Quattro anni di squalifica per uso di Epo, possesso di testosterone e per essersi avvalso della consulenza del dottor Ferrari, soggetto inibito dall'ordinamento sportivo. E' questa la pena richiesta dalla procura del Comitato Olimpico Nazionale Italiano nei confronti di Alex Schwazer, il marciatore altoatesino trovato positivo all'eritropoietina ricombinante il 3 luglio scorso, in un controllo a sorpresa dell'Agenzia Mondiale Antidoping eseguito a ridosso dei Giochi Olimpici di Londra.
Ettore Torri, capo della procura del Coni, ha usato la mano pesante richiedendo al Tribunale nazionale antidoping il massimo della pena per Schwazer. L'atleta italiano, oro a Pechino nella 50 km di marcia, aveva comunque annunciato il proprio ritiro dopo lo scandalo suscitato dalla vicenda, dicendo di non essere più disposto ad affrontare sacrifici per il suo sport.