Non si sa mai che parole usare quando si deve iniziare a parlare dell'ultimo capitolo di una stagione che ancora deve decretare il nome del suo vincitore. Perché si ripercorrono mesi e mesi di duelli, episodi, dichiarazioni. Quindi, andiamo forse sul banale ma su quello che probabilmente è la frase più giusta per affrontare questo decisivo Gran Premio di Abu Dhabi: che vinca il migliore.
E per migliore intendiamo colui che più dell'altro vorrà vincere questo titolo, con la speranza che non sia l'assurda regola del doppio punteggio a decretare un vincitore di una stagione che verrebbe così rovinata nel suo appuntamento decisivo dopo un duello lungo un anno. Da una parte Hamilton, il talento cristallino, la classe pura, l'estro; dall'altra Rosberg, sempre veloce, costante, dal piede pesante e dal temperamento solido che gli hanno permesso di arrivare all'ultimo appuntamento ancora con qualche speranza dopo che gran parte degli “esperti” avevano indicato con troppa fretta Lewis come campione del mondo ad inizio anno. Ci auguriamo di vedere un duello leale, senza colpi bassi, e soprattutto non condizionato da terzi: dovranno essere loro, e solo loro, gli artefici dell'esito decisivo di un 2014 che verrà ricordato per aver fatto rivivere agli appassionati un duello interno degno dell'era Prost-Senna.
Ma Rosberg ha bisogno di terzi, direte voi. Perché altrimenti sarà dura per il biondo riuscire a spuntarla. Questo Hamilton lo sa bene, ed è per questo che nonostante un vantaggio più o meno rassicurante (certo avrebbe preferito non avere proprio quest'anno il doppio punteggio) e un conto delle vittorie ampiamente a favore (10 contro 5), l'inglese non va negli Emirati Arabi troppo tranquillo, memore anche dei finali al cardiopalma delle stagioni 2007 e 2008. Soprattutto perchè non bisogna andare troppo indietro nel tempo e sforzare troppo la memoria per ritrovare colpi di scena sula pista di Abu Dhabi: nel 2010, un Alonso ampiamente favorito si vide sfuggire in modo incredibile un titolo che ancora oggi fa male, lasciando agli albi un esito di un mondiale che avrebbe potuto fare la differenza nel prosieguo del rapporto tra lui e la Ferrari.
Ed eccoci all'altro tema importante di questa gara. Vale a dire l'ultima parola della storia tra Ferrari e Alonso, cui si collega quella tra Vettel e Red Bull, anch'essi giunti ai titoli di coda del loro rapporto. Con un banale scherzo del destino, Nando e la Rossa si ritrovano a dirsi addio proprio sulla pista che ha segnato per sempre il loro rapporto, contrariamente a Seb e il suo team che invece si salutano nel luogo dove ebbe inizio la loro favola. Un addio di due grandi campioni a due grandi squadre, per futuro incerto per tutti. Magari, se il rush finale per il titolo si rivelerà più noioso o scontato del previsto, saranno proprio loro a regalarci qualcosa di speciale prima di intraprendere altre strade. E come al solito, che vinca il migliore. Oggi e in futuro.