Europei a Belgrado. Tre bronzi all’Italia nel festival della Russia.
Lizzi out per un pugno alla nuca. Finali in due giorni.
di Giuliano Orlando
BELGRADO. Gli europei elitè, in corso di svolgimento nella capitale serba, antica città di un territorio che nel corso della storia ha raccontato dominazioni importanti, via di transito per eserciti che l’attraversavano per raggiungere il medio Oriente e altri che tentavano la conquista dell’Ovest. Oggi la capitale della Serbia, andrebbe restaurata e non poco. Almeno nel centro dove accanto ai palazzi storici e a quelli governativi, si affiancano edifici anonimi e desolatamente da ristrutturare. Il trasporto urbano si affida a tram e filobus con l’asta che in Italia usava vent’anni addietro. I negozi di lusso sono rari come i quadrifogli nei prati, che per contro abbondano in città. Anche l’abbigliamento è di modesta qualità, salvo rare eccezioni. In compenso la vita è quasi cara come in Italia a cominciare dai ristoranti. Il traffico è caotico nelle ore di punta, abbondano le sale da gioco e il parco macchine non è certo di produzione recente. Vetture italiane poche, in particolare le nuove 500. Sono tornato a Belgrado dopo oltre vent’anni e confesso di averla ritrovata come allora, con in più le rughe del tempo trascorso. Con la boxe, la città di Belgrado ha un rapporto continuativo, gli europei li ha ospitati per la terza volta e i mondiali nel 2021. L’odierna edizione, scattata il 18 aprile, dopo quasi 300 incontri e otto giorni di boxe non stop, si concede un turno di riposo, in attesa delle finali di domani e domenica, le prime riservate alle donne, le seconde agli uomini. Come previsto, la rassegna del vecchio continente, con le assenze di Gran Bretagna, Ucraina e Germania, può definirsi un campionato russo open, visti i promossi sul podio. La Russia su tredici categorie ha nove finalisti maschi e ne meritava almeno dieci, mentre nel settore femminile, domani saranno dieci quelle che puntano all’oro. In semifinale la Russia ha perduto solo Sadoma negli 80 kg. con verdetto a favore del locale Simic per Bout Review che gridava vendetta. Tutto secondo i pronostici, con la Serbia seconda forza, dove in molte occasioni, il tifo rumoroso ma corretto e musicale, con tanto di orchestra che dava un tocco di teatralità all’ambiente, aiutava le giurie ad essere generose con gli atleti e atlete di casa. Tra una spinta e l’altra i padroni di casa portano tre uomini e quattro donne in finale. Si è difesa bene la Bulgaria, con due fanciulle e tre uomini promossi. Discreta la Turchia (tre in finale), delusa l’Irlanda che ha perso in semifinale la plurititolata Harrington, (oro olimpico e mondiale) nei 60 e la Fay (54). Bene la Georgia con gli uomini (2) e l’Ungheria (1-1). Francia sottotono, con un solo finalista, due centri li ha ottenuti la Croazia, come la Moldovia. In totale sono arrivate in finale 12 nazioni tra i maschi e nove tra le donne. In partenza si erano iscritte 35 nazioni. L’Italia in questo contesto, ha portato tre atleti in semifinale, impresa notevole, considerato che i titolari scelti, (per maggior parte erano alla prima esperienza continentale. I miei complimenti ai tecnici preposti per la spedizione, Laura Tosti, Sumbu Kalambay, Giulio Coletta e Patrizio Oliva, col fisioterapista Edoardo Capitanucci, che hanno svolto il loro lavoro con dedizione e passione, oltre alle indubbie capacità specifiche. Operativo l’arbitro Vadilonga proposto dall’IBA, risultato uno dei migliori, in un drappello disomogeneo e spesso condizionato dall’ambiente e dai gruppi territoriali. L’Italia si è presentata con cinque donne: Giovanna Marchese, Olena Savchcuk, Rebecca Nicoli, Assunta Canfora e Jessica Galizia. Otto gli uomini: Tommaso Sciacca, Giuseppe Canonico, Francesco Iozia, Giacomo Giannotti, Gabriele Guidi Rontani, Remo Salvati, Alfred Commey e Vincenzo Lizzi. L’edizione 2024, ha visto in partenza 337 atleti, 216 maschi e 121 donne. L’IBA ha messo a disposizione premi ai primi otto di ogni categoria. Ai vincitori vanno 15.000 dollari, ai secondi 10.000, ai due bronzi 5000. Mentre 1000 dollari spettano ai quattro battuti per l’ingresso in semifinale. Nell’ottava giornata degli europei, riservata alle semifinali, Giovanna Marchese (48), Remo Salvati (75) e Vincenzo Lizzi (86) hanno combattuto, trovando avversari superiori in particolare nell’esperienza, acquisita sul ring. La casertana Marchese ha affrontato la russa Chumlalakova, europea a Madrid 2021, giostrando con intelligenza evitando lo scambio corto, dove la rivale ha colpi più pesanti, disputando tre round più che dignitosi, mettendo qualche bel colpo a bersaglio, pur cedendo sul piano generale. Il primo bronzo europeo assoluto non si scorda mai. Pensando a migliorarlo nel tempo. Il medio romano Remo Salvati dopo l’impresa contro il magiaro Mester, ha incrociato il bulgaro Kiwan, vincitore alla preolimpica di Busto, nei 71 kg., che lo sovrastava di parecchi centimetri, pugile che colpisce di rimessa, tanto mestiere e anche qualità tecniche. Il nostro ha cercato la corta distanza, ma ci ha pensato la signora Jovana Ugrenovic, - l’unica serba rimasta, visto che l’altra connazionale Maria Petkovic, era stata sospesa per essere andata fuori verdetto troppe volte e troppo spesso a sfavore dell’Italia - a richiamarlo dopo pochi secondi dall’inizio di non abbassare la testa. Condizionandone la prestazione. Infatti nel secondo il richiamo ufficiale è arrivato puntuale, facilitando la vittoria del bulgaro, quando non era necessario, visto che avrebbe vinto senza la sanzione. Terzo azzurro impegnato, il calabrese Vincenzo Lizzi, a sua volta piacevole sorpresa del nostro team, vincitore dell’armeno Hamlet Harutynyan, dopo una battaglia durissima. Avversario della semifinale è il bielorusso Aliaksei (Alessandro) Alfiorau, il migliore della squadra, una carriera di vertice assoluto, argento mondiale nel 2021 proprio a Belgrado, uscito nei quarti lo scorso anno in Uzbekistan, contro il russo Hataev, che ritroverà in finale domenica, per l’oro europeo. La sfida tra l’azzurro e il bielorusso è durata un round, con esisto negativo per Lizzi, costretto in difesa da un rivale dal tasso tecnico superiore. Assodato questo particolare, per vincere devi portare pugni nel bersaglio giusto. Cosa che Alfiorau non ha fatto, colpendo diverse volte l’azzurro dietro la nuca. In particolare con un destro pesante che ha fatto danni al nostro. L’arbitro montenegrino Jabucanin Blazo, non poteva ignorare l’irregolarità del colpo e sarebbe stato suo dovere, dopo il conteggio, richiamare ufficialmente il bielorusso e trarre le conseguenze. Cosa che non ha fatto, lasciando proseguire il match, come se nulla fosse capitato. Lizzi, tornato all’angolo denunciava giramenti di testa e Patrizio Oliva d’accordo con la Tosti, Coletta e Kalambay, lo hanno immediatamente fermato. Portandolo alla clinica più vicina per gli esami del caso. Risoltisi per fortuna con esito positivo. L’azzurro è così rientrato in albergo. Ho parlato con alcuni delegati tecnici e tutti sono d’accordo che l’errore dell’arbitro è stato evidente, anche se non sarebbe cambiato il risultato. Giudizio che mi trova d’accordo. Quello che inquieta è la modestia di troppi arbitri, che diventano pericolosi per l’incolumità degli atleti.
Domani le donne disputano le finali e da quanto si è visto, saranno poche le avversarie delle russe promosse a poter aspirare all’oro. Salvo i 50 e i 54 kg., dove Galieva e Tazabekova, sono uscite ad opera delle irlandesi Sweney e Fay, nelle altre dieci categorie ci sono altrettante russe in finale. Posso azzardare la bulgara Staneva (57), bronzo ai mondiali 2023, vinti da Irma Testa, le turche Cakiroglu (52) e Surmeneli (66), oltre all’irlandese O’Rourke (75), tutte e tre oro iridato 2022 in grado di puntare al podio più alto. Il resto ritengo sia tutto di marca russa. Ricordo che tra le donne, la Asenova (48) ormai verso i 40 anni, campionessa mondiale ed europea, bronzo iridato 2022, ha abbandonato in semifinale per un problema al ginocchio, di fronte alla magiara, targata serba Varga. La lituana Stankute (81) mondiale 2022, fuori all’esordio contro la serba Gajic, la turca Akbas (54) altra iridata 2022 sconfitta dalla romena Perijoc, che si è presa la rivincita e ora punta all’oro europeo. Fuori anche la polacca Toborek bronzo mondiale. Dei maschi tratterò nel prossimo articolo.
Giuliano Orlando