"Contro l'Italia non posso non chiedere il massimo impegno alla mia squadra. Giochiamo per il nostro onore e per quello di un'intera nazione che ci ha applaudito anche dopo lo 0-4 contro la Spagna". In una sala stampa affollatissima, nella pancia dello stadio Municipale di Poznan, un Giovanni Trapattoni visibilmente emozionato avverte gli azzurri: nonostante la sua Irlanda sia già eliminata, in campo non ci saranno favori. "Non vogliamo tornare a casa con un'altra sconfitta – prosegue il Trap -. Abbiamo il dovere di scendere in campo e fare del nostro meglio. Dobbiamo ritrovare lo spirito e la concentrazione che ci hanno accompagnato durante le qualificazioni a Euro 2012. Sarà importante non prendere gol a freddo come già accaduto contro Croazia e Spagna".
Il Trap distribuisce cioccolatini a Prandelli ("Sta facendo un ottimo lavoro, è saggio e ha una buona personalità"), a Cassano ("Sta dando segnali di maturità"), poi diventa serissimo quando si parla del possibile biscotto in Croazia-Spagna. Un 2-2 manderebbe a casa l'Italia, esattamente come accadde nel 2004 quando sulla panchina azzurra c'era proprio lui e quando a fare festa, tra mille sospetti, furono Danimarca e Svezia. "Non sempre succedono le stesse cose – dice il Trap - e proprio perché sono già successe, gli organi competenti presteranno la massima attenzione. All'epoca ci furono processi sommari, i dubbi restano, ma sarà difficile che possa ripetersi un fatto simile. Purtroppo noi italiani abbiamo la nomea di essere maestri in accordi, ma si è visto che l'erba è verde dappertutto. E le cicatrici sono rimaste".
Quando c'è di mezzo il Trap, i siparietti non possono mancare. E anche stavolta c'è il botto. Un giornalista irlandese gli chiede come intende commentare il duro attacco rivolto alla Nazionale da Roy Keane ("Squadra e tifosi devono cambiare completamente mentalità", aveva tuonato il giorno dopo la pesante sconfitta contro la Spagna): "Roy è stato un grandissimo giocatore e merita rispetto. Ma non so se ha raggiunto gli stessi risultati da allenatore, gli potrei chiedere come mai". E poi, in italiano, allargando le braccia esplode: "Non ha vinto un c... da allenatore e viene a rompere...". Il Trap è sempre il Trap, anche in Polonia.