Massimo Moratti è una brava persona e un presidente che ama l’Inter più di se stesso. La premessa è importante perché ci sono numeri uno che timbrano il cartellino, che non ci mettono la passione, che privilegiano esclusivamente il business. Certo, il business è importante, il bilancio anche. Ma se non hai la passione resti in mezzo alla strada. Sarebbe come presentarti a un appuntamento galante controvoglia: che senso avrebbe? Meglio starsene a casa.
Stabilita la premessa, dato a Moratti quello che gli spetta di diritto, ci sono alcune cose che non tornano. Sono le ore decisive per il trasferimento di Samuel Eto’o all’Anzhi, oggi potrebbe essere il giorno giusto per l’annuncio. Moratti ha espresso tutto il dispiacere possibile e immaginabile. Belle parole, ma è anche vero che ha fatto poco per trattenerlo. Una scelta. Ci può stare che un presidente decida di fare il colpo in uscita pensando all’ingaggio (oltre dieci milioni), all’età (trent’anni) e al prezzo del cartellino (non meno di 27-28 milioni). E questi potrebbero essere punti a favore del presidente, almeno le suddette e inequivocabili motivazioni.
Il punto è un altro. Quale? Quando Moratti dice che anche nel 2009, dopo la partenza di Ibrahimovic, si immaginava un’Inter ridimensionata e meno forte. E invece, a seguito di quell’operazione, la squadra è venuta su fortissima, al punto da conseguire il Triplete sotto la magica guida di Mourinho. Dal mio punto di vista, l’ho detto tante volte, si trattò di uno dei migliori affari di calcio mercato degli ultimi vent’anni. Ibra al Barcellona, Eto’o e ben 50 milioni nelle casse dell’Inter. Un miracolo, una svolta pazzesca.
Ma è proprio simile discorso che fa la differenza. Per sostituire Ibra arrivò Samuel, l’avvoltoio del gol. Quello che avrebbe poi dimostrato di essere letale: 53 gol in due stagioni, serve altro? Una potenza, un mito, un mostro di bravura. E Moratti non può ignorare questo particolare. Di Eto’o sul mercato ce ne sono pochi, vi prego di farmi qualche nome. Forlan è bravo, ma è come Eto’o? Tevez ha talento, ma lo cambiereste con Eto’o? Lavezzi ha un altro ruolo, potrebbe giocare con Samuel, non è di sicuro il sostituto naturale. Ammesso, e molto non concesso, che davvero vada via da Napoli.
Morale: aspettiamo prima di dire che sarà un’Inter più forte. Contano i fatti, il resto vale zero.