“To finish first, first you have to finish”. Dall'inglese, “per arrivare primo, per prima cosa devi arrivare”. Non ci poteva essere citazione più azzeccata per introdurre il Gran Premio della Cina, terzo appuntamento di un mondiale 2016 che per la Ferrari è iniziato in salita. Ma dato che siamo in tema, ecco un'altra citazione, un'altra regola vera ma non scritta che da sempre accompagna le logiche del mondo delle corse: è più facile rendere affidabile una vettura veloce, che non veloce una vettura affidabile.
A Maranello questo lo sanno (sono a conoscenza sia dell'una che dell'altra citazione, s'intende), ed il lavoro, specie nel reparto motori, continua a ritmi ossessivi. Perchè in un mondiale lungo 21 Gp abbattersi dopo appena due gare non sarebbe la cosa giusta da fare, ed in più non sarebbe da spirito Ferrari, che negli anni ha dimostrato di saper risorgere anche quando le cose sembravano mettersi davvero male. Certo che ci vorrà ancora di più per battere una Mercedes che, al di là dei riscontri cronometrici, che la vedono ancora la regina del Circus, è già padrona delle due classifiche piloti e costruttori, in un campionato in cui per la prima volta da inizio 2014 le Frecce d'Argento sentivano messo a repentaglio la loro superiorità. Sarà pure banale da dire ma ad uscire rafforzata dalle tappe di Melbourne e Sakhir è stata proprio la Mercedes, che per prima cosa ha dato prova della sua grande affidabilità, secondo ha risposto all'inseguimento Ferrari migliorando ancora un progetto che continua a sorprendere. A Shanghai, pista con caratteristiche simili a quelle del Bahrain (un paio di lunghi rettilinei, curve sia veloci che lente e frenate decise), le W07 partono ancora da favorite, e sotto sotto speranzose di ritrovarsi nuovamente di fronte una Ferrari fragile.
Per il Cavallino Rampante infatti la Cina diventa un importante banco di prova, per verificare la propria affidabilità, perchè la Rossa potrebbe decidere, soprattutto con Vettel che dovrà montare la seconda delle cinque unità concesse (quella del Bahrain è da buttare...), di utilizzare regimi al di sotto del massimo potenziale del suo V6. Infatti, gli unici motori a rompersi sono stati proprio quelli sulle vetture ufficiali, mentre su Haas e Sauber (i clienti con specifica 2016, la Toro Rosso, con la Pu 2015, non fa testo) non hanno mai accusato guasti o problemi. Perchè? Le risposto principali possono essere due: o la Ferrari, in quanto fornitrice ufficiale, ha solo per sé determinati parametri per la power unit per avere più efficienza (e se fosse vero Ecclestone non sarà certamente contento), oppure è l'unica tra le tre squadre che utilizza una configurazione del motore più esasperata, per avere più potenza. Terza possibilità, ma più remota, è che sia il retrotreno della SF16-H a mettere in crisi l'affidabilità, ma questa ipotesi è la meno probabile perchè i problemi sembrano venire direttamente da “dentro”, cioè direttamente dal motore e non da cause esterne, come ad esempio il sistema di raffreddamento. Vero che in Australia Raikkonen ha rotto proprio per un surriscaldamento, ma c'è da ricordare che a Melbourne ci fu regime di safety car e ci fu un errore nel raffreddamento da parte degli uomini, che con macchine ferme ritardarono di intervenire con gli accessori per il raffreddamento.
Dunque cosa aspettarsi dal Gp della Cina? Sicuramente, come già detto, per la Ferrari si tratterà di un appuntamento importante perchè un nuovo problema farebbe scattare un'emergenza difficilmente risolvibile nel giro di poco tempo. Detto questo, se la Ferrari per prima cosa non si fermerà, forse potremmo vedere un gran bel gran premio...
Il circuito “Shang” in cinese significa “sopra” o “salire”, ed ha ispirato sia il nome della città cinese, Shanghai, sia la forma del circuito di Shanghai, il cui disegno prende spunto proprio dal carattere cinese “shang”. Il tracciato progettato da Hermann Tilke ha debuttato in F1 nel 2004, ed è una delle poche corse orientali, Giappone escluso, che è riuscita, pur se tra varie difficoltà, a mantenere il Gp a lungo, mentre altre gare come Corea del Sud e India sono durate lo spazio di pochi anni. Questo perchè il circuito di Shanghai è tecnicamente interessante e dal punto di vista architettonico l'autodromo è molto bello ed originale. La pista, che misura 5451 metri, conta 16 curve ed ha alcuni punti molto particolari: unica nel suo genere è la prima curva, in realtà una serie di tre curve raccordate ad ampio raggio che stressano molto l'anteriore sinistra; lunghissimo invece il rettilineo del terzo settore, diviso dal rettifilo principale da un tornantino che impone frenate molto violente e da una curva ad angolo verso sinistra.
Albo d'oro Lewis Hamilton è il re del circuito di Shanghai, dall'alto delle sue quattro vittorie che lo rendono il più vincente su questa pista. Due sono i successi per Alonso, mentre a quota uno troviamo Rubens Barrichello (vincitore della prima edizione del Gp di Cina nel 2004), Michael Schumacher, Kimi Raikkonen, Sebastian Vettel, Jenson Button e Nico Rosberg. Tra i team, 4 successi per Ferrari, 3 per McLaren e Mercedes, ed uno a testa per Red Bull e Renault.