F1, Gp Abu Dhabi: il commento

Pubblicato il 3 novembre 2013 alle 16:56:51
Categoria: Formula 1
Autore: Redazione Datasport.it

Sinceramente è stata una gara con molto poco pathos. Soprattutto per quanto riguarda il primo posto, ormai appannaggio esclusivo da ben sette gare di Sebastian Vettel, il tedesco dai grandi numeri che sta andando alla caccia dei record più impensabili. Con la settima vittoria consecutiva il campione del mondo ha eguagliato il record stabilito da Ascari tra il 1952 ed il 1953 (anche se qui ci sarebbe da obbiettare, perché la striscia dell'italiano fu interrotta dalla 500 Miglia di Indianapolis, alla quale i team europei non partecipavano, e quindi il record potrebbe venire esteso a nove) e da Schumacher nella stagione 2004.

Il 2004 è anche l'anno in cui Michael stabilì il record del maggior numero di vittorie ottenute in una stagione, 13, che Vettel potrebbe andare ad eguagliare vincendo gli ultimi due appuntamenti. Sono infatti 11 i trionfi di questo stratosferico 2013, che oggi racconta dell'ennesima corsa da marziano di Sebastian. Una prima parte di gara a dir poco incredibile che lo ha visto correre in solitario, incrementando ad ogni giro un vantaggio che già a metà corsa era intorno al mezzo minuto. Così è rimasto, ma solo perché Seb non ha più avuto bisogno di spingere, pensando a gestire una vettura che ancora una volta si è dimostrata fantastica, anche se Webber, i tempi del compagno, non è proprio riuscito ad avvicinarli.

Mentre Vettel infierisce su una situazione imbarazzante (per gli avversari), gli altri continuano a lottare spartendosi quel che rimane, ovvero le briciole. La Mercedes è riuscita a guadagnare ancora qualcosa su una Ferrari che ha provato ad attaccare in questa gara (storicamente un tabù), riuscendoci in parte. L’Alonso furioso è venuto fuori solo nel finale, quando con gomme morbide Fernando ha più volte abbassato il miglior tempo sul giro stabilendo il giro più veloce in gara (è appena la terza volta nelle ultime tre stagioni che ciò accade) e raccogliendo quel quinto posto che aveva promesso alla vigilia. Un risultato di carattere, arrivato con una grande determinazione (e, tra l’altro, non ancora sicuro al cento per cento per via del sorpasso su Vergne, che verrà discusso a fine gara), ma che non è niente se paragonato alle vittorie a ripetizione di Vettel.