Editoriale: Luis Enrique, spocchia vera

Pubblicato il 26 agosto 2011 alle 11:39:47
Categoria: Calciomercato
Autore: Redazione Datasport.it

Tre squadre su quattro eliminate: ormai, non è più una notizia. L’Udinese fuori dalla Champions, Palermo e Roma hanno detto addio all’Europa League. Resta la Lazio, ma siamo davvero messi male se già ad agosto ci spazzano via senza pietà. Tre squadre su quattro: se dovesse continuare così, e non ci sono molti margini per essere ottimisti, il ranking ci respingerà sempre più giù. E noi continueremo a cercare alibi, a scaricare la colpa su altri, senza capire perché affondiamo.

La situazione più inquietante è quella che chiama in causa la Roma. Luis Enrique, ovvero mister spocchia. Sembra quasi che abbia inventato il calcio. Gli leggi la presunzione negli occhi, non conosce la parola umiltà, parla come se fosse una sentenza. Si era presentato abbastanza bene, aveva espresso concetti chiari, sembrava avesse il controllo dello spogliatoio. L’idillio è durato poco, eppure qualche giornalista compiacente lo aveva dipinto come il nuovo Guardiola. Se avesse soltanto il dieci per cento dell’equilibrio di Pep, già sarebbe un bellissimo punto di partenza.

Bene, anzi male: la Roma incrocia lo Slovan Bratislava, sembra una passeggiata di Europa League. Invece, diventa un supplizio. Luis lo spocchioso dice che di solito schiera sempre (e sottolinea sempre) la migliore formazione. Quella dell’andata non comprendeva Totti e Borriello, piuttosto Okaka e Caprari: serve un commento? Al ritorno si è superato, aggrappandosi a Viviani, quindi a Verre, avrebbe mandato in campo un quindicenne se lo avesse avuto a disposizione. Il progetto sui giovani è bello e intrigante, ma non può essere esasperato all’infinito. Dimenticando che il primo comandamento è il risultato. E che il secondo condiziona parecchio il primo: serve la perfetta gestione dello spogliatoio.

Luis lo spocchioso ha spazzato via tutto. Il direttore sportivo Sabatini ci mette la superficialità di chi finge di non capire. E afferma: “Le grandi cose a volte si costruiscono su un dolore”. Il dolore sembra Luis Enrique: non è l’aspetto tattico, è tutto il resto. Ma se Baldini, direttore generale in pectore, da lontano stanga Totti mentre Sabatini lo esalta, evidentemente il tributo al caos è stato abbondantemente pagato. Siamo a fine agosto e c’è una certezza: uno tra Luis lo spocchioso e Totti è di troppo. Occhio perché fingere che tutto vada bene, e che sia una semplice eliminazione dall’Europa League, sarebbe l’anticamera di un disastro completo.