Il Mancio ha vissuto momenti di sconforto, storia di un paio di mesi fa. Al punto da pensare cose che portavano a un’unica sensazione. Ovvero: prima che decidano di mandarmi via, sarebbe il caso di lanciare qualche messaggio e di capire se posso davvero tornare in Italia. Da lì il flirt, malgrado le smentite, con la Juve. Quei messaggi raccolti un po’ a stento perché in fondo dai tifosi della Juve è visto come il nemico, conseguenza della sua esperienza con l’Inter. E alcune dichiarazioni non passarono inosservate. Ma quando gli uomini Juve (in modo particolare Nedved) hanno pensato di muoversi, Mancini ha capito che sarebbe stato difficile lasciare Manchester. Un po’ per il contratto oneroso, un po’ perché stava risalendo la corrente nelle considerazioni dello sceicco.
Mario Balotelli ha fatto parlare più fuori che dentro il campo. Birichino (eufemismo) ogni tre o quattro giorni, si è segnalato per tante situazioni che spesso hanno avuto poco a che vedere con il calcio. Balotelli è questo: prendere o lasciare. E in tanti lasciano. Ultimamente ha fatto un esame di coscienza (davvero?), ha giurato che avrebbe cambiato atteggiamenti per rispetto e riconoscenza nei riguardi di Mancini che lo aveva voluto a ogni costo. Nella finale di FA ha incantato, un primo tempo con i fiocchi, lo zampino in occasione del gol decisivo, il premio di “uomo partita”. Se era un’occasione per ripartire, Super Mario l’ha colta al volo. Nella speranza che ora decida di lasciare il segno con un certa continuità. E che non sia assalito dal desiderio di tornare in Italia.
Nel regno di sir Alex (Ferguson) che vince sempre e non si stanca più, ora Manchester ha un gagliardetto italiano da appendere in bacheca. Doppio gagliardetto, Mancio più Balotelli. Chapeau.