Stasera tutti per l’Udinese. Ritorno dei preliminari, arriva l’Arsenal e non è una sfida impari. La gara dell’andata l’ha dimostrato: l’Udinese ha creato, ha sprecato, ha circondato l’avversario e non l’ha colpito. Lo avrebbe meritato, una manna per Wenger che evidentemente aveva un appuntamento con la fortuna. Ma quella partita ha detto che ci sono margini per cercare di ribaltare e mandare a casa gli inglesi freschi orfani sia di Fabregas che di Nasri. Ci sono due motivazioni, entrambe importanti, che dettano legge.
Intanto l’Udinese merita il passaggio nella fase a gruppi. E’ una società che ha sempre fatto il giro dell’Europa e del mondo a caccia di talenti. Sarebbe un premio ai 25 anni di calcio della famiglia Pozzo. Un altro premio per Guidolin, ottimo allenatore frenato spesso da un carattere particolare. E’ un trampolino per Totò Di Natale che ha 34 anni, non è più un ragazzino. E che non a caso sente la sfida di stasera come se si trattasse di una finale dei Mondiali. Forse l’Udinese ha avuto il piccolo difetto di pensare soltanto al mercato in uscita. Almeno negli ultimi quaranta metri: Pinzi alle spalle di Di Natale può andar bene, ma si avverte parecchio l’assenza di un tipo come Sanchez. E soprattutto di un sostituto all’altezza. Ma c’è una settimana di trattative: passare il turno significherebbe pensare a qualche investimento in più.
Se non bastasse l’aspetto di un popolo – quello friulano – in fibrillazione, ci sarebbe una spiegazione molto più ampia. Il calcio italiano ha bisogno di una notte felice, da impresa, da sorriso completo. Il calcio italiano ha problemi in crescita, un malloppo di contrarietà e autogol, scandali e omissioni, rinvii e superficialità. I posti per la Champions da questa stagione sono tre, nella speranza che il ranking non ci faccia scivolare più indietro. Avremmo bisogno di qualche coccola, di una carezza, quindi di una bella notizia. E l’Udinese che batte l’Arsenal, che lo manda a casa propiziando i processi a Wenger, sarebbe una vitamina tale da farci dimenticare – almeno per una notte – le mille contraddizioni e i continui tormenti. Se ci pensiamo bene, non è poco.
Ecco perché lo slogan dovrebbe essere: Udinese, per te e per noi. Insomma, se ti qualificassi saremmo felici quasi quanto il popolo friulano. E tu, caro Totò, devi trovare le traiettorie perfette: hai detto che è come la finale di un Mondiale, pali e traverse lasciali a casa.