"Armstrong? Spero che vuoti completamente il sacco, che dica tutto quello che era il sistema, che individui i personaggi che lo hanno aiutato perché vanno allontanati dal nostro mondo". Queste le dure parole del presidente della Federazione italiana di ciclismo, Renato Di Rocco, sulla confessione shock del 41enne ciclista texano che nei giorni scorsi, durante un'intervista a Oprah Winfrey, ha confessato l'utilizzo di sostanze dopanti in tutte e sette le edizioni del Tour de France che l'hanno visto vincitore, dal 1999 al 2005.
Il numero uno del ciclismo italiano ribadisce la fermezza nella lotta al doping: "Sostengo che bisogna porre un modello italiano - prosegue ai microfoni di Radio Manà Manà Sport -. Abbiamo messo in campo diversi paletti che oggi fanno dell’Italia un modello. Non a caso su alcuni libri nei quali si parla di quanto accaduto intorno ad Armstrong, si dice che quando il Tour faceva tappa in Italia, la sera le squadre ritornavano in Francia per fare le loro terapie. Questo perché in Italia non si può scherzare, si prendono forti rischi. Il ciclismo italiano è sano, ha affrontato la situazione con determinazione e ne veniamo fuori come un modello di riferimento".
Di Rocco ha grandi aspettative per il 2013: "E' un anno importante per l'Italia perché c'è stata la Coppa del mondo di ciclocross all’ippodromo delle Capannelle a Roma, che è stato uno scenario straordinario per gli atleti che si sono cimentati in questa disciplina, che erano i migliori al mondo. Inoltre c’è il Mondiale di Firenze, che deve essere valorizzato a dovere. Sono molto contento, bisognerà spingere anche sulle bellezze che l’Italia può offrire".