Per parlare di Monza ci vorrebbe una enciclopedia, lunga e dettagliata, così come lunga e dettagliata è la storia di questa pista, la terza più vecchia al mondo dopo quella di Brooklands (ora in disuso) e quella di Indianapolis, una delle più mitologiche che il panorama mondiale delle corse ha tramandato sin dagli albori.
Dall' “Anello alta velocità” collegato al primordiale disegno del circuito odierno al tracciato di circa sei chilometri di oggi ci sono più di 90 anni di storia fatti da macchine e uomini che hanno dato vita ad una leggenda, quella del circuito sorto nel Parco Nazionale di Monza per divenire punto di riferimento e luogo di culto delle corse. Simbolo del motorsport antico e ruggente, negli anni divenuto emblema del calore e della passione del popolo ferrarista e non solo, con la Ferrari che qui ha trovato la sua casa naturale, con un pubblico che ogni anno accorre a spingere le due vetture rosse per un tifo che può essere invidiato da buona parte delle gare oggi in calendario.
La storia comincia nel 1922, quanto l'Automobile Club di Milano sceglie di costruire il terzo circuito permanente al mondo, dando vita ad un “catino” velocissimo fatto di due lunghi rettilinei e due curvoni sopraelevati, la cui pendenza è concepibile fino in fondo solo da chi almeno per una volta ha provato ad arrampicarsi fino al punto più esterno, oppure solo da chi ce l'ha fatta salvo poi trovare difficoltà a riscendere... Ovviamente, la pericolosità di un circuito del genere è elevata e non mancano gli incidenti sin dai primi anni, con Monza che però piano piano si fa conoscere, divenendo la sede del Gran Premio d'Italia, salvo rare eccezioni (Montichiari nel 1921, Livorno nel 1937, Milano nel 1947, Torino l'anno dopo e Imola nel 1980, con quest'ultima l'unica ad aver ospitato il Gp d'Italia oltre a Monza dalla nascita della F1). Per far fronte alla pericolosità della pista, nasce presto anche la versione su cui si corre oggi, ma il “catino” continuerà ad essere usato per anni (in realtà, fu abbattuto e poi ricostruito qualche anno più tardi), ed anche dopo la nascita della F1 nel 1950, con Monza che ospiterà gare in cui si correrà su entrambe le piste, collegate nel rettifilo principale, con un circuito combinato. L'addio alle sopraelevate arriva esattamente il 25 aprile 1969, per la 1000 chilometri di Monza che saluterà definitivamente, per quanto riguarda le competizioni ufficiali, il “catino”.
Così resta il circuito di oggi, ritoccato in qualche punto (le Lesmo, la Ascari e la Prima Variante), ma sempre velocissimo ed appassionante come un tempo. Un circuito unico, il più vecchio tra quelli presenti in F1, un patrimonio motoristico da lasciare a bocca aperta.