Il più grande fenomeno di
Secondo l'agenzia antidoping mondiale lo scandalo coinvolgerebbe l'ex presidente della Iaaf, Lamine Diack, e i vertici politici e sportivi dello sport russo: un sistema messo in piedi per coprire decine di casi di positività in cambio di denaro, con tanto di un vero e proprio laboratorio ombra per anticipare i controlli dell'antidoping ufficiale russo. Sotto accusa il direttore del laboratorio di Mosca, Grigory Rodche nko, colpevole di aver distrutto oltre mille test per evitare che l'inchiesta potesse fare il suo c orso. A dare l'ordine, secondo la Wada, sarebbe stato il Ministro dello Sport Vitaly Mutko.
Pronta la risposta del capo dell'agenzia federale medico-biologico russa, Vladimir Uiva: "Hanno una motivazione assolutamente politica, come le sanzioni contro la Russia - si difende Uiva -. Non hanno alcuna base perché questi test antidoping sono i commissari stessi della Wada ad effettuarli sugli atleti. E nello stesso tempo l'atleta non sa quando arriva il commissario. Non c'è alcun motivo di privare i nostri atleti delle medaglia, anche olimpiche, o di squalificarli, e nemmeno gli allenatori"
"Le informazioni contenute nel rapporto Wada sono allarmanti - ha invece dichiarato l'attuale presidente della Iaaf, Sebastian Coe -. Abbiamo bisogno di tempo per analizzarle correttamente e comprenderne i risultati. Nel frattempo ho invitato il Consiglio ad aprire un procedimento nei confronti della Federatletica russa".