Agli europei jr. in Romania, torna l’oro azzurro con la Muzzi
e tre argenti (Scorrano, Golinelli ed El Mooety. Giudici disastrosi.
di Giuliano Orlando
Sceso il sipario sull’europeo jr. 2023 svoltosi a Ploiesti in Romania. Per la 27° edizione maschile e la 14° femminile, si sono presentate 32 nazioni, 22 delle quali hanno preso parte al torneo in rosa. In sede di bilancio la Gran Bretagna ha fatto poker tra i maschi, oltre a un argento e un bronzo, aggiungendo 3 ori e due bronzi tra le junior. Il record di medaglie l’ha ottenuto l’Ucraina, dominatrice con le ragazze (6 ori, 3 argenti e altrettanti bronzi), ottimi anche i ragazzi (2 ori e 3 bronzi), anche se diverse volte i giudici hanno dato una mano alla nazione che Russia e Bielorussia stanno invadendo. Grande delusa l’Armenia, assente nel settore femminile, giunta in finale con 9 atleti e solo due ori all’attivo, con qualche sconfitta immeritata, in particolare nei 63 kg. dal moldavo Guranda vincitore di Ktshoyan e ancor più negli 80, che tre giudici in perfetta sudditanza casalinga, hanno portato all’oro negli 8.0 kg. il romeno Nastsiuc beffando l’armeno Ghahramanyan che aveva vinto largamente il match. Il pugile di casa è arrivato al successo finale battendo il lettone Prohovskis, l’israeliano Lamiev e l’armeno tutti per 3-2. Non servono commenti. Tra i maschi si sono ripetuti in tre, salendo di categoria in rapporto al 2022 edizione svoltasi a Montesilvano in Abruzzo. Nei 48 l’armeno Keyan classe 2007, 206 incontri all’attivo, già campione 2022 nei 46 kg, ha dominato gli avversari, battendo in finale l’azzurro El Moety, (2008), reduce dagli europei school boy, il più giovane dell’edizione romena. Che ha perduto per inesperienza non certo per valore tecnico. Tra l’altro ha vinto nettamente il terzo round, ma solo tre giudici su cinque hanno avuto il coraggio di premiarlo. Il secondo è l’inglese Maco, abile e potente che si farà rispettare anche negli youth, salito nei 57 dopo l’oro 2022 nei 54. Il terzo a ripetersi è stato il greco Fotadis salito dai 63 ai 66 kg., che fa della battaglia il suo biglietto da visita, molto forte e meritevole del titolo, anche se nella foga dagli assalti spesso i colpi non li gira, ma gli arbitri e non solo con lui, lasciano correre. Nella jr. solo la inglese White (48) ha bissato l’oro di Montesilvano, la cui consistenza dei pugni e la grande continuità hanno fatto la netta differenza con le altre. Riassumendo, il settore maschile ha portato all’oro sette nazioni sulle 32 presenti, contro le nove del 2022, comunque un allargamento notevole quando la Russia la faceva da padrona, arrivando agli otto ori come nel 2021 a Tbilisi in Georgia. La squadra georgiana, solo maschile, giunta in Romania, presente in tutte le 13 categorie è tornata a casa senza neppure un bronzo. Bilancio magro anche per la Turchia tra gli uomini, un solo oro, salvando il bilancio con la ragazze (2 argenti, 3 bronzi e 2 ori con Ylmaz (70) già bronzo 2022 e Rebryk (+81) destinate a sostituire le veterane Guneri e Demir. Il vertice femminile si è ristretto a sole cinque nazioni, con l’Ucraina regina con 6 ori, tre argenti e altrettanti bronzi, oltre le più rosee previsioni, in passato mai oltre i tre ori (2011 e 2021) in passato. Detto della Gran Bretagna che ha confermato la sua omogeneità e il valore medio molto alto (7 ori, 1 argento e 3 bronzi), la novità al femminile è stata l’Italia, guidata da Valeriia Calabrese, che ha riportato una vittoria con la romana Ginevra Muzzi (57) bronzo nel 2022, non certo fortunata nel sorteggio. Avendo dovuto battere tre top, la polacca Golebiewska, la greca Kantzari e l’inglese Londsale prima di trovarsi l’ucraina Bezfamilna, dal fisico possente. L’azzurra contrariamente al 2022, 7stavolta con la Calabrese all’angolo, ha sempre condotto la sfida, anticipando la quotata rivale e solo la serba Raznatovic ha capovolto la realtà dei pugni dati e ricevuti. Un oro che mancava all’Italia dal 2019 a Galati, sempre in Romania, con la vittoria di Viola Piras nei 63 kg. un talento in erba che dopo quell’impresa chiuse con l’attività per questioni sentimentali. Grazie alla Muzzi siamo arrivati a quota sette e se i giudici fossero stati equi con la piemontese Sara Scorrano, classe 2008, esordiente jr., oro uscente europeo schoolgirl, sconfitta col solito 2-3 (l’Italia ne ha subiti ben cinque) nei 66 kg., il bilancio sarebbe salito a otto. Ci riproverà nel 2024. In ordine cronologico, le azzurre vincenti sono state: Maddalena Barretta (48), Concetta Marchese (57) e Angela Carini (66) nel 2014 ad Assisi; Vittoria De Carlo (63) nel 2015 e Martina La Piana (50) nel 2017 fino alla Piras (2019). Nazioni quotate come Ungheria, Polonia, Grecia, Bulgaria, Azerbajan, Germania e Repubblica Ceca sono rimaste al palo.
Non è riuscito ad andare oltre un argento il team maschile, guidato da Franco Federici, che ha fatto salti mortali tra verdetti iniqui e ragazzi che non capivano tali ingiustizie e che a Montesilvano aveva raccolto due ori e ben cinque bronzi. A Ploiesti il sorteggio non è certo stato benigno semmai il contrario. Nei 46, Mencaroni ha trovato l’inglese Malik, vincitore dell’oro. Di El Moety ho già detto in finale, in precedenza aveva battuto il serbo Maksimovic, il greco Tseoidis che aveva eliminato a sorpresa l’ucraino Myroniuk e in semifinale il tedesco Hamdam, tutti rivali con maggiore esperienza. Nei 52 il sardo Vacca dopo aver superato l’albanese Xixi, trovava giudici molto arcigni, premiando il tedesco Diesendorfun. Crucillà, bronzo uscente nei 54, è stato vittima dei giudici, contro l’azero Karimili vincente dal solito 3-2. Il mancino De Micco parte bene ai danni dello spagnolo Castillo, poi affronta l’ucraino Zheleznov che nel secondo round, prende un destro che lo scuote niente male. Per salvarsi lega e lega, ma l’arbitro non interviene mai e lascia correre e il 5-0 non sorprende anche se irreale. Altro 3-2 contro, quello subito dal campano Di Spazio contro l’inglese Richardson. L’altro bronzo del 2022, il casertano Savarese (66) dopo l’avvio favorevole contro il lettone Petrovics, incrocia il greco Fotadis, e l’arbitro che deve avere molta fretta, forma l’azzurro al secondo round dopo un paio di conteggi a dir poco inesistenti. Altro verdetto sconcertante, quello subito da Nocadello (70) che almeno per il sottoscritto aveva fatto meglio del polacco Urbanski, ma i cinque giudici erano di parere opposto. All’altro siciliano Morale, (75) non andava meglio con l’ennesimo ucraino Valovy, strapagato dai soliti giudici. Il secondo sardo della squadra, Santo Ielo ha dato tutto contro Molchanov ma, sia pure di misura, l’ucraino aveva fatto qualcosa in più. Confesso di non aver capito il 3-2 che dava la vittoria al tedesco Abdulgamidov, con l’azzurro Corona, nei +81, avanti nel secondo round per due giudici e due pari, pur vincendo il terzo tempo, finiva sconfitto col beffardo 2-3. Poteva andare meglio? Certamente, ma ci sono situazioni dove non hai armi per difenderti col responsabile che non conta, attivo solo per farsi fotografare quando vincono gli azzurri, i conti fai presto a farli e saranno sempre in passivo. Il bottino femminile, oltre a Muzzi e Scorrano, si completa con l’argento di Amina Golinelli (63) la guerriera tascabile emiliana, col sorteggio che l’ha vista affrontare e battere la polacca Szledar, una longilinea che ha evitato la battaglia e due giudici l’hanno premiata! Dopo lo scampato pericolo trova la turca Yamur e per non correre rischi vince per rsc, dopo tre conteggi. Per arrivare alla finale, entra in rotta di collisione con la greca Ntasianaki, tipo da battaglia a corta distanza, molto temibile. L’azzurra l’affronta sul suo terreno e la costringe a battere in ritirata per finire ai punti. Nettamente sconfitta. La finale è decisa dai giudici fin dal primo round, aggiudicandolo all’ucraina Zakharchuk, la star della rassegna, brava e bionda e anche caruccia. Nel secondo round l’azzurra spende tutto e vince parzialmente il round. Negli ultimi due minuti vince la stanchezza di entrambe, ma il verdetto era stato già scritto al primo round. Il punteggio di quattro 29-28 specchia l’equilibrio della sfida. Il 30-27 dello spagnolo Prieto firma la malafede o l’incapacità di fare il giudice. Un simpatico regalo alla bionda e slanciata ucraina. Comunque, per Valeria Calabrese portare ben tre azzurre in finale è impresa epica in un torneo di così alto livello e con giudici e arbitri spesso incarogniti con l’azzurro. Le altre fanciulle come da pronostico, hanno fatto esperienza. Ovvero Estella Filardi, Brunilda Barca, Carlotta Caliciotti, Sara Battistella e la campana Mirian di Savino nei 70 kg. che pur battuta dalla turca Ylmaz, la medaglia d’oro, ha dimostrato coraggio e anche qualità che serviranno nelle youth alla disperata ricerca di atlete nelle categorie pesanti. Per concludere, voglio dare i numeri. Nella semifinale maschile sono arrivati in semifinale atleti in rappresentanza di 18 nazioni sulle 32 iscritte: Armenia (9), Romania (8), G.B. (6), Ucraina (5), Bulgaria, Germania e Grecia (3); CZE, Moldovia, Polonia, e Israele (2), Italia, Azerbajan, Croazia, Albania, Lituania, Turchia e Bosnia (1). Scesi a 12 nazioni i 26 giunti in finale: Armenia (9), G.B. (5), Romania e Ucraina (2), CZE, Italia, Polonia, Germania, Turchia, Moldovia, Albania e Grecia (1). All’oro sono giunte sette paesi: G.B (4), Ucraina, Armenia e Romania (2) a quota uno Turchia, Grecia e Moldova.
Nel settore femminile, 22 nazioni in partenza, hanno conquistato le semifinali 52 atlete di14 nazioni. Ucraina (12), Romania (10), Turchia (7), G.B. (5), Ungheria (4), Italia e Polonia (3), CZE (2), Lituana, Bulgaria, Croazia, Germania, Grecia e Azerbajan (1). In finale 7 nazioni: Ucraina (9), Turchia (4), Romania, Italia e G.B. (3), CZE e Ungheria (2). Per cinque la soddisfazione dell’oro: Ucraina (6), G.B. (3), Turchia (2), Italia e Ungheria (1). Oltre a Russia e Bielorussia (escluse), assenti anche l’Irlanda e la Francia. Interessante e inedito il commento del presidente federale, ex arbitro, il dottor Flavio D’Ambrosi che dopo il risultato degli europei jr. di Romania ha concluso la sua relazione così: “...Con le tante vittorie ed un movimento Pro in continua ascesa, il pugilato nazionale è tornato ad esercitare la sua forza gravitazionale, attirando giovani, appassionati, istituzioni e risvegliando l'attenzione dei media”. Speriamo che la forza gravitazionale faccia effetto, in particolare su giudici e arbitri che dell’Italia hanno ben poco rispetto.
Giuliano Orlando