La Opi ’82 prosegue nell’attività nazionale, portando alla ribalta giovani e meno giovani, in modo da non trovarsi impreparata al momento della ripresa a livello internazionale, con la Matchroome Italy che opera in sintonia col promoter inglese Eddie Hearn, Managing Director del team di cui fa parte Anthony Joshua e tanti altri campioni. L’attività stagionale di vertice dovrebbe riprendere in autunno ancora a Milano. Premetto che si tratta di opinione personale, non avendo parlato con nessuno del gruppo Cherchi. Nel frattempo la sigla Opi si è attivata a Cinisello Balsamo (Mi) il 22 maggio mettendo sul ring Giuseppe Osnato, Francesco Russo, Joshua Nmomah, Christian Cangelosi e Vincenzo La Femina. Il 23 luglio a Maccarese sul litorale romano zona Fiumicino, si è disputato il tricolore superwelter tra il romano di Anguillara, Mirko Di Carlantonio (17-7-1) 40 anni e il toscano di Prato, Marco Papasidero (9-2-4), 32 anni, finito in parità, lasciando di fatto il titolo ancora vacante. Nel cartellone figuravano anche Mirko Natalizi, Francesco Russo, il campione UE, Mario Forte, Serhiy Demchenko e la romana Stephanie Silva, Hanno vinto tutti e in particolare ottimo il debutto al professionismo dell’ex campione italiano dilettanti dei medi, Giovanni Sarchioto. Se posso permettermi un giudizio personale non mi è piaciuto Mirko Natalizi nonostante abbia vinto contro un buon rivale, come l’ucraino Shcherbyna (10-2-1), il superwelter romano, non era preparato al meglio. Per sua fortuna ha bombe nei guantoni. Non fosse stato così, l’ucraino che ha temperamento e una buona base tecnica, poteva ottenere il risultato clamoroso. Sul percorso nazionale, l’ultima fatica della Opi 82, ha avuto luogo mercoledì 28 luglio, nella splendida località di Verbania, sulle sponde del lago Maggiore, che fa parte della provincia Verbano-Cusio e Ossola, nata nel 1992, confinante con la Svizzera e la Lombardia. Verbania, 32.000 abitanti è anche la cittadina che ha dato i natali a Ivan Zucco (14), 25 anni che sul ring di casa ha difeso il tricolore supermedi, con più facilità del previsto, contro il palermitano Ignazio Crivello (7-8-1) le cui dichiarazioni pre match, lasciavano prevedere una battaglia tosta ed equilibrata. Non è stato così. Fin dai primi scambi si è capito che per lo sfidante la situazione non era delle migliori. Peraltro il campione si è presentato in ottima condizione, meno teso del precedente confronto del 16 aprile all’Allianz Cloud di Milano, quando conquistò il tricolore a spese di Luca Capuano, costretto alla resa per l’evidente maggiore potenza del piemontese, che pur vincendo era apparso molto teso, senza quella continuità offensiva messa in mostra a Verbania. Sul ring di casa il campione in carica ha preso subito il comando del match, tenendo Crivello sotto scacco, costretto a pedalare indietro, cercando di limitare i danni muovendosi molto, senza mai trovare repliche valide. Alla seconda tornata sotto l’ennesima scarica, subendo il destro di Zucco, scivola al tappeto ed è contato. La superiorità è ormai evidente, anche se Crivello non appare in seria difficoltà, ma la sfida è a senso unico. In avvio di terzo round, il siciliano accusa un dolore al braccio sinistro e si ferma. L’arbitro gli chiede se intende continuare e al suo assenso il match riprende. Per concludersi poco dopo, con Zucco che lo insegue per il ring deciso a concludere la sfida. Cosa che avviene a metà del round, con Crivello lucido ma non in grado di difendersi dai colpi del riconfermato campione. La serata aperta al pubblico nel rispetto delle norme sanitarie, ha dato modo a Zucco di potersi avvalere del supporto sonoro dei suoi tifosi accorsi per sostenere il proprio beniamino. Prova significativa, in previsione di traguardi più ambiziosi, che lo stesso atleta nel dopo match ha espresso: “Contro Crivello dovevo valutare la condizione atletica, avendo svolto una preparazione specifica che prevedeva di arrivare alla fine dei dieci round. In effetti stavo bene, i colpi partivano sciolti e avrei voluto disputare qualche ripresa in più. Ma nella boxe quando capisci di poter vincere non devi rimandare l’opportunità. Come ho fatto contro Crivello. Adesso mi riposo solo qualche giorno poi torno in palestra, in attesa di conoscere i programmi dei Cherchi. Sono disponibile per una cintura internazionale, primo passo per puntare ai traguardi europei. Non dico di avere molta esperienza, ma combattere contro avversari impegnativi ritengo sia il modo migliore per acquisirla”.
Serata all’insegna della velocità. Prima del match tricolore, esordio al professionismo di Oronzo Birardi (1), 21 anni, militante nei massimi leggeri, nativo di Palo del Colle, la cittadina in provincia di Bari che ha dato i natali anche a Vito Antuofermo, campione europeo (1976) e del Mondo (1979) dei medi. Il giovane gigante risiede in Germania a Magonza, antica città sul Reno, dove i genitori hanno preso residenza per lavoro da molti anni. Il giovanotto ha vestito la maglia della Germania vincendo i titoli nazionali giovanili e conquistando l’oro agli europei jr. svoltisi a Leopoli in Ucraina nel 2015, a soli 15 anni, battendo in finale il romeno Biro. Ricordo di averlo visto, ai mondiali youth in agosto 2018 a Budapest, negli 81 kg. battuto all’esordio dal più l’uzbeko Timur Merzhanov (4-1) che nella sfida successiva batterà anche l’azzurro Alaoma. Incuriosito dal cognome italiano, gli chiesi la sua situazione. Mi spiegò che aveva doppio passaporto e il papà era anche il suo allenatore oltre che consigliere. Voleva passare professionista, ma non vedeva futuro in Italia, quindi avrebbe scelto la Germania. Evidentemente il periodo difficile del Covid e il contatto con i Cherchi, gli hanno fatto cambiare idea. Troppo facile il debutto a Verbania, contro Tomislav Rudan (7-31-1), croato di 32 anni, già visto in Italia contro Bruzzese, Cataldo, Spahiu e Faraoni sconfitto sempre ai punti. A Verbania ha fatto solo da ascensore, in due riprese scarse è stato contato quattro volte, di fronte ad un giovanotto che ha già un buon repertorio di colpi, anche se muscolarmente può migliorare, magari scendendo nei supermedi. Comunque un giovane interessante. Ugualmente sbrigativo l’altro piemontese sul ring. L’ex tricolore Francesco Grandelli (15-1-1) ha concesso all’esperto spagnolo Antonio Rodriguez (7-23-8), 37 anni, meno di un round, giustiziandolo con un sinistro al fegato verso la fine della ripresa. Prima del ko aveva respinto con facilità gli attacchi dell’ospite, generoso ma prevedibile, mentre Grandelli mostrava velocità e precisione. A questo punto, salvo soprese dell’ultima ora, il prossimo impegno dovrebbe essere la sfida contro il mancino romano Mauro Forte, detentore della cintura UE piuma. Sono arrivati ai previsti sei round i confronti tra i piuma Fateh Benkorichi (9-1-1) ed Ettore Sergio (1-4) e i superwelter Alessio Cangelosi (3) e Lester Cantillano (4-41). Benkorichi, nato il 13 luglio 1994, allievo della palestra milanese Domino, del maestro Pino Caputo che ha scoperto anche Daniele Scardina, campione italiano leggeri dilettanti nel 2015 a Gallipoli, portato dal padre in palestra nel 2010, per farlo scendere dagli oltre 85 kg. Professionista dal 2017 col debutto a Londra, dove aveva trovato la compagna e il lavoro, una sola sconfitta a Riga, in Lettonia, immeritata contro Marcis Grundulis nel 2019. A Verbania ha giocato contro il non più verde Ettore Sergio (1-4), molto generoso ma troppo prevedibile per un rivale che ha molte qualità, a cominciare dal colpo d’occhio nell’evitare i pugni degli avversari con schivate millimetriche e rientri altrettanti precisi. Il limite riguarda l’inconsistenza dei colpi, che non lasciano traccia. Comunque un pugile che fa spettacolo e merita di essere rivisto. Ettore Sergio ha fatto quanto poteva e merita gli stessi applausi del suo vincitore. L’altro palermitano della serata, Alessio Cangelosi (3), 22 anni, esperienza negli USA da dilettante con successi importanti, seguito da Paul Malignaggi, ha messo in carniere il terzo successo a spese di Lester Cantillano (4-41), 29 anni, welter nicaraguense di stanza in un paesino vicino a Venezia, che interpreta dal 2016 il ruolo di perfetto collaudatore. Così è stato anche stavolta non è venuto meno al ruolo. Cangelosi era partito deciso, mettendo in mostra colpi pesanti, sopra e sotto, costringendo al conteggio sul destro al corpo, il sorpreso Lester. Per un paio di round, il palermitano ha provato la soluzione pesante risultata difficile per l’accorta difesa del rivale, che schivando e arretrando, ha concluso i sei round previsti. Cangelosi ha così iniziato a giocare, colpendo e poi invitando l’avversario a colpire, per esibire schivate, rientri e combinazioni senza forzare. Vittoria larghissima, senza sforzo. In futuro occorre alzare il livello degli avversari per capire il reale valore di Christian. Che potrebbe ottenere risposta nel prossimo autunno con la riapertura dell’attività dopo la pausa estiva.
Giuliano Orlando