Europei 1980: il cammino dell'Italia

Pubblicato il 4 giugno 2012 alle 16:00:00
Categoria: Nazionali
Autore: Redazione Datasport.it

Edizione: 1980
Paese ospitante: Italia
Piazzamento: quarto posto
Cammino nelle qualificazioni: qualificata di diritto in quanto paese ospitante

IL RACCONTO DELLA FASE FINALE
L'Italia è inserita nel gruppo 2 insieme all'Inghilterra di Kevin Keegan, alla Spagna e al Belgio. Enzo Bearzot deve risolvere qualche problema di formazione, soprattutto in attacco. Persi Paolo Rossi e Bruno Giordano per lo scandalo del calcioscommesse, Il 'vecio' ripiega su Ciccio Graziani e Roberto Bettega, con Antognoni rifinitore. Il reparto offensivo ne risentirà. Si apre con la sfida alla Spagna, già sconfitta in amichevole poco tempo prima. E invece finisce 0-0, nonostante lo sterile dominio territoriale. Al secondo appuntamento è già dentro-fuori. Nella sfida contro gli inglesi giganteggia Marco Tardelli, che non doveva giocare per una fastidiosa pubalgia. E invece non solo annulla Keegan, ma inventa il gol vittoria. L'1-0 non è sufficiente a guadagnare il primo posto, utile per l'accesso alla finalissima. Perché il Belgio batte la Spagna 2-1, e agli azzurri, sotto nel conto delle reti segnate, non resta che vincere l'ultimo match. All'Olimpico l'Italia le prova tutte, ma perde per infortunio Antognoni e Oriali. L'arbitro Garrido è tutt'altro che casalingo, la trappola del fuorigioco dei belgi funziona alla perfezione e lo 0-0 finale condanna l'Italia, miglior difesa del torneo, alla finalina per il terzo e quarto posto. L'avversario è la Cecoslovacchia: gli azzurri si arrendono ai rigori dopo l'1-1 dei tempi regolamentari e supplementari (Graziani aveva risposto a Jurkemik). Infinita lotteria, l'errore decisivo è di Fulvio Collovati.

I PROTAGONISTI
Marco Tardelli
Ruolo: difensore
In Nazionale: 81 presenze e 6 gol
Anima della Juventus e della Nazionale, agli Europei in casa dà un assaggio delle sue doti universali, velocità e grinta, con cui trascinerà gli azzurri al titolo mondiale di due anni dopo. Esordisce nel Pisa nel 1972, prima di arrivare alla Vecchia Signora disputa una stagione in B con il Como. Il 7 aprile 1976 guadagna il primo gettone con l'Italia, di cui presto diviene una colonna. Quando affronta Kevin Keegan si esalta: annullato a Wembley nel 1977 per 80 minuti, il talento inglese viene imbrigliato anche al Comunale di Torino. Decide la sfida con l'Inghilterra con un tocco di destro, poi conserva con la difesa l'imbattibilità nel girone finale. Non basta, ma il rimpianto sarebbe svanito presto.

Fulvio Collovati
Ruolo: difensore
In Nazionale: 50 presenze e 3 gol
Difensore centrale specializzato nelle palle alte, è dotato di buona qualità individuale, che gli consente di anticipare il diretto marcatore e ripartire con eleganza. Il suo Milan è cacciato in serie B per illecito sportivo, ma Bearzot lo convoca ugualmente, un anno e mezzo dopo la prima presenza con la Nazionale. Non deve fronteggiare punte di spiccato talento e offre un contributo più che sufficiente. Suo l'errore decisivo ai calci di rigore contro la Cecoslovacchia: sull'8-9 tira alto e condanna l'Italia al quarto posto.

Gabriele Oriali
Ruolo: centrocampista
In Nazionale: 28 presenze e 1 gol
Nonostante sia un punto di riferimento dell'Inter da diversi anni, viene chiamato in Nazionale relativamente tardi, a 26 anni. Spirito di sacrificio e generosità le doti che lo rendono insostituibile, soprattutto per Bearzot, che gli chiede mestiere e pressing asfissiante. Si fa male nel corso della terza partita, quella decisiva contro il Belgio, e la squadra ne risente in brillantezza. "Una vita da mediano, a recuperar palloni. Nato senza i piedi buoni, lavorare sui polmoni", recita la canzone che Ligabue gli ha dedicato nel 1999 e che lo rappresenta alla perfezione.

Giancarlo Antognoni
Ruolo: centrocampista
In Nazionale: 73 presenze e 7 gol
Recordmen di presenze in Serie A con la Fiorentina, è il viola che più volte ha vestito l'azzurro. Per estro e visione di gioco fu definito "giovanissimo Rivera" dal Corriere dello Sport, il giorno dopo l'esordio nel massimo campionato. E' uno dei punti di riferimento della Nazionale per la rassegna del 1980, soprattutto dopo che il calcio scommesse aveva azzoppato l'attacco. Bearzot gli chiede di svariare e inventare, lui obbedisce ma non si accende. Al 36' del primo tempo di Italia-Belgio è costretto ad uscire. Una costante, quella dell'infortunio nei momenti decisivi delle competizioni internazionali, che gli sarebbe costata la finalissima del Mundial del 1982.

Roberto Bettega
Ruolo: attaccante
In Nazionale: 42 presenze e 19 gol
Nato come attaccante, più esterno che prima punta, aveva ultimamente arretrato il proprio raggio d'azione con la maglia della Juventus di Giovanni Trapattoni, trasformandosi in playmaker per necessità. Pungente in area soprattutto con il colpo di testa, sa destreggiarsi con la palla al piede. A Bearzot serve più avanzato, nel tandem con Ciccio Graziani. E il titolo di capocannoniere del campionato appena terminato (16 gol, frutto anche di qualche rigore) fa ben sperare. E invece all'Europeo delude fortemente, mai in grado di spaventare le difese avversarie.