La macchina? Una favola, tre pole (consecutive) in quattro appuntamenti, un passo gara inavvicinabile per tutti. Hamilton? Mai un avversario degno per Vettel, superiore al campione inglese per tutto il fine settimana. Poi però guardi la classifica e scopri che in testa c'è proprio Hamilton.
I numeri non mentono, ma non è vero che dicono tutto. Prendere questo inizio di mondiale per capirlo: Lewis Hamilton e la sua Mercedes sono stati i migliori in pista solo a Melbourne, dopodichè hanno incontrato varie difficoltà (da riscontrare nella difficile messa a punto della W09 e nel suo utilizzo dei pneumatici) che non hanno permesso al binomio campione in carica di vincere. Eppure ci sono loro in cima alla classifica Piloti (nel Costruttori è avanti la Ferrari), con un Cavallino Rampante che perde un'altra occasione dopo la Cina.
A Baku, i piloti hanno una fetta di colpa, ma è ingiusto accusarli, può capitare di sbagliare. Raikkonen si è complicato la vita in qualifica, è stato incolpevole con Ocon nel primo giro (aveva mezza macchina già all'interno della Force India, è Esteban che sterza a sinistra come se all'interno non ci fosse nessuno), è stato fortunato a risalire fino al podio. Vettel invece stava facendo una corsa magistrale, ma la safety car ha permesso a Bottas di restare davanti, anche perchè la Ferrari non poteva non richiamare il tedesco ai box, in quel momento in pista su soft. Seb ci ha provato, ha bloccato le gomme e le ha spiattellate. Col sennò di poi, con la foratura di Valtteri, una beffa. Sbagliato colpevolizzare troppo Seb, aveva le sue ragioni per farlo: in quel momento, Lewis era in scia e lui temeva un attacco da parte dell'inglese; in più, sapeva bene che nel tratto finale le W09 erano mediamente più veloci, dunque il pericolo era, oltre che non avere più la possibilità di attaccare Valtteri, anche quella di ritrovarsi attaccato da Hamilton. In più, il fattore emotivo: Vettel meritava ampiamente la vittoria, non voleva perderla per una saefty car.
Passiamo poi alla gestione del muretto. E' stato giusto richiamare ai box, nel finale, Vettel e Raikkonen (e pure la Mercedes con Hamilton ha fatto così) per mettere le ultrasoft. Con le soft usate, Seb sarebbe stata facile preda delle Mercedes, su un circuito cittadino delle gomme di due gradazioni più morbide garantiscono tanto grip in più. Si può discutere, piuttosto, del prima. Perchè non si è azzardato il secondo pit stop con Kimi, che già si era lamentato delle soft (montate, tra l'altro, dopo appena un giro)? Inoltre, visto che il passo con le supersoft era ancora buono, perchè non si è aspettato a fermare Vettel? Il margine su Lewis e Valtteri era ampio, si sarebbe potuto reagire anche all'imminente undercut della Mercedes con il finlandese. Era ovvio che Mercedes avrebbe montato ultrasoft a Bottas per attaccare nel finale, visto che le “rosse” di Seb non stavano perdendo troppa prestazione si poteva allungare ancora di più lo stint.
Come sempre, è facile parlare con il senno di poi. Al muretto Ferrari hanno tentato di fare il possibile, ed è ovvio che se Vettel non fosse arrivato lungo in frenata alla ripartenza, staremmo qui a parlare di un'altra gara. Sono solo constatazioni e provocazioni per ragionarci un po' su, e cercare di capire come sia possibile che una macchina che ha fatto tre pole in quattro gare abbia appena quattro punti di vantaggio nel Costruttori e addirittura insegua nel Piloti. Diciamo che il debito con la fortuna di Melbourne la Ferrari lo ha pagato, ora, da Arrivabene in giù, sperano tutti di poter portare a casa quel che questa SF71-H può permettere di portare a casa.