Alzi la mano a chi non è tornato alla mente Instanbul 2010, con Vettel e Webber ai ferri corti in un Gp di Turchia passato alla storia proprio per quell'episodio. Otto anni fa però almeno una macchina, quella di Webber, riuscì ad andare a podio, stavolta invece Daniel Ricciardo e Max Verstappen si sono ritrovati entrambi fermi nella via di fuga della prima curva del circuito di Baku.
Una follia, quella della Rd Bull. Non solo e non tanto dei piloti, quanto del muretto box, protagonista di una gestione della corsa fin troppo lasciva. Max e Daniel era tutta la gara che erano in lotta, erano già arrivati al contatto (leggero, ma pur sempre un contatto) in uscita di curca 1, e si erano scambiati più volte la posizione. Max aveva fatto un capolavoro buttandosi in uno spazio ristretto in curva 2, Daniel aveva risposto con una super staccata all'esterno della prima curva, Verstappen comunque era riuscito a tornare davanti dopo i pit stop, ed è stato qui che Ricciardo si è ritrovato nella condizione di dover attaccare di nuovo. E' il giro numero 43 quando le due Rb14 si scontrano: Ricciardo in scia tenta la “sua” mossa, Verstappen, dopo averlo già fatto ad inizio rettilineo, camia due volte direzione, l'ultima proprio in staccata, quando il compagno non ha più neanche il tempo di reagire. Scontro inevitabile, fuori entrambi.
In Formula 1, non è propriamente vero che chi tampona ha sempre torto. La pensa così Niki Lauda (e non solo lui), che attribuisce un 70%, dunque quasi del tutto, la colpa a Verstappen. Max si sposta di poco all'interno in frenata, dopo averlo già fatto in precedenza, togliendo quei centimetri che ci sarebbero stati per Daniel se non si fosse nuovamente spostato. La direzione gara non è intervenuta, forse perchè la Red Bull di danni se ne era già fatti abbastanza da sola, ma è fuori discussione che la responsabilità più grande, tra i due, sia di Verstappen. Del resto, se l'australiano la “mossa Ricciardo” l'ha provata un po' con chiunque andando sempre a buon fine tranne che con il compagno, un motivo ci deve essere...
La colpa più grande, però, è della squadra. Red Bull ha sempre lasciato liberi i piloti, anche per una sorta di “spot” pubblicitario, se così si può dire, ma non ha messo un freno ad una lotta che impazzava sin dai primi giri e per la quale l'incidente era nell'aria. Sbagliato il modo di dare totale libertà ai piloti, anche perchè nel duello i due si sono molto rallentati, senza prendere in considerazione il fatto che davanti Hamilton non era irresistibile e che una safety car avrebbe permesso di lottare per il podio, viste le gomme fresche che le vetture di Milton Keynes avevano. Tanti punti persi ed una gran brutta figura.