ESCLUSIVA / Intervista a Emanuele Renzini dopo Tokyo guardando a Parigi

Pubblicato il 6 settembre 2021 alle 10:30
Categoria: Boxe
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Al Consiglio Federale di settembre, il presidente Flavio D’Ambrosi ha ufficializzato il ruolo di Emanuele Renzini quale direttore tecnico responsabile di tutte le squadre nazionali, fino ai Giochi di Parigi 2024, oltre ai ruoli tecnici delle varie categorie, con le novità del rientro di Francesco Damiani e Patrizio Oliva, oltre alle mansioni specifiche e l’assegnazione di responsabilità nei vari settori.

Chiedo a Renzini di illustrare il nuovo assetto che deve portare non solo a Parigi, ma anche le scelte azzurre delle manifestazioni stagionali come gli europei youth a Budva in Montenegro dal 12 al 24 ottobre, i mondiali maschili a Belgrado in Serbia dal 24 ottobre al 6 novembre, oltre ai mondiali femminili che l’AIBA non ha ancora definito sede e data.

“Quando hai un mandato che ti permette di programmare l’attività per tutto il ciclo olimpico, è chiaro che puoi lavorare con maggiore serenità, piuttosto che un accordo stagionale. Ringrazio il presidente e il Consiglio Federale per questa fiducia. L’assegnazione dei ruoli è definitiva in tutti i settori. La mia responsabilità nel ruolo di coordinatore di tutte le squadre non può prescindere dalla collaborazione dei tecnici preposti in ogni categoria. Per gli élite maschili in sintonia col sottoscritto, operano Moffa e Agnuzzi che seguirà in particolare gli U22. Il settore femminile di vertice è affidato alla Tosti e a Caldarella che seguiranno anche le U22. Valeria Calabrese è la responsabile di tutte le squadre giovanili (schoolgirls, jr. e youth) che si avvarrà della collaborazione di Gianfranco Rosi. Gli jr. maschili sono affidati a Federici, gli youth a Cappai e Stifani. Affidato a Riccardo D’Andrea il Centro Metodologico, operativo con la ‘Elav Institute’ per la preparazione fisica con i giusti presupposti degli atleti fin dalle categorie giovanili, in stretta collaborazione con Fabio Morbidini, responsabile della fisioterapia. Questi i quadri ufficiali tecnici”

Francesco Damiani e Patrizio Oliva, rappresentano un ritorno dell’ultima ora. Che ruolo svolgeranno?

“Ci siamo incontrati a Roma sia con Francesco che con Patrizio i cui ruoli ritengo avranno un riscontro sicuramente positivo. Oliva ha preso la parola proponendo una nuova strategia. Spiegando che non possiamo confrontarci con i russi e altri paesi dell’Est, dove alla stessa età scolare hanno alle spalle settanta incontri, per cui dobbiamo lavorare senza l’ansia del risultato immediato, ma per preparare dei buoni youth ed élite. Un giudizio che condivido appieno. Inizialmente vanno protetti e fatti crescere con giudizio per averli al top verso i 17, 18 anni. Damiani deve fare il talent scout. Andrà in giro per l’Italia a vedere le manifestazioni e anche nelle palestre per segnalare gli elementi più interessanti”.

Facciamo un passo indietro e parliamo dei Giochi di Tokyo. Rispetto alle aspettative della vigilia il bilancio generale dell’Italia al femminile come lo valuti?

“Un bilancio certamente positivo, anche se la squadra nel suo complesso poteva raggiungere risultati ancora migliori. In questi tornei i sorteggi sono determinanti, purtroppo 2 delle 4 ragazze si sono fermate agli ottavi affrontando campionesse mondiali”.

Nel dettaglio il rendimento delle quattro azzurre ti ha soddisfatto, atleta per atleta?

“Le ragazze sono state eccezionali, persino Angela Carini, dilaniata da una grave vicenda famigliare (proprio in quei giorni il suo amato papà si era irrimediabilmente aggravato) ha trovato la forza di salire sul ring e dare tutto. Rebecca Nicoli, dopo 8 lunghi mesi di riabilitazione post chirurgica e soli tre mesi di allenamento specifico, e riuscita nell’impresa di salire per ben due volte sul ring olimpico facendo persino tremare le gambe alla campionessa irlandese. Il cammino di Giordana Sorrentino nel torneo olimpico poteva essere arrestato solo dall’altissima cinese (la sua bestia nera, ci aveva già perso 2 anni prima ai quarti di finale dei campionati mondiali), ogni volta che la incontra ripete sempre la stessa frase: “ma perché questa non va a giocare a pallavolo invece di rompere le palle a me!”. Irma Testa non ha certo bisogno di essere commentata, ormai ha raggiunto un grado di maturità e di abilita che la colloca stabilmente fra le migliori al mondo. Quel bronzo poteva essere un oro, ma purtroppo questa volta è andata cosi, lavoreremo perchè lo diventi.

Il livello tecnico femminile è cresciuto in rapporto ai Giochi di Rio?

“Il livello cresce costantemente, più che altro si sta uniformando. Oggi non è raro vedere campionesse mondiali che rimangono fuori dal podio”.

La squadra italiana femminile era la più giovane in assoluto, con la media età di 21,75, seguita dall’Algeria 22,66, Thailandia 23.66, Taipei 24, Gran Bretagna 25, USA 27.20; Brasile 28, la Russia e l’India a 29,25, sfiorano i 30 anni, addirittura oltre Canada 31 e Polonia 32.33. Questo significa che, salvo cambiamenti l’Italia a Parigi si presenterà con una media di 24 anni, ideale per il miglior rendimento. Cosa ne dici?

“Certamente questo dato è importante e ci fa sperare in un futuro migliore, ma nella boxe, le variabili che determinano il successo o l’insuccesso sono molte, bisogna solo lavorare con serietà cercando di non lasciare nulla al caso”.

Quali delle protagoniste dei Giochi ti hanno più impressionato? Qualche sconfitta imprevista?

“Sono stato sorpreso dalla bulgara Stoica Petrova (51kg) che dopo essere caduta nell’oblio per diversi anni, è risorta e ha vinto le olimpiadi contro ogni pronostico”.

A chi daresti il premio per la migliore atleta vista a Tokyo?

“Non saprei, ce ne sono di brave, forse sceglierei la turca Surmeneli dei 69 kg.”

A tuo giudizio la sconfitta di Irma in semifinale è stata causata dalla superiorità della Petecio o piuttosto da un calo più mentale che atletico dell’azzurra? Quali potrebbero essere le cause?

“È successo tutto nel secondo round, quando la filippina ha cambiato improvvisamente atteggiamento aggredendo la nostra Irma, che presa di sorpresa non è stata in grado di rimediare. Irma poi è tornata a contrastare la Petecio nella terza e ultima ripresa portando a segno anche dei colpi buoni, ma evidentemente quel secondo round aveva già convinto la giuria che è rimasta della sua idea”.

Arbitri e giudici a Tokyo erano tutti nuovi, frutto non di una selezione di valori, ma di un sorteggio a livello di lotteria.Non è stato un azzardo scriteriato, vista la scarsa preparazione e la visione tecnica difforme dei prescelti, come ha fatto rilevare in una lettera Franco Falcinelli presidente EUBC?

“Effettivamente per quanto riguarda Arbitri e Giudici, si poteva fare meglio! La Task Force del CIO, dopo le vicende di RIO, si è fatta carico dell’organizzazione del torneo olimpico e conseguentemente della gestione delle giurie, convinti del fatto che sarebbe bastata l’onestà per fare meglio dell’AIBA, ma così non è stato! Questo testimonia il fatto che il nostro è uno sport difficile da giudicare, inoltre il criterio poco oggettivo utilizzato attualmente non aiuta”.

Nella finale medi maschile, dopo l’atterramento dell’ucraino Khyzhniak ad opera del brasiliano Sousa, l’arbitro ha fermato il match, senza neppure contarlo a metà della terza ripresa, col pugile in piedi e lucido, nettamente in vantaggio ai punti. Non era più logico dare all’ucraino, una possibilità di recupero? Vista l’importanza della posta in palio? Errore di un arbitro inesperto, non all’altezza del compito chiamato a svolgere?

“Per questo torneo gli arbitri non sono stati selezionati, bensì sorteggiati. Erano presenti molti arbitri inesperti e le varie vicende scabrose a cui abbiamo assistito sono la conseguenza di questa scelta scellerata”.

Pare che il CIO sia orientato per i Giochi del 2024 a Parigi di portare a sei le categorie femminili e far scendere a sette quelle maschili. Due domande: ritieni l’ennesimo cambiamento positivo per la boxe e nel caso ciò avvenisse, quale categoria tra le donne andrebbe inserita, in ballottaggio i 64 e gli 81 kg., mentre tra gli uomini potrebbe esserci l’accorpamento tra gli 81, i 91 e i +91 in sole due categorie. Il tuo giudizio in merito a queste trasformazioni.

“Per quanto riguarda le donne, indubbiamente i 64 kg, non ha senso inserire una categoria come gli 81 kg visto che ce ne sono pochissime nel mondo e il livello non è un gran che”. Per ciò che riguarda gli uomini invece, credo che una forbice di 20 kg non permetta soluzioni o compromessi di nessun genere. Valuterei piuttosto la possibilità di ridurre il numero di pugili per categoria mantenendo le 8 attuali.

L’AIBA ha portato a 13 le categorie di peso maschili, in controtendenza col CIO. La tua opinione?

“L’approccio dell’AIBA è condivisibile. Piu categorie significa piu medaglie e piu gente felice, uguali a piu voti. Il problema è che quando arrivano le Olimpiadi il mondo del pugilato si divide in due grandi gruppi, i felici olimpionici e gli infelici orfanelli che puntualmente per circa 2 anni vengono abbandonati e dimenticati”.

Qualora nel 2204 l’AIBA venisse reintegrata e potesse allestire l’organizzazione dei Giochi, saresti favorevole ad un premio in denaro come fa nei grandi tornei, anche alle medagliate e medagliati olimpici?

“Certo che sì, i premi in denaro sono sempre graditi dagli atleti”

Giuliano Orlando