Il doping non ha risparmiato nemmeno le Olimpiadi di Londra, la 30esima edizione dei Giochi. Anche l'Italia è coinvolta visto che il Coni ha deciso di escludere un atleta non ancora giunto in Inghilterra. Secondo indiscrezioni, l'atleta in questione è il marciatore Alex Schwazer, che avrebbe fallito un controllo antidoping della Wada, l'Agenzia mondiale antidoping, risultando positivo all'Epo in un test effettuato il 30 luglio a Oberstdorf, Germania.
In attesa di conferma ufficiali da parte della Fidal e dal Coni, ci sono diversi altri casi. Lo statunitense Nicholas Delpopolo, subito dopo l'esordio nella categoria 73 Kg del judo, è stato sottoposto ad un esame delle urine che ha rivelato la presenza di tetraidrocannabinolo, metabolita della cannabis. Il 20enne albanese Hysen Pulaku, che in gara nel sollevamento pesi nella categoria dei 77 kg, è stato trovato positivo allo stanazololo, un anabolizzante. Luiza Galiulina, 20enne uzbeka impegnata nella ginnastica artistica, è risultata positiva al furosemide, un diuretico. Tameka Williams, 22enne velocista antillana di St Kitts e Nevis, positiva a una sostanza 'che non è consentita dal Codice' antidoping. A questi si aggiungono poi il colombiano Diego Palomeque Echevarria, la brasiliana Kissya Cataldo, l'ucraina Nataliya Tobias, il marocchino Abderrahim Goumri, il greco Irini Kokkinariou, il turco Meryem Erdogan, e tre russe, Svetlana Klyuka, Yevgenina Zinurova e Nailiya Yulamanova, più la marocchina Mariem Alaoui Selsouli e il francese Nordine Gezzar.