Traguardo importante in Austria per la Force India, che a Spielberg diventerà bicentenaria. La squadra di Vijay Mallya, attualmente al sesto posto nella classifica Costruttori, ha debuttato in F1 nel 2008 e nel giro di qualche stagione ha saputo costruirsi una reputazione e scrivere una storia che in occasione di questi 200 Gp merita di essere raccontata.
In tutto questo c'è un prologo che si chiama Jordan, divenuta successivamente Midland e Spyker prima di trasformarsi definitivamente in Force India con l'acquisto da parte del magnate indiano Vijay Mallya. Uno che nonostante un bel patrimonio non se la passa proprio bene, invischiato in guai finanziari che gli hanno procurato ben più di un grattacapo con la giustizia, culminato in qualche ora di carcere nell'aprile 2017 prima di essere rilasciato su cauzione. Ma nonostante questo, insieme ad un passaporto ritirato che gli impedisce di seguire il team in pista, Mallya ha saputo far crescere una squadra ad oggi rispettabilissima per capacità tecniche e palmares.
L'inizio fu difficile, con una stagione 2008, la prima della neonata squadra anglo-indiana (la sede è a Silverstone, vicinissima alla pista), chiusa all'ultimo posto nel Costruttori con zero punti. Tutto regolare, considerando che nonostante la buona volontà dei piloti di allora, Giancarlo Fisichella ed Adrian Sutil, la Vjm01 altro non era che la già modesta Spyker del 2007. Anche il 2009 non fu facile, colpa di una Vjm02 ancora molto acerba e colpita da una gran carenza di carico aerodinamico. Un punto debole non da poco, che però fu punto di forza nelle piste da basso carico come Spa e Monza: nella prima occasione Fisichella portò a casa una strepitosa pole position ed un leggendario 2° posto dietro alla Ferrari di Raikkonen, mentre in Italia Sutil fu ottimo 4°. Qualcosa si muoveva, ed infatti la scuderia chiuse il campionato al penultimo posto, battendo la Toro Rosso.
La vera svolta si ha però dal 2010 in poi, quando le vetture anglo-indiane smettono di fare la comparsa ed iniziano a macinare punti: da allora sarà una crescita continua, grazie a dei punti focali nella gestione del team che si stanno rivelando vincenti ancora oggi. Uno di questi è la scelta dei piloti, con Mallya che da sempre ha deciso di rifiutare piloti paganti se non per qualche test o sessione di prove libere, insieme ad uno staff tecnico, capitano dal validissimo Andrew Green, direttore tecnico dal 2011, che ha saputo destreggiarsi e fare le scelte giuste nonostante un budget molto limitato. Infatti, la Force India è costantemente nelle ultimissime posizioni per quanto riguarda il denaro a disposizione, ma è la migliore nel rapporto tra risultati e soldi spesi: proprio per questo Martin Brundle, ex pilota ed oggi commentatore, definì gli uomini Force India "campioni del mondo in base ai soldi spesi". Un complimento non da poco.
Il miglior risultato in gara rimane la piazza d'onore di Fisichella a Spa 2009, ma da allora sono arrivati altri cinque podi, mentre per quanto riguarda la classifica finale il miglior piazzamento è il 4° posto nel Costruttori ottenuto nel 2016 e nel 2017. Sempre considerando il risultato in base al budget disponibile, un capolavoro delle "pantere rosa", nome dato alle vetture indiane da quando il nuovo sponsor, ad inizio 2017, ha imposto il cambio di colore del team, dopo il verde-bianco-arancio (colori della bandiera dell'India) delle prime stagioni ed il nero-grigio-bianco di quelle successive.
Il 2018 è iniziato con qualche difficoltà in più, a sottolineare una volta di più che nelle ultime due stagioni in Force India abbiano fatto più di quanto ci si potesse aspettare. Nonostante questo, Perez è riuscito a portare la vettura sul podio a Baku, in attesa che la Vjm11 torni ad essere una monoposto al livello dei due modelli precedenti. Non sempre i miracoli riescono, ma gli uomini Force India hanno già dimostrato di esserne capaci. Nel frattempo, tanti auguri, Force India. Buon 200° Gp.