Europei 1992
Paese ospitante: Svezia
Squadra campione: Danimarca
Capocannonieri della fase finale: 3 gol Larsen (Danimarca), Riedle (Germania), Bergkamp (Olanda), Brolin (Svezia).
La finalissima – Goteborg, 26 giugno 1992
DANIMARCA-GERMANIA 2-0
RETI: 18' Jensen (D), 78' Vilfort (D).
DANIMARCA: Schmeichel, Sivebaek, Olsen, Piechnik, Nielsen, Christofte, Jensen, Vilfort, Larsen, B. Laudrup, Povlsen. All. Moeller-Nielsen.
GERMANIA: Illgner, Buchwald, Kohler, Helmer, Reuter, Brehme, Sammer, Effenberg, Haessler, Riedle, Klinsmann. All. Vogts.
L'Italia non c'è
L'edizione degli Europei 1992 in Svezia è l'ultima con otto squadre ammesse. Non c'è l'Italia, che ha chiuso il girone di qualificazione alle spalle dell'Urss, che si presenterà sotto le denominazione di CSI (Comunità degli Stati Indipendenti). All'ultimo momento dà forfait la Jugoslavia a causa della guerra nei Balcani e così viene chiamata la Danimarca, che era giunta alle spalle degli slavi nelle qualificazioni. Nella prima fase, nel gruppo A, Svezia e Danimarca passano ai danni di Inghilterra e Francia, mentre nel gruppo B sono Olanda e Germania a conquistare l'accesso alle semifinali, a scapito di CSI e Scozia. Tutto farebbe pensare ad una finale tra tedeschi e olandesi: la Germania batte 3-2 i padroni di casa, cui non basta il tifo dello stadio di Solna, mentre la Danimarca, due volte in vantaggio, piega ai rigori la nazionale orange campione uscente nel 1988 di Gullit, Van Basten, Rijikaard e Bergkamp dopo il 2-2 del 120'. Nella finalissima allo stadio Ullevi di Goteborg, i danesi ribaltano il pronostico: 2-0 alla Germania con un gol per tempo di Jensen e Vilfort, mentre ogni tentativo tedesco si infrange sull'imbattibile Schmeichel.
Favola Danimarca
La Danimarca non doveva nemmeno esserci a Euro '92. I giocatori erano in vacanza e il ct Moeller-Nielsen dovette richiamare tutti agli ordini per una rapida preparazione in due settimane. Non tutti risposero alla convocazione: Michael Laudrup, il più grande calciatore danese di sempre, disse no. Si pensava che la Danimarca uscisse subito, senza preparazione e stimoli, e invece la fame di Schmeichel e compagni aumentò di gara in gara. Il portiere del Manchester United fu decisivo in semifinale parando un rigore a Van Basten nella serie finale, e poi nella finalissima sugli attacchi della Germania. La stella era Brian Laudrup, fratello minore di Michael, che giocò anche in Italia con la Fiorentina e il Milan, ma senza lasciare il segno. In Svezia non segnò ma il suo fu un grande europeo, a capo di un gruppo molto solido che comprendeva anche Henrik Larsen (che indossò la maglia del Pisa nei primi anni '90), uno dei cannonieri del torneo con 3 reti, e Kim Vilfort, decisivo nella finalissima e protagonista di una storia umana strappa lacrime.
La curiosità
Già la storia della Danimarca campione rappresenta la classica rivincita degli sfavoriti. All'interno della squadra, c'è a sua volta la tragica vicenda del centrocampista Kim Vilfort. Il mediano del Brondby è infatti costretto ad andare avanti indietro tra Svezia e Danimarca attraverso lo stretto di Oresund per correre al capezzale della figlia Line, 8 anni, malata di leucemia. Vilfort salta la sfida decisiva nella fase a gironi contro la Francia, ma i suoi compagni vincono e lui si rivede per la semifinale, e poi per la finalissima. Con la Germania realizza anche il gol che chiude i conti, quello del 2-0, in contropiede. Una gioia immensa per Vilfort: gioia che purtroppo non proseguirà perché poche settimane più tardi la piccola Line sarebbe morta.