Fallo con il cuore, mettici il cuore: quante volte abbiamo ascoltato frasi del genere? Parecchie. Ma spesso non abbiamo avuto i giusti riscontri, nel senso che non tutti ce lo mettono, il cuore. Anche in chiave di mercato spesso comanda il business, i quindicimila euro da guadagnare di qua piuttosto che di là. Aste incredibili, in nome di un conto in banca da gonfiare. Alla larga da altre valutazioni.
In questi giorni si parla molto di Cesc Fabregas, uomo ovunque dell’Arsenal. Un fenomeno. Uno che da solo sposterebbe gli equilibri di una squadra, a maggior ragione se quella squadra avesse qualche altro interprete a grandi livelli. Fabregas è un figlio del Barcellona, nel senso che si è formato lì, avrebbe voluto non spostarsi da lì. Invece, un bel giorno l’Arsenal lo portò via: Cesc pensava che sarebbe stata un’esperienza breve, invece il ciclo è stato lungo e ricco di soddisfazioni personali, pur dovendo ammettere che Wenger – vero maestro – ha insegnato tanto ma ha vinto poco.
L’Arsenal sta cambiando filosofia: fino a qualche tempo fa resisteva all’assalto dei top club per i gioielli, adesso accetta le proposte faraoniche. E’ andato via Clichy, toccherà probabilmente a Nasri, inevitabile che il discorso coinvolga Fabregas. Ed è almeno la terza o la quarta sessione di mercato che si riparla di Cesc al Barcellona, del ritorno a casa madre, del sogno agognato. Ci sono stati incontri, contatti, summit, verifiche. Ci siamo, ormai. L’Arsenal chiedeva oltre 40 milioni, con uno sconto di quattro o cinque si dovrebbe fare. E il ragazzo potrebbe concretizzare quello che è il suo desiderio di sempre.
E’ normale che altri club ci stiano provando. Addirittura un sondaggio del Real Madrid in passato: roba impossibile. E poi il Manchester City. Qualche assaggio del Milan, con le porte chiuse. Molto più di qualche assaggio dell’Inter, considerato che Fabregas è un vecchio pallino di Massimo Moratti. Ma i margini di manovra sono stati minimi. Dobbiamo pensare a un altro particolare: Fabregas sarebbe disponibile a rinunciare a una parte dell’ingaggio pur di preparare la valigia, destinazione Barcellona. Giocare con Xavi e Iniesta, verticalizzare per Messi: ormai qualsiasi ragionamento è a senso unico. E sinceramente ci sono pochi (diciamo zero?) margini di manovra per fargli cambiare idea.
Fabregas con il cuore: lasciatelo andare.