Stiamo vivendo un cambiamento epocale in cui dopo il caso Weinsein le donne di tutto il mondo stanno prendendo coraggio e denunciano pubblicamente i casi di molestie di cui sono state vittime, spesso tenuti nascosti per vergogna o, come in questo caso, perché costrette.
La campagna #MeToo ha infatti investito anche il mondo dello sport: a parlare è una ex calciatrice svedese, Gunilla Axen, che accusa tre giocatori che avevano un ruolo importante nella nazionale una decina di anni fa:
Dal 2003 al 2010 tre giocatori mi mandavano foto oscene del loro pene. A me e ad altre due donne. So che quando i colpevoli leggeranno o vedranno in tv, avranno paura e sarò felice, perché sono ancora arrabbiata
Ci mandavano delle foto sporche. Per esempio una mattina mi è arrivato un sms con la foto del pene di uno e la scritta "Buongiorno Gunilla".
Ma non farò i nomi. So che quando i colpevoli leggeranno o vedranno in tv, avranno paura e sarò felice, perché sono ancora arrabbiata.
La Axén avrebbe voluto rendere nota la vicenda molto prima, ma racconta che le altre due donne si opposero. Accusa quindi Lars-Åke Lagrell, allora presidente della federazione, di non averla ascoltata: "Ha voluto nascondere tutto". Accuse che l'ex-presidente nega categoricamente, sostenendo si tratti di una vendetta della giocatrice dopo la sua espulsione nel 2015, ma prese molto seriamente dal direttore generale Håkan Sjöstrand:
Sono sorpreso e scioccato. Sembra assurdo. Ora dobbiamo capire cosa veramente è successo. Ma se le accuse sono vere, si tratta di un comportamento inaccettabile e dovremo reagire