L’Udinese non può tirare la corda. E farà di tutto per non tirarla. Il riferimento non tanto casuale è ad Alexis Sanchez: quella che parte oggi è la settimana decisiva. Le italiane sono fuori, da tempo. L’Inter mai ha pensato di scendere seriamente in campo, malgrado avesse marcato stretto Sanchez lo scorso gennaio con relativo accordo sull’ingaggio. Ma l’asticella legata al cartellino è andata sempre più in alto, a quindicimila metri di quota. E Moratti pur apprezzando le doti del ragazzo, ha preferito tirarsi fuori.
Il Barcellona pensava di annunciare Sanchez tra martedì e mercoledì scorsi. Al punto che aveva programmato le visite mediche. Nulla di tutto questo. Perché Gian Paolo e Gino Pozzo, artisti anche nelle cessioni, hanno fatto di tutto per rimescolare le carte. E bisogna dire che ci sono riusciti in pieno. Il patron ha rilasciato un’intervista-sentenza. “Sanchez per noi ha lo stesso significato di Messi. E il nostro Messi, il nostro gioiello. Quindi, abbiate pazienza e non protestate: a meno di 50 milioni non lo cediamo”. Proprio così: 50 milioni secchi. Il Barcellona, che era arrivato a circa 40 milioni più contropartita tecnica, si è quasi scandalizzato. E punta sulla volontà del ragazzo di raggiungere Messi per comporre un tandem formidabile.
Questa pausa ha ipoteticamente favorito la rincorsa folle del Manchester City. Conoscete bene gli uomini di Mansour: quando devono rilanciare, non ci pensano. Erano partiti da 32-33 milioni cash, adesso hanno sfondato il muro dei 40 milioni e sono pronti ad arrivare ai 45 più bonus. Più o meno la stessa cocciutaggine che aveva portato a perdere e poi abbracciare Dzeko nel giro di poche settimane. Sanchez non ha detto no al City, ha detto soprattutto sì al Barcellona: sembra poco, eppure è una differenza sostanziale. Ma quando scatta un’asta bisogna aspettare che venga fatta definitivamente chiarezza.
L’Udinese ha un dovere, non tirare troppo la corda. Pozzo ha capito che trattenere Alexis non avrebbe senso, gli offrono dai 3,5 milioni in su di ingaggio. Decidere subito è una priorità, anche perché i talenti bloccati (Piatti in testa) vanno portati a casa, senza correre eccessivi rischi. Il Barcellona è convinto di chiudere entro pochi giorni Nel frattempo il City rilancerà ancora, Pozzo vedrà i 50 milioni e gli brilleranno gli occhi. Qualche altro giorno di palleggio può andar bene, due settimane no.