Domenica (OPI e Taverniti) a Carugate, boxe di qualità con l’inedito D’Addazio e altri sette match riservati ai beniamini lombardi.

Pubblicato il 11 ottobre 2024 alle 10:10
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

Domenica (OPI  e Taverniti) a Carugate, boxe di qualità con l’inedito D’Addazio e altri sette match riservati ai beniamini lombardi.

di Giuliano Orlando

Ci siamo, domenica 13 ottobre, la Opi 82 di Alessandro Cherchi e la Taverniti Promotion, offrono boxe di qualità, con l’intervento di DAZN Italia, al Palasport di Carugate nel milanese, allestendo una corposa serata di pugilato da non perdere. Per l’infaticabile Alessio Taverniti, che ha avuto sulle spalle tutto il peso dell’organizzazione a livello logistico, in un cartellone dove figurano ben otto combattimenti, la soddisfazione di aver realizzato l’evento più importante della carriera. Affidando all’imbattuto superleggero abruzzese Edoardo D’Addazio (11), 28 anni, pro dal 2021, l’impegnativo ruolo di protagonista, che a sua volta non nasconde l’ambizione di arrivare al vertice della categoria a livello europeo in tempi brevi. “Sono consapevole dell’onore ma anche della responsabilità che mi vengono affidate. Per questo mi sono allenato come mai in precedenza. Combattere nel milanese significa molto. Non posso rovinare la striscia vincente raggiunta, semmai convincere gli organizzatori a puntare su di me anche in futuro”.  

In maglietta vanta due presenze agli assoluti. Nel 2019 a Roma, lo ferma il romano Armando Casamonica che vince il titolo. Ad Avellino nel gennaio del 2021, dopo aver battuto il siciliano Tramontana per rsc al primo round e il quotato toscano Osmeni, in semifinale trova il campano Paolo Di Lernia, titolare in azzurro, già tricolore 2015 e 2016, che fa valere la maggiore esperienza. Una sconfitta più che onorevole e un bronzo importante. Dopo la seconda esperienza agli assoluti, decide per il passaggio nei professionisti. Il suo maestro di sempre, Luciano Caioni è il primo ad approvare la scelta: “Edoardo ha sempre avuto il sacro fuoco del guerriero. Fin dal suo ingresso a 16 anni all’Accademia Pugilistica Giulianova, dove opera anche il maestro Paolo Di Cristofaro, dimostrò un temperamento da combattente, ma era ancora indeciso sulla scelta. Infatti per un bel po’ non frequentò la palestra. Tornò, sulla soglia dei 19 anni, deciso a recuperare il tempo perduto. Venne ad allenarsi a Roseto dove funziona la struttura principale. Sul piano dell’impegno è sempre stato un allievo molto partecipativo. La sua generosità sul ring piace al pubblico e in occasione del suo debutto a Carugate, oltre ai famigliari avrà il supporto di tifosi giunti da Giulianova”.                                                                                                                          

    A contattarlo è stato Alessandro Cherchi, dandogli l’opportunità di combattere fuori dall’Abruzzo, su un ring importante. Edoardo, ricorda di aver fatto un provino a Milano, nella palestra della OPI Gym, sotto lo sguardo del maestro Franco Cherchi “Evidentemente sono stato convincente se Alessandro mi ha proposto di tenere il clou dell’importante serata a Carugate. Da parte mia sono deciso ad arrivare alla cima assoluta della boxe. D’accordo con Alessandro, abbiamo lasciato il ruolo di sfidante al tricolore, puntando verso il traguardo europeo. Senza fretta ma decisi”.                                                                                                                                               

 Lo scorso anno sei andato a Miami in Florida e hai combattuto a Santo Domingo. E’ stato utile questa trasferta?                                                                                                                                                                           

  “Per dirla tutta, quando decisi di passare professionista, era mia intenzione svolgere l’attività negli USA. Purtroppo il covid rovinò tutti i miei piani e dovetti restare a casa. Lo scorso anno volli realizzare sia pure parzialmente quel desiderio e andai a Miami, dove abitano amici di famiglia che mi hanno ospitato. Ci sono rimasto tre mesi, allenandomi nella palestra diretta da Donato De Montis, torinese da anni residente in Florida. In quel periodo mi venne proposto di combattere a Santo Domingo e accettai volentieri. L’avversario era un venezolano piuttosto impegnativo, Eloy Rai, con un buon record (13-5-1). Vinsi per ko ma non fu un match facile”.                                                                                                                                                                                

   Cosa dicono in famiglia della scelta di fare il pugile a tempo pieno?                                                                            

     “Mi incoraggiano tutti e mio padre è il primo tifoso. Sarà presente a Carugate con parecchi amici. Io ce la metterò tutta, consapevole di dover migliorare e non poco. In particolare nella difesa, nel gioco di gambe e ragionare durante il match, evitando di lasciarmi andare all’istinto del guerriero che mi porto dentro. Finora è andato tutto bene e mi accorgo di crescere anche nella fiducia dei miei mezzi e questo aiuta molto. Capisco che è giunto il tempo dei confronti più impegnativi e l’avversario odierno è il primo della serie. Ho visto alcuni filmati e dovrò boxare con intelligenza e molta velocità, senza dargli bersaglio”. Il competitore scelto per Carugate è l’argentino Miguel Antin (20-16-1), 31 anni sul ring dal 2015. Avvio promettente con 16 vittorie fino al 2018, poi la scelta del ruolo di collaudatore. Apparso diverse volte in Italia, lo scorso anno a Torino ha tenuto ai punti contro Maxim Prodan. Rivale su misura per il debutto di D’Addazio in Lombardia.                   

       Parecchio rischioso l’avversario del supermedio marocchino Othmane Dioual (6-1-1), 28 anni, pro dal 2019, residente a Milano. Attivo fino al 2021, poi si ferma e riprende solo quest’anno, ottenendo 4 vittorie, l’ultima il 23 giugno scorso a Milano, mettendo KO il campano Raffaele Munno (3-2), 34 anni, ottimo dilettante a lungo azzurro e campione italiano, l’ultimo titolo nel 2019. Il marocchino affronterà il francese Agop Margaryan (8-1), 23 anni, boxe tecnica, non certo un collaudatore, ma avversario che punta alla vittoria. Il medio milanese Marco Bressani è passato pro a 33 anni, debuttando il 3 settembre a Istanbul, dove a sorpresa, batte il locale Emre Tiunk che di anni ne ha 23. Domenica, davanti al pubblico di casa trova il collaudatore serbo Ilic Bozidar (0-20-1), pro dal 2018, 31 anni, cliente abituale in Italia. Nei supergallo, il salvadoregno Douglas Leon Chavez (4-2), di stanza a Como e nazionalizzato italiano, 27 anni, reduce da due vittorie a Milano, affronta Aziz El Ghouiyal (1-23), tunisino di 31 anni che vive a Brescia, licenza italiana, collaudatore generoso, utile per rimpinguare il record senza correre rischi. L’emergente piuma Nicolò Setaro (5-1) di Sesto S. Giovanni, pro dal 2023, 24 anni, praticamente imbattuto, avendo riscattato la sconfitta rimediata in Spagna il 23 marzo scorso, contro Alvaro Ouaoua (1-3). A distanza di un mese, affronta lo stesso rivale a Milano e lo batte nettamente sui sei round.

Giovedi se la vedrà con Youssef Al Mourchid (1), operativo a Bolzano, guidato dal manager milanese, Simone Verdicchio. Youssef, torna in Lombardia, dopo aver debuttato a Milano il 23 giugno scorso, battendo il locale Andrea Di Stefano, dimostrando buone qualità. Il medio Daniele Reggi (8-0-1), 26 anni, pro dal 2022, gioca in casa (nato a Segrate, risiede a Cernusco sul Naviglio) e avrà un buon seguito di tifosi. Boxe d’attacco molto generosa. Per lui è stato scelto il serbo Zeljko Kovacevic (13-14-1), 35 anni, pro dal 2015. Combatte in prevalenza in Francia, Spagna e Italia, dove ha sempre perduto. L’ultima apparizione contro il fiorentino Yassin Hermi (15-1-1) nel 2023, che lo ha giustiziato in fretta. Reggi spera di vincere, anche perché nei giorni successivi vuole concedersi un bis eccezionale: “Premetto che vivo il pugilato a tempo pieno. Lavoro in palestra alla Scuola di Pugilato del maestro Alessio Taverniti, al quale debbo molto, nel doppio ruolo di pugile e aspirante insegnante. Del mio avversario non ho visto nulla, ma mi fido dei consigli del mio maestro”. Cosa ti ha detto in proposito? “Che il serbo ha esperienza da vendere, molto veloce e replica sempre. Quindi sarà compito mio anticiparlo e colpirlo con precisione e decisione. Per temperamento sono un attaccante, anche se negli ultimi tempi ho cercato di gestire meglio l’istinto battagliero. Inoltre sarà importante vincere, perché in caso positivo salgo nei prima serie e quindi posso pensare al titolo italiano, il traguardo immediato in una categoria dove non mancano ottimi pugili”. Hai parlato di un altro traguardo eccezionale.

Di cosa si tratta? “Frequento l’ISIS al Leonardo Da Vinci e pochi giorni dopo il match, conto di laurearmi in Scienze motorie, altro traguardo di importanza vitale per il mio futuro. Vittoria e laurea, un doppio centro ideale”. Il tuo pugile preferito? “Anche se lontano dal mio modo di combattere, ammiro Oleksandr Usyk, il mancino ucraino che reputo un professore di pugilato. Non per niente è stato mondiale cruiser e adesso dei massimi, oltre che imbattuto, una leggenda”. Martina Caruso (1), allieva dal maestro Francesco Seveso alla Pugilistica Brianza, 32 anni di Giussano, conclusi gli assoluti a Chianciano, dello scorso dicembre, dove ottenne il bronzo nei pesi leggeri, decise il passaggio al professionismo. Dopo il debutto a Cogliate a luglio, spedendo KO alla prima ripresa la corregionale Stefany Sori Sale, (0-4) già sua rivale da dilettante, per la prima volta al tappeto, domenica torna sul ring, contro la fiorentina Antonina Cuti (1-11), allieva della Pugilistica San Giovanni, buon record in maglietta, presente alle WBS nel 2021, attiva nei vari sport da combattimento, avanti con gli anni, ma ottima collaudatrice.

Martina da professionista è scesa nei piuma e intende fare sul serio: “I tre round, sono sempre stati un problema. Riuscivo a malapena a scaldarmi. Allungando la distanza sicuramente posso rendere di più. La Cuti ha esperienza da vendere, per questo ho svolto una preparazione mirata a mantenere un ritmo alto per tutte le riprese previste. Ho trascorso un periodo di allenamento a Bologna, facendo i guanti con Pamela Noutcho, che il 25 ottobre a Bologna disputerà l’europeo leggeri contro la serba Nina Pavlovic. Pamela, tanto gentile come persona, quando fa i guanti è un tornado. Colpisce sopra e sotto, gira i colpi e non cala mai il ritmo. Fare i guanti con lei è davvero impegnativo. Comunque si impara tanto. Ci ha invitato a Bologna e col mio maestro andremo a vederla. Spero tanto che vinca”.                                                                                                                                      

       A completamento d’informazione, Pamela in un primo tempo doveva affrontare la spagnola Sheila Martinez (7-3), 25 anni, europea piuma, che ci ha ripensato, restando nella categoria inferiore, forse consapevole che il rischio era piuttosto alto. L’EBU l’ha sostituita con Nina Pavlovic (9-5-1) 26 anni, serba di Smederevo. Professionista dal 2018, appena ventenne disputa due mondiali. Il primo a metà dicembre 2020 a Milano, sfidando la poliziotta francese Maiva Hamadouche (22-2) per l’IBF superpiuma. Lotta impari chiusa all’8° round, evitando alla serba una punizione eccessiva. Dopo quella sconfitta si è fermata riprendendo nel 2022.

Da allora ha disputato quattro incontri, una sconfitta contro la francese Zidani (5), titolare a Parigi, eliminata all’esordio dalla filippina Petecio, bronzo olimpico, e tre vittorie. L’ultima la più importante, a Vienna lo scorso aprile, battendo la tedesca Nicole Wesner (18-2), pro dal 2012, un passato ricco di titoli, giunta al deposito a 47 anni, lasciando alla serba il mondiale WBF, ennesima sigla a disposizione. A Bologna sicuramente darà filo da torcere all’infermiera di casa nostra. Che a sua volta, motivi per vincere ne ha parecchi e concreti, forte di un temperamento da guerriera e un miglioramento tecnico tattico notevole, oltre che lo stimolo di dare alla città che l’ha adottata, la soddisfazione di riportare nella “dotta” il trofeo già conquistato dall’indimenticabile “Checco” Cavicchi, il campione che investiva i guadagni con buoi e mucche, nei gloriosi anni ’50. Ma anche di Lucio Cusma (1983). Personalmente sono fiducioso.                                                             

     Tornando a Carugate, spazio e attenzione per i superpiuma locali Leonardo Faretina (7-5-1) e Yuri Zanoli (3-16-1). Che ho definito sfida di campanile. Il primo è di San Giuliano, l’altro di Rho. In questo caso il record è secondario. Leonardo, nato pugilisticamente alla Apot 1928, dei fratelli Leo e Domenico Pasqualetti - a loro volta allievi dell’indimenticabile Ottavio Tazzi, insegnante che univa infinita umanità con tutti i suoi ragazzi - ha 32 primavere, esordio da pro nel 2017, due anni di attività e poi lo stop. Riprende quest’anno e mette assieme tre vittorie.

Perché il lungo stop, chiedo: “Causato dalla tiroide che mi dava problemi infiniti. Ho dovuto fermarmi e curarla. In quel periodo non ero per niente tranquillo e debbo tutto alla mia compagna Giò, che mi è stata vicino come non mai. Adesso la situazione si è normalizzata e sono tornato in palestra per non arrugginirmi, scoprendo di avere una condizione atletica e fisica ottimale. Perché non riprendere? Ho parlato con i miei maestri che sono stupendi e assieme ci abbiamo provato. Fino ad oggi è andato tutto bene. Tra l’altro ho trovato un lavoro che mi soddisfa, situazione non secondaria. Zanoli, il prossimo avversario non lo sottovaluto affatto. Ha tre successi, tutti prima del limite, per cui non posso permettermi distrazioni. Anche perché ho in mente di arrivare al titolo italiano il prossimo anno”.                                                                 

  Si inizia alle 17 e avanti fino al clou, affidato a Edoardo D’Addazio, il guerriero abruzzese che approda per la prima volta in Lombardia.

Giuliano Orlando