EUROPEI SCHOOL IN TURCHIA BILANCIO AZZURRO 2022
di Giuliano Orlando
ERZURUM (Turchia). E’ sceso il sipario sugli europei school tenutisi in agosto, per la prima volta in Turchia, nella regione anatolica, all’estremo Est dell’Europa, non troppo distante da Armenia e Georgia, a Erzurum, capoluogo della provincia omonima, 400.000 abitanti. 28 nazioni le partecipanti: Albania, Armenia, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Inghilterra, Estonia, Georgia, Germania, Grecia, Ungheria, Irlanda, Israele, Italia, Kosovo, Lettonia, Lituania, Moldova, Polonia, Romania, Scozia, Serbia, Slovacchia, Slovenia, Turchia e Ucraina: 238 maschi e 100 scolare, per un totale di 338 atleti, contro i 274 del 2021, nonostante l’esclusione di Russia e Bielorussia per l’invasione dell’Ucraina. L‘assenza di queste due nazioni ha stimolato il ritorno di Inghilterra, Irlanda, Scozia e Azerbajan elevando il tasso tecnico notevolmente. L’Italia dal 2003 ad oggi ha conquistato 3 ori, 5 argenti e 15 bronzi, navigando in12° posizione su 32 nazioni presenti, La squadra maschile era guidata dai tecnici Rocco Prezioso e Patrizio Oliva, che dopo un lungo periodo di frizione con la FPI, è tornato nell’alveo federale, prima come talent scout, adesso nel ruolo tecnico. I nove titolari azzurri erano: kg.40 Tommaso Orlando (15-7-2008); 42: Massimiliano Aramini 14-6-208; 44: Anthony El Moeti 3-10-2008; 48: Antonio Marongiu 14-6-2008; 50: Mattia Turrin 25-3-2008; 52: Salvatore Lo Piccolo 10-1-2008; 54: Gabriele Bellandi 16-4-2008; 60: Tiberio Nocadello 5-3-2008; 66: Lorenzo Pollicelli 28-6-2008. Tutti destinati a passare nel 2023 tra gli jr mentre la compagine femminile guidata da Valeria Calabrese e Gianfranco Rosi, ne conferma nove, che sono nei kg. 38: Elena Potenza, 40: Gloria Potenza; 42: Maria Macchiolo; 44: Anna De Donato Liparulo; 46: Ludovica Vitoni; 48: Martina Di Felice; 51: Estella Filardi; 54: Francesca Dell’Aquila; 64: Solo Sara Scorrano era presente nel 2021. Il bilancio di Erzurum è buono in linea con le previsioni, peccato che il settore maschile abbia mancato l’oro, assente dal 2019, puntando alla vigilia su Turrin (50) e Lo Piccolo (52) più che su El Moety (44) la piacevole sorpresa azzurra con l’argento. Oro centrato dalle scolare, sotto la guida di Valeria Calabrese e nonostante l’handicap di doversi inventare ad ogni edizione una squadra nuova di zecca, con inesperienza da primato, trova sempre il modo di portare sul podio più alto una sua allieva. Delle quattro edizioni disputate, solo nel 2021 ha mancato il bersaglio dorato, fermatasi a 4 bronzi. Nel bilancio totale, dal 2018 al 2022, le azzurre figurano al quinto posto assoluto, precedute da Russia (14-9-1), Inghilterra (9-5-5), Ucraina (8-13-13) e Irlanda (5-10-12), con gli stessi ori ma meno argenti e bronzi (5-2-11), con la Turchia alle spalle che in casa ha centrato 4 ori, un argento e tre bronzi, bottino eccezionale, considerato che nelle tre edizioni precedenti il bilancio era di zero ori, 2 argenti e 9 bronzi. Il fattore casalingo ha fatto il miracolo, grazie ai giudici che nel segno dell’ospitalità hanno creato vantaggi che in altre sedi avrebbero ridotto alla metà gli ori e lo stesso per i bronzi. Primi ori per Armenia e Croazia. In finale la Afrikyan nei 42 kg., ha faticato e non poco contro la guerriera inglese Mali, dalle mani pesanti e mai doma. Tre giudici hanno premiato la migliore impostazione tecnica dell’armena, ma l’amarezza degli inglesi era giustificata. La brevilinea croata Horvat nei 70 chili, dopo aver battuto la locale Eroglu, più nettamente del 3-2 dei giudici e domato alla distanza l’irlandese Poleon, in finale ha fatto sfogare e sfinire l’ucraina Novikova, presente nel 2021, bene impostata ma col fiato corto, dopo la battaglia in semifinale contro la magiara Kapcsos. La Horvath conquista per la Croazia il primo oro al femminile, equiparandosi ai maschietti, che lo colsero nel 2016 a Zagabria in casa, con Matej Hlaga nei 54 kg. battendo nei quarti l’azzurro Filippi. Dicevo delle turche, che hanno fatto incetta di medaglie, con l’aiuto dei giudici. Giusto il successo di Donmezoglu (38) una furia scatenata che ha vinto sempre nettamente, compresa la catanese Elena Potenza, che comunque ha retto i tre round con generosità e dignità. In finale ha costretto sempre in difesa l’irlandese O’Herron, data vincente col dubbio in semifinale contro l’ucraina Havryliak, che meritava il successo. Nei 57 kg. la locale Yazan sembrava un diciottenne, tanto la superiorità atletica era evidente. Sia per la inglese Holden che per la Vuksik non c’è stato nulla da fare. La bosniaca in finale è stata fermata subito, travolta dalle scariche della turca. Resta il mistero come la Yazan abbia solo 14 anni. Nei 54 l’oro per la locale Ozkan con tre 30-27 è sorprendente e preoccupante. Se è vero che la turca ha sempre attaccato, è altrettanto vero che le repliche della romena Rocio erano più precise e tra scolare, la tecnica dovrebbe prevalere sulla forza. Cosa che non è avvenuta anche nella sfida tra la nostra Martina Di Felice e la turca Eda Nur Ilhan, bronzo 2021 nei 48 kg. La sfida si è snodata sullo scambio intenso tra attaccanti dal grande temperamento. Il verdetto ha sorriso alla turca per 4-1, col solo giudice moldovo che ha visto come il sottoscritto, la vittoria dell’azzurra, col primo e terzo round a suo favore e il secondo per la turca. La pescarese, al debutto agli europei, è giunta in finale, superando due avversarie sulla carta proibitive. In primis l’ucraina Kira Makohonenko, europea uscente nei 42 kg., favorita d’obbligo, che al debutto in Turchia presentava un record da brividi: 64 vittorie e nessuna sconfitta. L’abruzzese battendola, compiva un vero miracolo. Anche il successivo match contro la quotata polacca Gorzelena, con oltre 50 match alle spalle, contro i dieci di Martina, era un capolavoro. Nei 70 kg. la piemontese Sara Scorrano, presente agli europei 2021, dove usciva all’esordio contro la moldova Coronciuc, giunta in finale, poi battuta dalla russa Kazakova.. Ad un anno di distanza, l’azzurra ha fatto passi da gigante, anche se il ruolino di marcia segnava solo otto incontri, contro i quasi 40 della turca Dokgoz, che si era sbarazzata della moldova in semifinale. Stavolta l’andamento della sfida è stato talmente unilaterale che il 5-0 non risultava una sorpresa. La ragazza di Cuneo è subito partita all’assalto, mantenendo l’iniziativa per i tre round. Delle altre sette azzurre, già detto di Elena Potenza (38), la sorella Gloria (40) incrociava la greca Sdouga, ma ancor più l’arbitro inglese che ha fermato subito il match ritenendo l’italiana troppo passiva per proseguire. Stesso parere dell’israeliano Svyatocha nel confronto tra l’azera Banunchhichak e l’abruzzese Anna de Donato Liparulo (44), in questo caso una decisione assurda e sconcertante, visto che i cinque giudici avevano assegnato il primo round all’italiana, e il secondo round stava seguendo lo stesso criterio, con l’azera aggressiva, ma l’azzurra capace di contrarla molto bene. Nel giro di 20” l’arbitro commina due kd alla nostra e la rimandava all’angolo sconfitta! Senza commento. Nei 42 kg. la piemontese Maria Macchiolo, cedeva nettamente all’ucraina Liahotska, fisicamente sovrastante. Non fortunata la romana Ludovica Vittoni che esordiva con l’ucraina Ovsepian, argento 2021, che ha dominato il torneo. L’azzurra le ha tenuto testa validamente al punto che due giudici su cinque hanno segnato la parità, confermando le qualità della battagliera romana. Estella Filarida (51) conquista un bronzo difficilissimo, riuscendo a battere due aspiranti al podio, come l’rlandese Mc Carthy e la croata Jukicic. Contro l’ucraina Dudyn, ha lottata più col cuore che con i muscoli, che risentivano delle fatiche precedenti. Comunque voto alto per Estella. Promozione anche per Francesca Dell’Aquila, piemontese in crescita, l’altro bronzo (54) azzurro, vittoriosa sulla moldova Serbinova, in semifinale battuta per ferita al terzo round dalla turca Ozkav. Questo il bilancio in rosa. Il bilancio maschile dice un argento e tre bronzi, meglio del 2021 dove raccolsero solo 2 bronzi, con Cipriani (44) e Morale (70), ma questo significa poco, considerato che i nove azzurri presenti in Turchia, nel 2023 passeranno tutti negli jr. quindi ci sarà da inventarsi la squadra ex novo. Inoltre i sorteggi non sono certo risultati favorevoli, semmai l’esatto contrario. L’emiliano Tomasso Orlando (40), il laziale Antonio Marongiu (48) e il campano Tiberio Noccadello (60) hanno debuttato affrontando, rispettivamente l’inglese Scademg, l’irlandese Doyle e l’ucraino Bezuhl, tutti vincitori dell’oro. Peggio di così non poteva andare. Nei 42 Massimiliano Aramini, allievo della Boxe Latina, ha lottato alla pari e forse aveva fatto qualcosa in più, ma tre giudici hanno scelto l’irlandese Beagan. Il piemontese Nicola Bellandi (54) della Boxe Canavesana, era partito bene superando il pericoloso irlandese Mahon, boxando con intelligenza, ma nella prova successiva che lo avrebbe portato al bronzo è andato in confusione contro il forte ucraino Bohdan giunto in finale, dove l’inglese Huczmann, castigamatti della categoria lo costringeva alla resa al primo round. Gli altri quattro azzurri sono saliti sul podio e questo non è merito da poco. Nei 66 kg. Lorenzo Pollicelli del Gym Roma Est. Mattia Turrin, della Boxe Latina, è salito dai 42 kg. agli europei 2021 agli attuali 50. Il siciliano della Cannata Boxe a Palermo, Salvatore Lo Piccolo (52), anche lui reduce dagli europei 2021. Nei 44 kg., Anthony El Moeti, alto 1,75, che compirà 14 anni in ottobre, allievo della Boxe Torre Angela diretta dal papà Alessandro, presente al torneo, è stato la piacevole sorpresa azzurra. Il bilancio finale vede i maschi al dodicesimo posto su 28 nazioni presenti. Dal 2019, quando Giulio Coletta lasciò la guida delle giovanili, che portava avanti con successo dal 2013, dopo che l’Italia dal 2007 al 2012, risultava assente dalla rassegna allora solo maschile, ad ogni edizione sono cambiati i tecnici. Personalmente reputo sia una strada sbagliata e i risultati lo confermano. Non esistono allenatori in grado di fare miracoli, salvo trovare il fenomeno in erba, ma queste sono eccezioni alla regola. Quando si diede a Coletta l’incarico di guidare la squadra senior, si fece un disastro in tutti i sensi, al punto che i giovani finirono di crescere e la nazionale maggiore arrivò alla rottura col tecnico, costringendo il presidente ad affidare a Emanuele Renzini che già guidava la nazionale femminile con successo, il pacchetto azzurro in toto. Non dico di richiamare Giulio Coletta a far crescere i giovani e non sarebbe una cattiva idea, ma delegare un tecnico capace con un contratto a lunga scadenza per ricreare quello che al momento manca: la continuità nelle varie fasce giovanili, potrebbe essere un’ipotesi da prendere in considerazione.
Giuliano Orlando