Si sono concluse da poco le elezioni per il Presidente della FIGC. Settimane di accordi, udienze, stesura dei programmi e dichiarazioni. Esito? La Federazione Italia Giuoco Calcio è commissariata.Tutto questo passa dal fallimento della nazionale nello spareggio ai mondiali, in un riordino dei diritti tv della Serie A (di competenza Lega per la verità, ma importante per il calcio), fino ad arrivare alla crisi di giovani e alla poca competitività in Europa. Queste sono le dichiarazioni di Gabriele Gravina: "Dove c’è stato il cortocircuito dopo l’accordo con Sibilia? Dentro di me, nel mio modo di essere e nel mio modo di pensare e nella mia coerenza".
Prosegue: "Io ho intrapreso un percorso che ho trasferito all’interno di una piattaforma con dei punti chiari che è stata condivisa con importanti società di Serie A, di Serie B, tuta la Lega Pro, gli allenatori, gli arbitri e diverse società dilettanti. Pensare di abdicare a questo percorso solo per diventare il presidente della FIGC non me la sono sentita: mi dispiace. L’accordo doveva prevedere anche il rispetto per chi ha condiviso con me questo percorso. Io ho avuto dei compagni di viaggi che mi sono stati vicini in questo percorso e non posso pensare di rinnegare le relazioni con queste persone. Sarò fatto male ma il calcio, che è un parte importante della mia vita, non è tutta la mia vita. E nel calcio a volte bisogna dare degli esempi di coerenza e ho rinunciato a quest’ipotesi anche se mi sarei aspettato di giocare la mia partita. L’ultimo ballottaggio non è stato fatto perché qualcuno ha preso il pallone e l’ha portato via. Il futuro del calcio italiano? Non è così negativo, quella che esce sconfitta oggi è la classe dirigente. Ma il calcio italiano se riparte dalla disfatta del 10 novembre contro la Svezia e da quella di oggi, può essere rifondato" .