In alcune cose possono darci qualche lezione: mentalità, organizzazione, assenza di vittimismo. Gli inglesi magari saranno avanti in alcuni aspetti, ma adesso non pensiamo in eterno che la loro erba sia sempre più verde. Anche perché molto spesso ha un colore sbiadito e forse dovrebbero vergognarsi un po' loro. Almeno quanto noi in altre situazioni. Mettiamola così: lo stato di forma delle loro squadre non è da tramandare. E la campagna europea rischia di tramutarsi in un fallimento.
L'Arsenal che ha fatto finta di giocare in casa del Milan è quanto di più umiliante possa esserci. Il gruppo più provinciale e più arrendevole al mondo non proporrebbe certo quel tipo di atteggiamento. E' vero, non ci sono campioni a parte Van Persie, ma dov'è finita la dignità che Wenger trasmetteva al gruppo, l'orgoglio di non abbassare lo sguardo e di provare a restituire un schiaffo, piuttosto che scegliere la strada della resa senza soluzione di continuità?
Si continua a celebrare il Manchester City, possiamo anche augurare a Mancini di vincere la Premier. E sarebbe ora dopo i milioni a palate che Mansour ha messo a disposizione e che i suoi collaboratori (opinione personale) spesso hanno colpevolmente scaraventato dalla finestra. Il City dei milionari va a sfidare il Napoli con una spocchia senza precedenti, lasciando a lungo in panchina due pepite d'oro come Aguero e Nasri, neanche degnandosi di superare il primo turno di Champions. Basterebbe questo per montare un processo infinito, da oggi fino ai prossimi tre mesi.
Se volete parliamo del Chelsea dove il presunto principino è un uomo sempre più solo. Il presunto principino ha un cognome roboante, Villas Boas. Lo avevano presentato come l'erede di Mourinho, un predestinato. Da Special Two sarebbe diventato molto presto Special One, avrebbe scalato qualsiasi classifica. In poche parole: il Migliore in prospettiva. Adesso sta per presentarsi a Napoli per la Champions da separato in casa, dentro lo spogliatoio qualcuno odia. Al punto che avrebbero chiesto la testa, senza sconti o rinvii. Abramovich per ora frena semplicemente perché l'esonero comprenderebbe penali mica da ridere. Ma immaginate se un presidente italiano pagasse 15 milioni per liberare un allenatore, e poi aggiungesse un contratto faraonico per catturarlo, con questi risultati. I tifosi chiederebbero a quel presidente di andare immediatamente in esilio e di nascondersi per la vergogna nel posto più sperduto del mondo. Biglietto di andata, senza ritorno.
Resterebbe il Manchester United, fuori dall'Europa che conta e che sir Alex Ferguson cerca di tenere aggrappato al ramoscello per salvare ciò che resta della stagione e per evitare di finire nel burrone. Bilanci ballerini, buchi neri, il rischio di perdere Pogba a parametro zero (la Juve da settimane in agguato), perplessità e sospiri profondi. Morale: la nostra erba non sarà verdissima, abbiamo mille problemi da risolvere. Ma quella del vicino ha un colore talmente sbiadito che per una volta sarebbe il caso di non strapparsi i capelli - tutti i capelli - dall'invidia.