Editoriale: Prandelli, ora il tempo c’è

Pubblicato il 7 settembre 2011 alle 18:26:23
Categoria: Nazionali
Autore: Redazione Datasport.it

Finalmente una qualificazione senza patemi. Senza aspettare l’ultimo secondo, il risultato favorevole proveniente dagli altri campi. Oppure chissà cosa. L’Italia ha staccato il tagliando per gli Europei 2012: non era un girone complicato, il fattaccio di Genova, protagonista (in negativo) la Serbia, ci ha spianato la strada. Abbiamo giocato un calcio a sprazzi, figlio di episodi e di lampi dei singoli. Prandelli va incoraggiato: in fondo non siamo lontani dall’alba della nuova missione. Ci vuole tempo e pazienza. Ma alcuni paletti vanno messi.

Viviamo il momento peggiore a livello di movimento nazionale. I club arrancano, siamo distanti anni luce dai nostri presunti rivali che riescono ad essere più organizzati e precisi. Che non hanno il problema degli stadi. Che non improvvisano. E che quando devono raccogliere non si fanno trovare impreparati. Noi domani celebreremo un grande evento, l’inaugurazione del bellissimo nuovo stadio della Juve, come se fosse un record del mondo. Oppure un’impresa titanica. Morale: da noi la normalità diventa eccezione. Da altri le (nostre) eccezioni sono normalità. La Juve ha fatto da sola, chapeau, quando occorrerebbe una legge buona per tutti. Agnelli è stato bravo, furbo e attento. Prima o poi si sveglieranno gli altri presidenti. Ed è normale pensare che queste situazioni incidano non poco sul movimento in generale. E quindi anche sul club Italia.

La domanda è: ma quali sono i campioni di questo gruppo azzurro? I fuoriclasse veri, quelli che fanno la differenza e che si distinguono rispetto agli altri? Faccio fatica a rispondere. Buoni giocatori, certo. Fuoriclasse è un altro paio di maniche. Andare agli Europei in simili condizioni non è il massimo della vita. Non c’è un reparto che ti dia la certezza assoluta di avere una base di vera competitività. Forse è la depressione del momento, fedele sintesi di una filosofia che ha purtroppo toccato il punto più basso.

Ma c’è un aspetto positivo, chissà. Aver staccato il tagliando per gli Europei con un po’ di anticipo consentirà a Prandelli di avere tempo per studiare la formula migliore. Dicono: ma è stato troppo semplice passare il turno con questi avversari cuscinetto… Certo, ma pensiamo alla vergognosa eliminazione in Sudafrica contro gente nettamente inferiore. E non facciamo sempre gli schizzinosi. Dal suddetto punto più basso si deve soltanto risalire.