Non si può certo dire che siano mancate le emozioni nel secondo appuntamento del mondiale di Formula 1, con una vittoria sudatissima da parte di Vettel e della Ferrari, di nuovo vittoriosi dopo l'Australia, con le Mercedes subito dietro.
Vettel, festa per il Gp numero 200 Traguardo importante quello dei 200 Gp in carriera per Sebastian Vettel, ma ancora di più lo è stato quello di ieri, che ha messo fine alle sofferenza del tedesco ed all'arrembaggio di Bottas, ormai a pochi decimi dalla sua Ferrari. Se in Australia era arrivato il massimo risultato praticamente col minimo forzo, stavolta Seb il successo se è sudato fino all'ultimo metro, con una guida magistrale che gli ha permesso di gestire le gomme soft per quasi 40 giri, un'enormità. “Sono tranquillo”, aveva bluffato Vettel durante la gara: lo aveva fatto sperando che quella comunicazione arrivasse non tanto alla sua squadra ma a quella rivale della Mercedes. In realtà, non poteva esserci bugia più grande: neanche in Ferrari erano sicuro che le gomme sarebbero durate, ed infatti Seb ha dovuto guidare di fino per portare a casa la vittoria, con dei pneumatici ridotti ormai sulle tele. E' una Ferrari che rischia e vince, ma che vede pure una macchina fuori, quella di Raikkonen, dopo lo sciagurato pit stop che è costato la frattura della gamba ad un meccanico ed il ritiro di Kimi. Dispiacere per il meccanico, per fortuna scampato con “solo” una frattura, per quanto grave, e dispiace per il finlandese, purtroppo impossibilitato a proseguire e lottare quantomeno per il podio. Non tutto dunque è perfetto in casa del Cavallino, ma l'inizio è comunque di quelli dirompenti.
Toro Rosso-Honda, che gioia! C'era la gara dei top team, ma c'era anche quella degli “altri”, la lotta di seconda fascia che come l'anno scorso promette tante battaglia. A spuntarla è stato un monumentale Pierre Gasly, gran 4° nella domenica bahreinita per i primi punti della sua carriera e stagionali per la Toro Rosso. Un risultato da urlo perchè arrivato grazie a delle prestazioni da favola per il binomio Toro Rosso-Honda, non solo per il team di Faenza ma anche per il motorista nipponico, che si è preso la soddisfazione di artigliare il miglior risultato dal suo rientro ad inizio 2015 già al suo secondo Gp con il team faentino, dopo tre anni di fallimenti con McLaren, finita dietro. Che il povero Fernando Alonso abbia fatto la scelta sbagliata un'altra volta?
Disastro Red Bull Si interrogano a Milton Keynes, si interrogano e vogliono trovare al più presto spiegazioni. Due macchine fuori nei primi chilometri e Gp del Bahrain già finito per i bibitari, la cui cartolina da Sakhir è l'immagine di Newey con le mani in faccia e Horner che guarda incredulo i monitor. La cosa che fa più male è che la macchina c'è, i risultati no. E' successo tutto molto velocemente, con il contatto tra Verstappen ed Hamilton, con conseguente foratura dell'olandese, seguito pochi istanti dopo dal ritiro di Ricciardo, con la sua Rb14 improvvisamente ammutolita. Max è riuscito a tornare ai box ma ha fatto poca strada, perchè poco dopo si è fermato anche lui. La Cina dovrà rappresentare una svolta per i bibitari, che devono far fruttare quanto fatto vedere di buono dalla nuova vettura, con la speranza di conquistare a Shanghai almeno il primo podio della stagione. Sarebbe quantomeno un inizio.