Intanto manca Fabregas, non proprio una cattiva notizia. L’Arsenal perde il faro, la mente. E sfida l’Udinese senza il principale riferimento, senza l’uomo che l’ha presa a lungo per mano, accendendo la luce anche quando tutte le lampadine sembravano spente. E’ un preliminare strano per Wenger che si prepara a salutare anche Nasri. Ovvero, due pedine fondamentali spazzate via in un colpo. E’ la legge del mercato: quando tu vinci poco devi fare cassa, i tuoi assi sono corteggiati e diventa complicato trattenerli. Fabregas si è (ri)sposato con il Barcellona, dopo una promessa di matrimonio (bis) durata anni. Per l’Arsenal è una prova durissima: la prima vera volta senza Cesc, senza il play che risolveva duecento problemi al minuto. Udinese, devi approfittarne.
Avremmo bisogno di una bella serata per spazzare via le malinconie dell’ultimo periodo. In Friuli si sono dedicati al mercato in uscita, incassando oltre 60 milioni con le cessioni di Zapata, Inler e Sanchez. Forse avrebbero dovuto fare qualcosa in entrata, almeno a ridosso di questa partita che vale molto e non soltanto per il prestigio. Esattamente come avrebbe dovuto fare qualcosa il Palermo prima dell’Europa League e pochi giorni dopo l’addio a un asso come Javier Pastore. Ma la speranza è che stavolta l’epilogo sia diverso: sarebbe un’iniezione di fiducia fondamentale nella stagione che porterà soltanto tre squadre, non più quattro, ad ottenere il passaporto per la Coppa dalle Grandi Orecchie. Chiamasi ridimensionamento.
Londra può essere dolce, a patto che l’Udinese giochi da squadra convinta, senza timidezza. Guidolin è un ottimo stratega, l’ha dimostrato. E sa come preparare queste partite da “dentro o fuori”. Si è pentito su Floro Flores: da separato in casa alla patente di “uno dei migliori attaccanti italiani”. L’ha detto lui, il prode Francesco, alla vigilia del lungo rinnovo di Floro fino al 2016.
Ma le chiavi sono di Di Natale. Per la prima volta nelle ultime cinque-sei sessioni di mercato non si è parlato di Totò in uscita. Dopo aver sfiorato la Juve, si è messo l’anima in pace. Chiuderà a Udine, casa sua. Onorerà gli ultimi anni in Friuli, senza perdere il famoso vizio. Di Natale è unico: trascinatore, bandiera, finalizzatore.
E allora, vai con Totò. Stasera si fa l’Udinese a Londra. E sarebbe fantastico se la notte degli orfani di Fabregas si trasformasse in un elettrizzante Di Natale-show.