Lorenzo Tonelli non si dà pace. Il difensore dell’Empoli, squalificato per una giornata dal Giudice sportivo dopo il violento post partita di Bergamo durante il quale è stato colpito da Denis con un pugno al volto, prende la parola e dà la sua versione dei fatti: “Quello che ho letto, che avrei minacciato Denis davanti al figlio nel tunnel, sono gravi accuse. Anzitutto è falso, perché lui stava parlando a Sky, e poi ci sono persone che hanno visto che non ero nel tunnel ad aspettarlo. Mi chiedo come abbia fatto il Procuratore a scrivere quelle cose, come le abbia sapute. Un toscano non dice ‘Ammazzo a te’ (come riportato nel comunicato del Giudice sportivo, ndr), direbbe ‘ammazzo te’ ".
Tonelli va oltre e parla di quanto accaduto negli spogliatoi: “Erano passati venti minuti dalla fine, ero dietro la porta e sento Denis che mi chiama - racconta il difensore dell’Empoli -. Mi affaccio, lui fa finta di volermi parlare e mi dà un cazzotto sullo zigomo a tradimento. Io faccio un passo indietro e vado verso di lui, appena uscito dallo spogliatoio c’era Cigarini che mi ha fermato. Denis è tornato e mi ha dato due pugni in testa, ho spostato Cigarini e sono andato verso Denis. Mi ha fermato un dirigente dell’Atalanta e mi ha buttato in terra, si sono spente le luci e Denis è scappato. Cigarini mi ha chiamato sul pullman, ha giurato sui suoi figli che non c’entrava niente. Gli voglio chiedere: una persona che non c’entra niente non ha il tempo materiale di intercettarmi e di tenermi fermo. E’ stato un agguato premeditato. Lui mi ha tenuto e l’altro mi picchiava. Se l’Atalanta avesse porto subito delle scuse, non sarebbe successo niente. Hanno voluto portare delle giustificazione per salvarlo, dicendo falsità sulla mia persona”.