Dovizioso: "La Honda non credeva più in me"

Pubblicato il 10 dicembre 2011 alle 09:27:38
Categoria: Moto GP
Autore: Redazione Datasport.it

Andrea Dovizioso, classe 1986, tra i protagonisti della MotoGp dal 2008, si aggira in questi giorni tra i padiglioni del Motor Show di Bologna con l’aria rilassata e lo sguardo di chi di motori se ne intende, eccome. Un terzo posto conquistato con 228 punti nell’ultimo Motomondiale, alle spalle di Stoner e di Lorenzo, il campione di Forlimpopoli si apre ai microfoni di Datasport proprio in occasione del Salone Internazionale dell’Automobile e a due mesi esatti dalla sua ufficializzazione alla Yamaha.

Dopo tanti anni in sella alla Honda, la prossima stagione gareggerai per un’altra scuderia, perché questa scelta?
Certamente in Honda sapevo di poter fare un anno molto buono, ma da parte loro posso dire che è venuto meno quell’interesse nei miei confronti che ha sempre caratterizzato il nostro rapporto, così ho deciso di cambiare.

Nel 2012 guiderai una Yamaha del Team Tech3, cosa ti aspetti?
Il mio obiettivo è quello di andare più forte e migliorare i risultati ottenuti finora. Credo molto in questo progetto, lo considero un investimento per il mio futuro. Per quanto riguarda la moto, attendo di provarla sul circuito della Malesia, pista che reputo ideale per poter testare la tenuta del mezzo.

La volontà di abbassare i costi della MotoGp ha portato a voci piuttosto curiose, secondo le quali Carmelo Ezpeleta (il capo della Dorna, società che gestisce il Motomondiale, ndr) sarebbe intenzionato a rivedere nuovamente il regolamento per il futuro, imponendo a tutti di utilizzare delle moto CRT. Stoner ha dichiarato che, nell’eventualità, smetterebbe di correre. Tu cosa ne pensi?
Ultimamente non si fa altro che parlare di novità nel regolamento. Prima o poi si giungerà ad una conclusione. Se dovessero venire imposte delle regole così ferree, io continuerei comunque a gareggiare, perché amo il mIo mestiere. Se Stoner ha detto che piuttosto abbandonerebbe il Motomondiale, allora probabilmente è stanco di fare il pilota.

Momentaneamente libero dagli impegni lavorativi, ti trovi al Motor Show. Spesso di parla di campioni delle moto sulle quattro ruote. Tu cosa dici?
Credo sia un po’ il sogno di tutti i motociclisti provare poi a correre sulle quattro ruote. Posso dire che il rally è una specialità che mi coinvolge parecchio. In futuro, chissà! Ora sono ancora giovane e penso alla carriera che ho davanti in sella alla moto. Vengo sempre volentieri al Motor Show, ho molti ricordi legati all’infanzia. Da piccolo, quando correvo sulle minimoto, venivo al Salone dell’Automobile e in cuor mio speravo di poter realizzare qualcosa di buono in futuro. Non avrei mai immaginato di arrivare dove sono arrivato.

Un’ultima domanda: com’è senza Simoncelli?
Marco ed io eravamo amici da una vita. La sua scomparsa è stata un colpo atroce, per giorni non avevo altro per la testa. Ma si deve andare avanti. I funerali sono stati un po’ la saracinesca per cercare di superare questo drammatico episodio.