F1, Gp Bahrain: Vettel taglia il traguardo dei 200 Gp in carriera

Pubblicato il 3 aprile 2018 alle 12:41:56
Categoria: Formula 1
Autore: Matteo Novembrini

 

Da bambino prodigio a uomo di punta della Ferrari, Sebastian Vettel è pronto a tagliare il traguardo dei 200 Gp disputati in carriera, e lo fa con il sorriso di chi sa di esserseli goduti tutti, questi gran premi. Praticamente un podio ogni due Gp, tante vittorie, tante pole e ben quattro mondiali, adesso manca l'acuto più atteso, quello di vincere il titolo con la Ferrari. Un obbiettivo che sta a metà tra il sogno e l'ossessione.

Non poteva arrivarci nella maniera migliore, Seb Vettel, al Gp numero 200 della carriera, visto che meno di due settimane fa ha aperto con una vittoria questa stagione 2018. Gioia e consapevolezza di dover lavorare ancora, tanto e bene, per battere la coppia Hamilton-Mercedes che a quanto pare proprio non vogliono saperne di scendere dal trono. Ma in Bahrain ci sarà pure il tempo per allentare un attimo la tensione e rendersi conto che toccare la seconda centinaia è roba mica da tutti, a maggior ragione con le sue percentuali di successi.

Così, questo traguardo fornisce pure l'occasione per andare a rivisitare, in soldoni, quel che il tedesco ha fatto ed ha rappresentato in questi anni. Ermetico e puntiglioso nel lavoro, Seb si presentò da talento naturale alla F1 entrando dalla porta sul retro, cioè dal ruolo di terzo pilota con la Bmw-Sauber, stampando subito i migliori tempi nelle libere in Turchia ed Italia. Roba da catturare pure l'attenzione di un certo Michael Schumacher, idolo indiscusso della sua infanzia e da lì a poco suo amico e maestro, quasi un fratello maggiore con il quale Seb non disdegnava mai di intrattenersi, come nelle cene dei piloti, che lo vedevano sempre seduto al fianco del suo mito. Dal canto suo, Schumi si era affezionato a questo ragazzo che in occasione del terzo titolo del "figlioccio", anche un pilota orgoglioso e geloso dei suoi successi come Michael si fece scappare un:"Se Sebastian batterà i miei record, sarò felice per lui. I record esistono per essere battuti". Seguì un umile :"I miei tre titoli non sono ancora niente rispetto ai suoi sette", eppure la strada era tracciata ed infatti l'anno dopo arrivò pure il quarto titolo, anno 2013, l'ultimo fino ad adesso.

 

Del resto, a Seb i record non mancano. E' stato un mostro di precocità ed ha stabilito traguardi che ancora non sono stati battuti: è stato il pilota più giovane ad aver vinto un Gp (ci è voluto Verstappen a Barcellona 2016 per togliergli questa soddisfazione), è tutt'ora il pilota più giovane ad aver ottenuto la pole ed un titolo mondiale. Senza contare anche altri primati (maggior numero di Gp vinti consecutivamente, maggior numero di pole, punti e vittorie in una stagione), i traguardi in gioventù sono stati talmente tanti che a fine 2014, in una stagione terribile per lui (unica volta in cui ha fatto meno punti del compagno di team), ha deciso di compiere il grande passo: sposare la Rossa, per emulare, stavolta sì e con convinzione, quello che Michael aveva fatto all'incirca 20 anni prima di lui, cioè riportare il Cavallino al successo. E stavolta non era più tempo di parlare di un giovanotto in gamba e dotatissimo, ma di uomo che si prende la responsabilità, con una bella fetta di coraggio (ricordiamo i risultati disastrosi della Ferrari del 2014), di caricarsi il peso di un obbiettivo del genere sulle spalle.

Schumi aveva fatto in tempo ad incrociarlo nel 2006, era l'ultima stagione di Michael, mentre lui riuscì a debuttare in sostituzione di Kubica solo l'anno dopo ad Indianapolis, andando subito a punti. Non avrebbe mai pensato di ritrovarsi a battagliare in pista con il sette volte campione del mondo, eppure andò così perchè Schumi decise di tornare e così i due poterono anche misurarsi in pista, per tre stagioni, ritrovandosi a duellare qualche volta in pista ma mai per il campionato. Giocarsi un titolo con il suo idolo rimarrà per Seb solo un sogno irrealizzabile, mentre l'altro sogno, di fare come lui e più di lui, se possibile, per quello ancora non è detta l'ultima parola: vincere un titolo col Cavallino, sì, un sogno ma che ancora è possibile. E' un sogno a cui Seb non vede l'ora di dare la stupenda forma della realtà.