Editoriale: Pato, musica scudetto

Pubblicato il 3 aprile 2011 alle 09:17:49
Categoria: Calciomercato
Autore: Redazione Datasport.it

All’alba spunta Pato, passeggiando tra Ranocchia e Chivu, ingigantendo l’improvvisato disegno tattico di Leonardo. All’alba spunta Pato, si carica il Milan sulle spalle, risponde a quelli che credono che sia un problema. In contemporanea nascono gli enormi interrogativi su Leo e sull’Inter. Anzi, sull’Inter di Leo. A me il ragazzo brasiliano, lo considero un ragazzo, sta molto simpatico. Ma in una partita così vengono fuori i limiti di uno stratega incompiuto. Bravo, bravissimo, a trasmettere adrenalina. A vivere e a far vivere la felicità dell’eterno fanciullo. Ma quando il gioco si fa duro bisognerebbe privilegiare gli approfondimenti tattici.

Leo ancora non è un allenatore. E’ un perfetto, fantastico, motivatore. E stavolta l’Inter ha bucato l’approccio. Una squadra distratta, poco affamata, in balia delle onde. Mi è sembrato di rivedere il primo tempo dell’Allianz Arena: se fosse finita 4-1 nessuno avrebbe avuto da ridire. Stavolta è Leo che sbaglia tutto. La formula 4-2-fantasia è un suicidio. Meglio: 4-2-improvvisazione. Morale: credi che il sorpasso al Milan dipenda dal numero degli attaccanti. Invece, non memorizzi due concetti. Il primo: per l’Inter a due punti dai cugini sarebbe stato importante non perdere, al limite restare attaccata al carro scudetto. E quindi Leo avrebbe dovuto impostare una squadra equilibrata, con Stankovic e senza Pandev, per non far ripartire i tremendi pesi leggeri rossoneri.

Allegri queste cose le ha studiate al centimetro. Ha responsabilizzato quel genio di Seedorf (che partita, da dedicare a chi in passato lo ha fischiato), aggrappandosi alla saggezza di Van Bommel. E poi innescando tre signori capaci di accendersi con due metri di spazio. Pato è Pato, poesia quando è ispirato così. Boateng è la sintesi del calcio moderno: mediano e trequartista, trequartista e mediano, con la palla e senza palla. Robinho sbaglia gol incredibili, ma produce un lavoro enorme che spacca le difese. Il Milan trova ogni riscontro nella notte della controprova, l’assenza di Ibrahimovic ritenuta – non a torto – determinante. Vincere un derby così senza Zlatan è un’iniezione pazzesca. Passi per il doppio giallo a Cassano che non ha fatto in tempo a gustarsi un rigore conquistato e trasformato. Gocce di rammarico all’interno del gran coro rossonero.

All’alba spunta Pato. Più cinque sull’Inter con sette partite da giocare non significa scudetto. Ma anticamera sì. Panorama con vista scudetto, forse è meglio.