (leggi la storia), a Teramo ricorderanno a lungo un gesto tanto inatteso quanto romantico. Di romanticismo, nel gruppo B, ce n’è però ancora: in che altro modo può essere definito il rapporto tra Massimiliano Alvini e il Tuttocuoio? Dopo sette anni le strade del mister e della società toscana si separano e le lacrime in sala stampa al termine della gara contro il San Marino spiegano molte cose di questo legame: il piccolo Tuttocuoio, squadra di Ponte a Egola (frazione di San Miniato), doveva essere il vaso di terracotta in un gruppo di vasi di ferro, invece la truppa neroverde ha messo in crisi più di una squadra blasonata ed ha chiuso l’ultimo campionato in ottava posizione (dopo essere partita dalla Promozione). Che nel futuro di Alvini ci sia ora una grande squadra (Pisa)?.

TAJAROL-CORONA, STORIE UNICHE - Da camionista ad attaccante professionista: è l’incredibile parabola di Stefano Tajarol, centravanti della Lupa Roma. A 33 anni il giocatore ha fatto il suo debutto in Lega Pro, segnando tra l’altro un gol nella prima giornata contro il Lecce: una vita di passione e sacrifici, dal campo alla fabbrica (in passato ha lavorato anche in una fabbrica di tende da sole), ed ora la grande occasione di vivere sulla propria pelle l’esperienza del calciatore a 360 gradi. L’obiettivo per il prossimo anno? Aumentare il bottino di reti, ça va sans dire. Chi invece non vuole smettere di sognare è Giorgio Corona, cannoniere del Messina: il 15 maggio ha spento 41 candeline sulla torta ma nonostante una carriera intramontabile (7 reti in serie A con la maglia del Catania) ha ancora voglia di mettersi in gioco. Il Messina deve ottenere la salvezza attraverso i playout e si aggrappa disperatamente alla sua punta di diamante, che quest’anno ha già buttato nel sacco avversario ben dodici palloni: un’intera carriera in squadre del Sud (con la sola parentesi di Mantova tra il 2007 e il 2009), che lui vorrebbe concludere con un altro grande traguardo.

LA RIVINCITA DI CATURANO - Rimanendo in tema di attaccanti, chiudiamo con Salvatore Caturano, cecchino classe 1990 che quest’anno ha siglato ben diciotto reti con la casacca del Melfi: si parla sempre troppo poco di questi personaggi, nel 2007 Caturano, a 17 anni ancora da compiere, debuttò in serie A con la maglia dell’Empoli (Empoli-Siena, all’80’ prese il posto di Davide Matteini). Poteva essere l’inizio di un’avventura ai massimi livelli, invece ha iniziato a girare la penisola: Taranto, Viareggio, Ravenna, Andria, Nocerina, Foligno, Paganese, Casertana e Messina, poi è finito a Melfi dove l’allenatore giusto (Leonardo Bitetto) gli ha fatto compiere il salto di qualità decisivo. Grazie ai suoi gol il team lucano ha chiuso il torneo in nona posizione e il prossimo anno disputerà la Tim Cup: e chissà se Caturano riuscirà a sfidare ancora una volta una formazione di serie A.