Un 2017 che ha alimentato la fiammella di un sogno, regalando un'illusione lunga qualche mese prima che l'incidente di Singapore ed i successivi problemi al motore rovinassero una stagione comunque molto positiva. La Ferrari riparte con qualche certezza ma anche qualche dubbio in questo 2018 che segna un decennio esatto dall'ultimo titolo Costruttori. Decisamente troppi, se ti chiami Ferrari.
Ferrari SF71-H
Fiducia nei ragazzi della gestione sportiva, ottimismo per quel che succederà in pista: anche se non si vincerà subito, una stagione lunga 21 Gp dà il tempo di rimediare, se non si parte troppo male. Dopo un ottimo 2017, la Ferrari 2018 è la seconda nata dalla direzione tecnica di Mattia Binotto a scendere in pista, ed è un'evoluzione, ma si potrebbe parlare anche di esasperazione, del modello che l'anno scorso ha permesso alla Ferrari, dopo più di un lustro, di portare a casa cinque gare in una stagione. Ad onor del vero, questa SF71-H non ha convinto del tutto gli uomini Ferrari nei test invernali, ma non c'è motivo di creare allarmismi. Ricordiamo che il Cavallino ha cambiato di più sulla vettura, perchè anche se le linee guida sono quelle del vecchio progetto, l'allungamento del passo della monoposto ha portato a stravolgere alcuni parametri per cui sarà più laborioso, per la Rossa, avere diretti confronti con le indicazioni di dodici mesi fa. Bene tenere presente una massima, la stessa che si diceva per la Mercedes la passata stagione: il passo lungo impone problematiche maggiori nella messa a punto, e, soprattutto all'inizio, può dare qualche grattacapo; una volta trovato il bandolo della matassa, però, il potenziale è maggiore. Era così per la Mercedes 2017, può essere così per la Ferrari 2018, la quale si giocherà tante delle sue chanches sul fronte motoristico. Visto che nessuno dispone di dati precisi riguardo le power unit, restano ancora dei dubbi sui reali valori dei motori delle varie case. La Ferrari sicuramente rispetto alla fine della passata stagione deve aver fatto un passo avanti nell'efficienza se vuole giocarsela con Mercedes, senza dimenticare l'importanza che avrà la modalità della massima potenza (quella con cui ci si gioca la pole o si attacca alla morte per pochissimi giri in gara) e soprattutto l'affidabilità, in quanto quest'anno saranno concesse appena tre power unit per pilota prima di andare in penalità.
Sebastian Vettel
E' stato lo stacanovista dei test, con circa 3000 chilometri (!) di percorrenza in appena quattro giorni e mezzo di prove invernali. Una dedizione al lavoro ed un impegno verso la squadra che ha ricordato le belle giornate in cui Schumi dava tutto se stesso a Fiorano per far crescere la macchina. Sul fronte piloti dunque la Ferrari può stare tranquilla, Seb sono tre anni che lavora ad un sogno e ce la sta mettendo davvero tutta. C'è anche da scommettere che abbia fatto tesoro di un 2017 partito in sordina e finito con una mazzata tra capo e collo, perchè passata la delusione le motivazioni sono tornate più forti di prima. Il tedesco confida nella squadra e nella macchina, sa che non sarà facile e proverà sicuramente a metterci del tuo. La sfida con Hamilton è lì che lo aspetta, servirà innanzitutto una monoposto all'altezza, fosse così il tutto passerebbe per le sue mani.
Kimi Raikkonen
Da tre anni ormai si dice sempre che potrebbe essere alla sua ultima stagione, stavolta può esserlo davvero, motivo in più per voler far bene da subito. Peccato che abbia avuto una buona dose di sfortunata nel precampionato, con pioggia e neve a “rubargli” una giornata nella prima sessione ed un malessere fisico a togliergli un'altra mattinata nella seconda che non lo hanno fatto girare come avrebbe voluto, speriamo solo che con i dati a disposizione possa trovare da subito un buon bilanciamento della macchina. Lo scorso anno ha alternato buone gare ad altre molto più anonime, avrà da lavorare sulla costanza per essere di nuovo una spina nel fianco per le Mercedes e per riacciuffare un successo che gli manca da cinque anni.