Europei jr. a Sarajevo conclusi: Oro azzurro con la Serrano, argento a La Rosa e bronzo a Nocarello

Pubblicato il 2 luglio 2024 alle 08:07
Categoria: Boxe
Autore: Wilma Gagliardi

 

   

Europei jr. a Sarajevo conclusi: Oro azzurro con la Serrano, argento a La Rosa e bronzo a Nocarello

Lo scandalo del cartello pro Russia, sul podio in 22 delle 26 categorie.

 

di Giuliano Orlando

Si è concluso l’europeo jr. 2024 (15-16 anni) in quel di Sarajevo è come da pronostico, lo si può definire il campionato russo open, ripetendo il recente passato. Tra maschi e femmine hanno raccolto 16 ori, 3 argenti e 3 bronzi per un totale di 22 podi, su 26 a disposizione. Ci si chiede: ma questi russi sono dei fenomeni? Assolutamente no. Semplicemente si presentano alle rassegne europee con tali vantaggi d’esperienza, partendo da una base di scelta impensabile per tutto il resto d’Europa. Tenete conto che la Russia, nonostante lo smembramento nell’epoca di Gorbaciov (1989-90) con l’indipendenza di ben 14 stati dell’ex URSS, resta il territorio più vasto di tutte le nazioni, con oltre 17 milioni di superficie e una popolazione di 148 milioni di abitanti. Pur essendo scesi di numero in rapporto agli anni d’oro (1960-2000) la base maschile parte da almeno 300.000 unità e 30-40,000 quella femminile. Quasi tutte le scuole elementari hanno palestre dove si praticano molti sport, boxe compresa. A 10 anni vengono allestiti i primi tornei. Da noi si parte dai 13 anni, addirittura un anno dopo la gran parte d’Europa. A Sarajevo le russe si sono presentate con oltre 50 match e i maschi quasi il doppio. Tutte e tutti avevano disputato tornei interni e in Europa dove la Russia può combattere. Come a Belgrado per i senior, ogni atleta aveva il suo tecnico all’angolo. Equipaggiati con eleganza. Il presidente dell’IBA, il russo Kremlev, favorisce l’assegnazione degli europei di categoria nei Paesi allineati alla Russia. Vedi i senior a Belgrado, gli jr. a Sarajevo e gli schoolboy-girl a Bagna Luka sempre in Bosnia Herzegovina dove la Russia ha disco verde.  Mentre non sarà presente in ottobre per gli U22 a Sofia in Bulgaria. La situazione attuale è destinata a cambiare subito dopo i Giochi di Parigi, come ha già preannunciato il presidente del CONI, confermando che l’IBA è fuori dal CIO, quindi non legittimata a rappresentare il pugilato olimpico. A Sarajevo per la Russia oltre al vantaggio di base, è parso evidente che i giudici salvo poche eccezioni mostravano una sudditanza che in alcuni casi ha raggiunto il ridicolo ma anche il drammatico. Già il livello medio era decisamente scarso, ma quando certi verdetti capovolgono la realtà vista sul ring, creano grave danno allo sconfitto al quale negano il diritto di avere quanto le o gli spettava, annullando il lavoro di mesi in palestra da parte del suo maestro. Augurandoci che questi soggetti non siano presenti ai Giochi olimpici. Entrando nel dettaglio italiano, affermo che il team di Franco Federici che ha portato 10 ragazzi ottimamente preparati e tutti hanno dato il meglio. I soliti critici commenteranno: un solo bronzo è poco. In effetti i nostri valevano di più, ma quando devi sopportare un bel poker di risultati negativi, non per demerito dei pugili, ma per valutazioni errate dei giudici, che armi hai per smentire la realtà negativa? Nei 57 il siciliano Lo Piccolo era parso più attivo dell’armeno Aperyan, ma i giudici gli avevano concesso solo un round, contro i due al rivale. La sconfitta del leggero de Micco nei quarti, contro Sobolev, medaglia d’oro, grida vendetta anche se i numeri parlano di 30-26 e 30-27 per il russo. Mi sono andato a rivedere il match diverse volte e non ho capito come abbiano visto il dominio del russo. Il ritiro del giovane Cavallo, classe 2009, nei 63 kg., contro il romeno Stegari, dovuto al mal di testa per i pugni dietro la nuca del romeno Stegari, ignorati dall’arbitro, sono risultati normale amministrazione. Il medio emiliano Casarza, dopo aver battuto l’inglese Wilding uno dei favoriti, trovava un georgiano, forte che esprimeva la sua forza con sventoloni, ma l’arbitro li considerava corretti, mentre i giudici ignoravano i pugni meno potenti ma più precisi del nostro. Alla fine il 5-0 per Mkhetsadze era il successo immeritato. A sua volta punito in semifinale contro l’armeno Siramargyan premiato con un 4-1 da brividi. Infine nei 70, la sconfitta del campano Tiberio Nacadello fa davvero rabbia. Il russo Strartsev, fisico da mediomassimo, non era riuscito a prevalere e al termine della seconda ripresa la situazione risultava in perfetta parità. Nell’ultimo round, l’azzurro aveva dimostrato più precisione e meritava ampiamente round e match. Invece, solo un giudice aveva il coraggio di scrivere la verità, gli altri quattro segnavano il vantaggio al russo, nel segno di una sudditanza devastante. A questo punto, chiediamo ai critici ad oltranza, se foste state voi al posto del tecnico azzurro, cosa avreste fatto? Come ulteriore beffa, in finale il russo è andato a spasso contro il polacco Kuros, che per inciso aveva perso anche dall’italiano a inizio anno. Gli altri sei azzurri. L’emiliano Tommaso Orlando (46) debuttante e con pochissima esperienza ha battuto il turco Akduman facendo sudare e non poco l’inglese Dowson, argento europeo. Riccardo Papa (48) di Latina si è battuto bene contro il turco Egeberk, atleticamente più potente. El Moety (52) che si è preparato in loco, argento uscente, non ha compiuto l’atteso salto di qualità. Dopo aver superato a fatica l’azero Baghishov, è uscito contro il russo Iman Mamedov, giunto all’oro. Nei 54 l’altro emiliano Gabriele Bellandi si è battuto con molta generosità contro l’azero Babyev, presente già nel 2023, che lo sovrastava in esperienza e potenza. Il siciliano Salvatore Lo Piccolo ha lottato alla pari con l’armeno Aperyan, premiato di misura. Il giovane gigante Francesco Foglia (80) ha lottato alla pari con l’inglese Taylor, finendogli assai vicino.  “Alla vigilia – ammette il responsabile Federici – speravo di avere almeno un pugile in finale, avendo visto la forza di tante nazioni che hanno portato degli jr. che avevano tutte le qualità di youth consumati. Certe nazioni dell’ex URSS presentano date di nascite molto approssimative, Lo dimostra il fatto che i fenomeni di 15 e 16 anni, diventano normali a 19! Sarà la mia opinione ma penso non sia l’unica, come mi hanno confermato altri tecnici, che hanno fatto i complimenti ai miei ragazzi. Poteva andare meglio? Certo, ma ci vuole anche un pizzico di fortuna a cominciare dal sorteggio. Purtroppo la dea bendata si è scordata di ascoltarci. Ma non mi arrendo. La squadra ha ottimi elementi e a gioco lungo troveremo anche il campione di categoria”. 

La squadra femminile guidata da Valeria Calabrese ha saputo tirare fuori dal cilindro una magica Sara Serrano, che ha trasformato l’argento del 2023, molto amaro perché avrebbe meritato l’oro, in un trionfo memorabile, picchiando di brutto la russa Riumina, sconcertata da una rivale che continuava a metterle il destro sulla faccia, evitando le sue repliche con naturalezza incredibile. “La piemontese è eccezionale – le parole della responsabile azzurra – con un fisico bestiale. Potevo farla scendere a 66 kg. ma ho preferito portarla a 70, allenandola senza problemi di bilancia. Scelta giusta nei fatti. Mentre la russa è giunta in finale disputando solo un match, Sara di incontri ne ha disputati ben tre prima della finale, battendo la turca Toktay, l’irlandese Poleon e l’inglese Warren, la strafavorita. Poi la russa. Un sorteggio da incubo che la ragazza ha capovolto alla grande”.                                                                                                                                    

 Nonostante la presenza delle russe, hai quasi ripetuto il risultato del 2023, con la Muzzi d’oro, la Serrano e la Golinelli all’argento. Stavolta l’argento è andato alla debuttante siciliana Giorgia La Rosa nei 48. Qualche rimpianto in questo torneo?                                                                                                                                            

   “Nessun rimpianto, magari la rabbia di come hanno rubato la vittoria alla trentina Michela Guglielmon (46) anche lei classe 2009, contro la russa Tiunina, che ha finito il terzo round in piedi solo perché protetta dall’arbitro. Ci sarebbe stata la rivincita con l’inglese Bassett, oro nel 2023 da schoolgirl, dopo aver battuto Michela e oro a Sarajevo. Come Giorgia, è buona per l’anno prossimo. In finale ha ceduto solo alla potenza atletica dell’armena, tecnicamente inferiore. Sono due talenti in erba, che sbocceranno presto. Importante farle combattere più spesso, Questo il nostro problema da risolvere”.

Le altre azzurre hanno fatto il loro dovere. La siciliana Estella Filardi (50) è partita bene contro l’ispana Buelga, ma ha dovuto cedere con onore alla consistenza della russa Golunova trionfatrice del torneo. Ludovica Vitoni (52) si è fermata subito di fronte all’armena Harutyunyan, argento europeo 2023 schoolgirl, troppo forte ed esperta La mancina campana Kesia Reale (54), altra debuttante, ha superato dopo lotta incerta, l’ottima croata Valeria Steko, trovando disco rosso contro la polacca Golebiewska, scesa di categoria, battuta nel 2023 dalla nostra Ginevra Muzzi arrivata all’oro. La ligure Amelia Zamana (57), classe 2009, nove match all’attivo è stata bravissima a tenere botta con la irlandese Byrne, smagata e rapida. Anche per lei utile esperienza e i complimenti dei tecnici. Veronica Naticchi (60) dopo la bella vittoria sulla greca Tsigarida, trova la polacca Kustosz e ancor più l’arbitro che la tormenta fin dall’inizio con richiami in continuazione. Risultato scontato, non tanto per il valore relativo della polacca, quanto per una conduzione da vergognarsi.

La presenza di 28 nazioni, nonostante l’assenza di Ucraina, Svezia, Finlandia, Norvegia, Olanda, Belgio e Francia, dava alla rassegna grande importanza con Turchia, Armenia, Azerbajan e Irlanda affiancate alla Russia con la squadra maschile al completo di 13 giovani. Stesso discorso di ampia partecipazione in campo femminile con Turchia e Irlanda (12) seguite dalla Polonia (10). In semifinale, ovvero al podio, sono arrivate tra i maschi 17 nazioni, con questi numeri: Russia 10; Armenia 8; Serbia 6; Bulgaria e Irlanda 4; Moldovia, Georgia e Romania 3; G.B. e Azerbajan 2. A quota un atleta: Italia, Ungheria, Lituania, Israele, Croazia, Albania e Polonia. Anche il settore femminile ha promosso 17 nazioni, con la Russia a quota 12, Turchia 6; G.B. 5; Romania e Serbia 4, Irlanda 3 seguite da Italia, Armenia, Azerbajan, Israele, Ungheria, Bulgaria, Lituania e Polonia con 2, una rappresentante di Bosnia, Croazia ed Estonia. Il passaggio alle finali, ha quasi dimezzato i paesi. I maschi si sono ridotti a 10 e le ragazze a 11.                                                                           

  In lotta per il titolo tra i maschi 9 russi, unico sconfitto Chaplygin (54), superato chiaramente dal bulgaro Iliev, bronzo nel 2023 nei 52, stavolta diventato campione, abilissimo nel gioco di rimessa. Tiene bene l’Armenia (7) favorita dal sorteggio, solo quattro atleti su 13 contro i russi nella fase eliminatoria, mentre l’Italia ne ha incrociati 6 su 10! Azerbajan e Irlanda, partite con la squadra al completo ridotte a 2 finalisti, comunque, le uniche nazioni che nelle eliminatorie hanno battuto i russi. L’azero Gasimov su Zhamkochian nei 48, gli irlandesi Harty (63) e Maher (66) ai danni di Anufriev e Mekhtiev, raggiungendo entrambi l’oro. Finali anche per Polonia, Moldovia, Bulgaria, Georgia, G.B. e Israele. La Serbia che aveva portato ben 6 atleti in semifinale, con verdetti sfacciatamente assurdi, al dunque si è sciolta come neve al sole. Ferme al bronzo Romania, Polonia, Croazia, Lituania, Albania, Ungheria e Italia con giustificati rimpianti.                                                                                                                                                                           

  Le junior hanno promosso in finale 10 russe, con otto vittorie. La Turchia arrivata in semifinale con 6 giovani ne ha perduto quattro contro le russe e conferma quanto sia determinante il sorteggio, affiancandosi a Italia, Armenia e Romania a quota due. Le inglesi arrivano in tre, mentre Polonia, Croazia, Ungheria, Serbia, e Lituania si fermano a quota uno e nessuna raggiungerà l’oro. Il festival russo si concreta con otto vittorie giuste, e potevano essere nove se i giudici non avessero fatto un regalo alla romena Semeniciuc (52) inferiore alla rivale Andreeva che l’aveva martellata niente male. Ma croato, kosovaro e bulgaro ritenevano che un favore al delegato tecnico del torneo, guarda caso romeno, non si nega mai, mentre inglese scozzese, fuori dai giochi segnavano 30-27 per la russa. Avete capito i giochini. Delle otto russe sono di qualità Borisenko (54), Zueva (57), Korobova (63) dopo una bella sfida contro l’inglese Holden e la Antipova (75). Mentre le due più pesanti Buzuleva (80) e Itonieva (+80) hanno la forza dalla loro. Non altro.

Nel ranking per nazioni, l’Italia è risultata sesta assoluta, dietro a Russia, Armenia, Irlanda, G.B. e Turchia, precedendo Romania, Polonia, Serbia, Bulgaria, Azerbajan, Ungheria, Moldovia e altre 15 nazioni. Il commento del presidente federale Flavio D’Ambrosi, sul sito internet, è stato molto positivo, dando il giusto valore alle tre medaglie in una rassegna, dove la Russia forte di troppi vantaggi, che ho cercato di illustrare, ha raccolto anche più di quello che meritava in assoluto. Per l’Italia, portare a casa oro, argento e bronzo in un europeo jr. di alta qualità non è poco. Basterebbe l’esempio dell’Italia pallonara e miliardaria, ridicolizzata dalla Svizzera agli europei.

Giuliano Orlando