Intervista ad Emanuele Renzini, responsabile delle azzurre. I’intenso programma verso Tokyo

Pubblicato il 8 gennaio 2020 alle 16:10:50
Categoria: Boxe
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Il settore pugilistico femminile italiano ha chiuso il 2019 con un numero record di medaglie, in contrapposizione con quello maschile, che ha faticato parecchio ad ogni rassegna ufficiale, raccogliendo un bottino poco ragguardevole, in rapporto alle attese. Il bilancio esprime questi risultati. Europei school (13-14 anni), a Tbilisi in Georgia, un oro con Tiziano Guglielman, argento a Davide Fiori, bronzo con Mastrorillo, mentre le ragazze conquistano 3 ori (Marra, Sannino e Acconcia) e altrettanti bronzi (Broccio, Ferraris e Lambo). Europei jr. (15-16 anni) a Galati (Romania), oro a Yoel Carlo Angeloni, nei 63 kg., cresciuto a Cuba, papà italiano, per le ragazze: oro a Viola Piras, argento a Federica Lombardo, Sophia Mazzoni e Pia De Fazio; bronzo a Elen Ayari. Europei youth (17-18 anni) a Sofia in Bulgaria. Per i maschi 2 bronzi: Michele Baldassi (52) e Vincenzo Fiaschetti (+91). Le azzurre 3 ori: Erika Prisciandaro (48), Martina La Piana (51) e Melissa Gemini (69) e un argento con Daniela Golino. Prima nella classifica per nazioni. Europei assoluti. Maschili a Minsk (Bielorussia); argento: Salvatore Cavallaro (75). Femminili a Madrid (Spagna); 2 ori: Irma Testa (57), Francesca Amato (64); argento: Angela Carini (69); bronzo: Roberta Bonatti (48) e Flavia Severin (+81). Europei U 22 a Vladikavkaz (Russia). Maschi: nessuna medaglia; donne: 1 oro: Irma Testa (57) migliore atleta del torneo, argento: Rebecca Nicoli (60), bronzo: Roberta Bonatti (48) e Giovanna Marchesi (51). Nel computo generale, riferito ai tornei europei, gli uomini hanno conquistato: 2 ori, 2 argenti e 3 bronzi, per un totale di 7 medaglie. Le donne: 10 ori, 6 argenti, 8 bronzi per un totale di 24 medaglia. Ogni commento è superfluo. Maschi all’asciutto anche ai mondiali di Ekaterinburg in Russia, mentre le azzurre a Ulan Ude sempre in Russia, conquistano l’argento con Angela Carini nei 64 kg.

Ai recenti assoluti disputati a Roma, le scelte tecniche tra Giulio Coletta (maschile) e Emanuele Renzini, si sono differenziate. Il responsabile degli uomini ha ritenuto di valutare la situazione nei tornei pre e post assoluti (In questi giorni una selezione azzurra si allena negli USA), facendo svolgere un robusto allenamento ad Assisi, presenti quasi tutti i migliori azzurri, nello stesso periodo in cui si sono svolti i campionati. Renzini ha indicato la rassegna romana come banco di prova assoluto. Per questo un bilancio realistico per gli uomini è abbastanza laborioso e non facile. Mentre per quello femminile gli assoluti sono stati un banco di prova importante. Al responsabile Renzini ho chiesto un giudizio della massima rassegna nazionale.

Questa la risposta. “Ho visto numerosi incontri di buon livello. Diverse finali si sono concluse vicino alla parità, anche se il 5-0 dei giudici poteva trarre in inganno. Mi riferisco alle sfide nei 51, 54, 69 e 75 kg. Nei 48, la piacentina Roberta Bonatti ha confermato di essere al momento la più forte, ma la giovane campana Giovanna Marchese, classe 2000, si è dimostrata rivale alla sua altezza. Nei 51, giusta la vittoria dell’abruzzese Olena Savchuk, 25 anni, assai cresciuta nel 2019, molto motivata. A scusante di Martina La Piana (19 anni compiuti a novembre) un 2019 intenso e vincente (titolo europeo youth e tornei vari) a fine stagione il calo era più che giustificato. Anche se la siciliana non digerisce alcuna sconfitta, neppure a tombola. Infatti, dopo le lacrime è scattata la voglia di rivincita e di migliorare ulteriormente. Molto bene anche la romanina Stephane Silva, ma la sua categoria è quella dei 48 kg e lì l’aspetto per convocarla. Nei 54 una Sorrentino 19 anni, sempre molto determinata ha superato di misura la biellese Lamagna 21 anni, che ha grandi qualità, ma dimentica troppo spesso di metterle in mostra, non muovendo le mani. Il giorno che lo farà e lo può fare, vedremo la vera Giulia. Sperando non sia troppo tardi. Mi è piaciuta la giovane Bianca Voglino, 21 anni freschi, come Prisco Sharon anche se è ancora troppo tenera a livello élite Nei 57, Biancamaria Tessari classe 2000, prosegue a migliorare e lo conferma il titolo. Nei 60 kg. la vittoria di Rebecca Nicoli non mi sorprende affatto. Lei è un talento assoluto e due anni fa avrei giurato su di lei per Tokyo. Purtroppo ha trascorso un periodo davvero difficile, sia sul piano fisico che sentimentale, una situazione prolungata che mi ha fatto riflettere sui tempi di recupero. A Roma, oltre ad aver tenuto sotto controllo il “mal di cuore”, si è rivista una Nicoli decisa e serena. Non ancora al top, ma sulla strada buona. A questo punto può giocarsi le sue carte, sul percorso che porta in Giappone, difficile comunque per tutte le compagne di categoria, richiedendo concentrazione per lunghi mesi. Nei 64 Angela Carini ha svolto un buon allenamento, sia pure in una fase di transizione, verso il traguardo che si è prefissata, ovvero andare a Tokyo nei leggeri. La Amato era scarica e si sapeva. Sempre nei 60 kg. mi è piaciuta Ilaria Sallusti 20 anni dell’Abruzzo, coraggiosa e forte. Purtroppo nei 64 dietro la vincitrice non ci sono ricambi tra le élite. Nei 69 la Canfora è una sicurezza, costante e motivata anche se Sabrina Er Raquoui, classe 2001, sta crescendo bene e lascia prevedere un futuro magari nei 64 kg. I 75 kg. hanno premiato Carlotta Paoletti su Sarah Di Palma, entrambe del 1997, ma ancora immature per impegni internazionali. Flavia Severin ha combattuto e vinto negli 81 kg. molto vicino ai medi, dove intende scendere fra non molto. Stavolta motivata e col tempo necessario per entrare nella categoria al massimo del rendimento”.

Prima dei Giochi olimpici (25 luglio-9 agosto) e dei due esami ufficiali di Londra (13-23 marzo) e Parigi (13-23 maggio), cosa prevede il cammino delle azzurre?

“Anche se mancano più di sei mesi ai Giochi, il tempo e disposizione non è molto. Stiamo lavorando con grande entusiasmo e determinazione per il prestigioso traguardo olimpico. Al momento sono ad Assisi dodici azzurre élite e 5 Under 22. Il primo appuntamento agonistico è stato fissato in Serbia dal 15 al 21 febbraio al Torneo di Sombor, città a 182 km. dalla capitale Belgrado, sede di precedenti campionati europei di categorie giovanili, giunto alla nona edizione e diventato un riferimento per tutti i continenti. Infatti hanno aderito al torneo oltre 40 nazioni, provenienti dalla Cina alla Nuova Zelanda, dall’India al Kazakistan, Ucraina, Uzbekistan, Mongolia, Algeria e Somalia, oltre a tutte le nazioni europee. I combattimenti iniziano il 16 gennaio e le finali il 20. Accompagnate da Michele Caldarella, Riccardo D’Andrea e dal sottoscritto, partecipano 7 italiane: La Piana (51), Sorrentino (54), Testa (57), Nicoli (60), Carini (64), Canfora (69) e Severin (81). Sarà un test molto impegnativo, presenti le migliori europee ma anche asiatiche e africane. Oltre ai risultati che servono, pensiamo di trarre utili indicazioni per l’appuntamento di Londra. Il 18 febbraio tocca ai tecnici Laura Tosti e Iccio Stecca, guidare Olena Savchuk (51), Alessia Mesiano (57) e Valentina Alberti (60), al famoso torneo Strandja di Sofia in Bulgaria, giunto alla 71° edizione, che termina il 25 gennaio, riservato alle categorie olimpiche: 8 maschili e 5 femminili. Ci saranno anche i maschi a Sofia. Dal 7 al 17 febbraio andremo in Germania per svolgere uno stage, che si concluderà con sfide tra azzurre e tedesche. Sicuramente farò combattere Lamagna (54) e Amato (60), ma non è da escludere altri confronti”.

Non leggo il nome Camilla Fadda, tricolore 2018, che nel 2019 è stata protagonista di ottime prove anche all’estero. Il motivo della non convocazione?

“In tutta franchezza, non esiste un motivo preciso. L’abbiamo invitata sia per le visite mediche indispensabili per entrare nelle liste delle preolimpiche, come per gli allenamenti, senza ottenere risposta alcuna. Mi dispiace molto, perché Camilla poteva competere con le migliori nei 51 kg. Evidentemente ha fatto una scelta diversa. Spero si faccia sentire al più presto per recuperarla in tempo”.

A Londra il primo esame importante dal 13 al 23 marzo, dove si assegnano i posti per i Giochi. L’Italia al femminile cosa può ottenere?

“Spero di non sbagliare perché vado a memoria. Per tre categorie (51, 57 e 60) si qualificano le semifinaliste e le battute dalle finaliste. Sei in totale. Mentre nei 69 e 75, solo chi arriva in semifinale stacca il pass per Tokyo. Sul piano del confronto diretto le azzurre sono in grado di battersi alla pari con le migliori, ma in un torneo conta il sorteggio e la dea bendata. Riuscissimo a portare due italiane a Tokyo al primo test, potremmo considerarci molto soddisfatti. Cercando di arricchire il bottino a Londra a metà marzo, l’ultimo treno verso le olimpiadi”.

Dopo i tornei in Serbia, Bulgaria e Germania, per l’ultima fase dove vi siete allenate?

“Ad Assisi dal 17 al 29 febbraio, con sparring di alta qualità. Hanno aderito al nostro invito la Russia, l’Irlanda, Olanda e Finlandia con le due migliori (Potkonen e Gustafsson), la Moldovia oltre ad una una selezione di S. Pietroburgo”.

Le cinque categorie olimpiche, contro le dieci ufficiali per gli altri tornei hanno deciso molte atlete a scendere di categoria. Per le azzurre quali sono gli orientamenti in proiezione Tokyo?

“Nei 51, oltre a Savchuk e Martina, proveranno a scendere Sorrentino e forse Lamagna, nei 57 abbiamo Testa e Mesiano, nei 60 oltre a Nicoli, Amato e Alberti si prenota anche la Carini. Nei 69 c’è la Canfora, mentre nei 75 intende arrivare Severin al meglio. Nei 75 non abbiamo atlete in grado di confrontarsi con le top”.

Quest’anno non ci saranno europei e mondiali élite, a ottobre si disputeranno gli europei Under 22, organizzati dall’Italia. Un motivo in più per non restare a mani vuote.

“Noi partiamo sempre per vincere. E gli europei Under 22 non fanno eccezione, tanto più che giochiamo in casa. Fare i nomi adesso delle prescelte è prematuro. Diciamo che cercheremo di essere all’altezza della situazione. Le candidate non mancano, vedremo chi scegliere al momento opportuno. Intanto pensiamo a Tokyo”.

Assenti i campionati maggiori, restano gli europei schoolboy-girl, gli junior e gli youth. Come vi regolerete?

“Forzatamente nel 2020, sono i settori con più appuntamenti. Visti i risultati nel 2019, Valeria Calabrese si muoverà in piena autonomia tecnica, godendo della mia piena fiducia. Sicuro che le giovani continueranno a darci grandi soddisfazioni”.

Giuliano Orlando